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Pattinaggio artistico, Skate America 2022: poche emozioni nella prima tappa, persiste il problema delle components

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Un paio di emozioni e la solita, preoccupante, perplessità. Sono queste le due sensazioni che emergono maggiormente al termine di Skate America 2022, la prima tappa del circuito ISU Grand Prix 2022-2023 di pattinaggio artistico andata in scena la scorsa settimana a Norwood all’interno dello Skating Club Of Boston.

Tralasciando per un attimo l’andazzo generale, è infatti opportuno rimarcare quanto sia stato gradevole da un punto di vista umano rivedere sul ghiaccio Gracie Gold, alla fine sesta classificata, in buone condizioni fisiche e psicologiche. A questo si aggiunge anche il coronamento della favola della canadese Deanna Stellato Dudek che, alla soglia dei quarant’anni, ha conquistato un’incoraggiante seconda posizione nelle coppie insieme al suo partner Maxime Deschamps avvicinandosi all’altissima soglia dei 200 punti, un dato che indica il team della veterana tra quelli da tenere d’occhio maggiormente in questa stagione insieme chiaramente ai trionfatori Alexa Knierim-Brandon Frazier, già Campioni del Mondo in carica.

Per il resto è andato più o meno tutto come ampiamente pronosticato: nella specialità individuale maschile alla fine l’ha spuntata Ilia Malinin, bravo a rimontare dalla quarta piazza grazie a un libero impreziosito da cinque quadrupli, tra cui spicca ovviamente l’axel realizzato per la seconda volta di seguito in una gara. Un approccio estremo che, nelle intenzioni del diretto interessato, potrebbe addirittura aumentare i giri nei prossimi appuntamenti: in un futuro non troppo lontano potremmo assistere in tal senso a un free program caratterizzato soltanto – per ciò che concerne i salti – da elementi da quattro giri di rotazione.

VIDEO il quadruplo axel di Ilia Malinin manda in tilt Skate America 2022. Rivediamo l’elemento

Oltre alla conferma delle grandi capacità del nipponico Kao Miura (secondo) e alla potenzialità – ancora non del tutto espressa – del sudcoreano Juhnwhan Cha (terzo), possiamo considerare assolutamente positivo l’esordio di Daniel Grassl, alla fine quarto classificato dopo aver optato in entrambi i segmenti per una strategia conservativa: in quest’ottica infatti i 257.68 punti finali lasciano davvero ben sperare per le prossime gare che, giocoforza, saranno arricchite con la dovuta calma da un layout d’attacco.

Nella specialità individuale femminile si è consumata invece forse la criticità più grande, derivante (e non è certo una novità), da alcune valutazioni discusse per ciò che concerne le components. Nello short in particolar modo, la distanza tra la medaglia di bronzo olimpica Kaori Sakamoto (vincitrice della tappa) e la debuttante al primo anno Senior Isabeu Levito (seconda) si è ridotta a poco più di un punto, valutazione che non ha rispecchiato assolutamente quanto sfoggiato sul ghiaccio, dove il gap tra la fuoriclasse asiatica e la comunque promettente pattinatrice statunitense di origini italiane è apparso evidente a tutti gli addetti ai lavori.

Si tratta di un problema che brucia più di altre annate sportive: come sappiamo infatti quest’anno le PCS sono state rivoluzionate dal regolamento e ridotte da cinque a tre voci (composition, Interpretation, Skating Skills), proprio per venire incontro al lavoro dei giudici. Analizzando questo caso, così come altri successi ad esempio nelle coppie, le cose al momento sembrano mutate solo in teoria e non nei fatti. Speriamo di sbagliarci.

Nella danza infine non allarma troppo quanto successo ai vincitori di misura Madison Chock-Evan Bates, al momento palesemente indietro nella preparazione e dunque ancora in fase di rodaggio. La vicinanza con Kaitlin Hawayek-Jean Luc Baker, loro sì già in una forma strepitosa, è stata semplicemente dettata (malgrado tante sbavature anche non redarguite a dovere) da un inopinato passaggio a vuoto nella choreo step, fattore che ha sottratto almeno cinque punti dal bagaglio tecnico. Per capire dunque la vera ricezione della giuria sui due programmi degli statunitensi, utili per un confronto con i principali rivali ovvero gli italiani Guignard-Fabbri e i canadesi Gilles-Poirier, si dovrà dunque attendere l’NHK Trophy di Sapporo, l’ultimo evento – si spera –  prima del confronto diretto delle Finali.

Foto: LaPresse

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