Editoriali
MotoGP, i motivi della rimonta di Francesco Bagnaia. Da sprecone a calcolatore. Ducati superiore grazie a lui
19 giugno 2022. Francesco Bagnaia incappa nella quarta caduta stagionale ed al termine del GP di Germania si trova a 91 punti di distacco in classifica da Fabio Quartararo. Il Mondiale sembra già finito, con il francese assoluto padrone ed ormai lanciato verso il bis iridato. Otto gare dopo, condite da quattro vittorie e sette podi, il mondo si è ribaltato, con il centauro italiano al comando con 14 lunghezze di margine sul transalpino. Quali sono stati i segreti di una rimonta senza eguali nella storia della MotoGP?
LA SUPERIORITÀ DELLA DUCATI…MERITO DI FRANCESCO BAGNAIA!
Ha ragione Francesco Bagnaia quando spiega che “la Ducati ad inizio stagione non era così forte“. Vi ricordate? In molti rimpiangevano la versione della Desmosedici 2021. Nelle prime cinque gare il 25enne nativo di Torino non era mai salito sul podio, non aveva feeling e non riusciva a guidare la moto come voleva lui. Eppure il potenziale c’era, si trattava solo di tirarlo fuori con pazienza. Bagnaia si è dimostrato un abile sviluppatore, i suoi pareri si sono rivelati di smisurata importanza per gli ingegneri nel cercare di volta in volta la soluzione vincente. Da Jerez in avanti la Ducati ha rasentato la perfezione: raramente si era visto in MotoGP un tale divario tecnico tra una moto e tutte le altre, forse mai nel Nuovo Millennio. Ed il merito è da attribuire in larga parte anche a Francesco Bagnaia.
LA LEZIONE IMPARATA DOPO I TANTI ERRORI
Ce ne ha messo di tempo, ma alla fine Francesco Bagnaia ha fatto tesoro dei tanti (troppi!) errori commessi. Le quattro cadute (di cui una provocata dal giapponese Takaaki Nakagami) nei primi 10 GP stagionali sembravano aver messo una pietra tombale sulle ambizioni iridate. Sembrava un film già visto nel 2021, quando i troppi passaggi a vuoto nella prima parte del campionato avevano consentito a Fabio Quartararo di prendere il largo. Nelle ultime settimane Bagnaia ha finalmente dimostrato di aver imparato la lezione: per vincere un Mondiale non serve arrivare primo in tutte le gare, ma spesso un piazzamento può assumere un peso specifico addirittura maggiore. Ogni tanto, va detto, ricade ancora negli antichi vizi: pensiamo alla sciocca caduta di Motegi all’ultimo giro nel tentativo di attaccare Quartararo, con 8 punti andati in fumo. Tra Buriram e Phillip Island si è però ammirato un nuovo Bagnaia: freddo, lucido e calcolatore. Terzo in Thailandia sul bagnato per lui storicamente indigesto, terzo in Australia dopo aver saggiamente deciso di non ingaggiare battaglia con Alex Rins e Marc Marquez all’ultimo giro, dove gli spagnoli non avevano niente da perdere e l’italiano tutto. Il ragionier Bagnaia piace ancor di più di quello che aveva infilato quattro vittorie consecutive tra Assen e Misano: ha imparato dai tanti errori, raggiungendo l’agognata maturità.
LE CERTEZZE INCRINATE DI FABIO QUARTARARO
Fabio Quartararo è un grande campione, nessun dubbio a riguardo: lo testimonia il fatto di trovarsi a lottare per il Mondiale a due gare dal termine con una Yamaha non al passo coi tempi. Va tuttavia sottolineato come il francese sia un vero e proprio computer quando tutto fila per il verso giusto e può vantare un margine di agiatezza in classifica, mentre diventa soggetto all’errore nel momento in cui le certezze iniziano a vacillare. Facciamo un esempio. Nel 2021 costruì sin dall’inizio un buon vantaggio in classifica che gli garantì tranquillità: ciò lo portò a disputare una stagione solidissima, sempre a punti e senza mai cadere per 16 gare consecutive (cadde poi a Portimao a Mondiale già vinto matematicamente). Quest’anno il castello ha iniziato a sgretolarsi dopo Misano: i quattro successi consecutivi di Bagnaia, accompagnati alla costante involuzione tecnica della Yamaha, hanno realmente insinuato il tarlo di una possibile sconfitta nella testa del francese. Quando Quartararo è sotto pressione, sbaglia: lo testimoniano le cadute di Aragon e Phillip Island, ma anche la gara incolore sul bagnato di Buriram, conclusa fuori dalla zona punti. D’altronde ciò si era intuito già nell’atipica stagione 2020, quando Quartararo partì fortissimo, ma si spense gradualmente al sorgere delle prime difficoltà.
L’INNEGABILE CRISI DELLA YAMAHA
Valentino Rossi, negli ultimi anni di carriera, si era a lungo lamentato della scarsa competitività della Yamaha: grida d’aiuto che rimasero inascoltate. Era noto come la moto giapponese pagasse un gap enorme dalla Ducati in termini di motore, tuttavia il telaio, ancora nella primavera 2022, consentiva prestazioni eccellenti nelle piste più tecniche, come testimoniano i successi di Fabio Quartararo nei GP di Catalogna e Germania. Occorre rimarcare, ad ogni modo, come le qualità del centauro francese abbiano a lungo camuffato la pochezza tecnica del mezzo: d’altronde non è un caso che Franco Morbidelli e tutti gli altri piloti della casa di Iwata siano sprofondati da tempo nel totale anonimato. La situazione è ulteriormente peggiorata dall’estate in avanti ed anche gli sviluppi portati nei Test di Misano non hanno sortito gli effetti sperati, anzi. In questo momento non è sconsiderato affermare come la Yamaha sia probabilmente la peggior moto della MotoGP: impari il confronto con la Ducati, ma anche l’Aprilia e la Honda (sebbene solo quella guidata da Marc Marquez) sembrano avere qualcosa in più, mentre con KTM e Suzuki la comparazione può mutare da pista a pista. In questo senso la Yamaha potrebbe fare molta fatica a Sepang, mentre molto più favorevole potrebbe rivelarsi il circuito di Valencia.
ORA FRANCESCO BAGNAIA NON DEVE AVERE FRETTA DI VINCERE
Tutto ciò premesso, il Mondiale resta apertissimo a due gare dal termine. Francesco Bagnaia non dovrà farsi prendere dall’impeto di voler vincere il titolo a tutti i costi già a Sepang: l’approccio calcolatore non dovrà mutare proprio ora. In Malesia tanti piloti della Ducati potrebbero ambire al successo, togliendo dunque punti a Quartararo, ma non dimentichiamoci come in quella località i temporali tropicali siano molto frequenti: una gara sul bagnato si tramuterebbe in una vera lotteria. Guadagnare anche solo una manciata di punti sul francese potrebbe rappresentare un obiettivo realistico, perché consentirebbe poi di poter ragionare a Valencia per un piazzamento. Anche a Sepang, dunque, accontentarsi potrebbe rivelarsi ancora una volta la scelta giusta. Perché i Mondiali si vincono con il raziocinio, non con la foga.
Foto: Lapresse