Sci di fondo
Sci di fondo, Andrew Musgrave: “La stagione senza russi? Una m…a! La prossima Coppa del Mondo sarà ridicola”
Gli appassionati di sci di fondo conoscono bene il nome di Andrew Musgrave. Chi, viceversa, non dovesse avere familiarità con la disciplina, deve sapere che si tratta di un atleta dalla storia molto particolare. Nato in Inghilterra, sulle coste del Canale della Manica, ha girato il mondo sin dalla più tenera età. Il padre, infatti, lavorava nell’industria petrolifera, un impiego che ha condotto tutta la famiglia Musgrave in Alaska, Scozia e Norvegia.
Appassionatosi agli sport della neve proprio durante il periodo in Alaska, Andrew è successivamente diventato un fondista di altissimo livello, tanto da ottenere due podi in Coppa del Mondo, nonché svariati piazzamenti nella top-ten tra Mondiali e Giochi olimpici. Anzi, nel 2017 sfiora una medaglia nella 50 km iridata. Nonostante rappresenti la Gran Bretagna, la sua formazione agonistica è indubbiamente norvegese, poiché è stato di base a Oslo prima di trasferirsi, recentemente, a Trondheim. Anglosassone per nascita e mentalità, scandinavo d’adozione, ma soprattutto essere umano di buon senso. Lo dimostra la sua reazione alla decisione della Fis di bandire i russi dalla Coppa del Mondo 2022-23.
Parlando in un podcast tenuto sul sito specializzato statunitense fasterskier.com, Musgrave non ha usato mezzi termini. “La situazione dello sci di fondo è drammatica e la prossima Coppa del Mondo sarà ridicola. Per curiosità sono andato a leggermi le classifiche della stagione scorsa, giusto per capire come sarebbero state senza i russi. Sapete cosa vi dico? Che sarebbe stata una stagione di m…a! Ho preso la graduatoria delle gare di distanza, davanti a me c’erano solo i russi, i norvegesi e Iivo Niskanen. Ho detto tutto! Ci sono decine di russi e norvegesi più forti di me, questo è un dato di fatto. Dobbiamo fare qualcosa, perché altrimenti i risultati rischiano di essere ridicoli. Non voglio vincere una gara o una medaglia e pensare di averla vinta solo perché non c’era Bolshunov”.
Lo si può definire un turbo-putiniano filo-russo di ferro? Lui, cresciuto tra Stati Uniti e Gran Bretagna, residente in Norvegia, che si esprime tramite una testata americana? Soprattutto, gli si può dare torto? In campo maschile, la Coppa del Mondo di sci di fondo 2022-23 sarà l’equivalente di una Coppa di Norvegia alla quale partecipano, come wild card di fatto, anche gli atleti più forti di altri Paesi. Il circuito interno russo, invece, sarà l’equivalente della Coppa del Mondo senza norvegesi! Chi ci guadagna da tutto questo? Lo spettacolo no di certo. La qualità del prodotto neppure. Il ruolo dello sport, che dovrebbe essere zona franca dai veleni politici, nemmeno. Ci perdono tutti, come spesso avviene quando si va in guerra.