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Tennis, Fernando Vicente (coach Rublev): “Andrey sta lavorando con uno psicologo, tatticamente e tecnicamente può migliorare ancora”

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Raggiunto dai microfoni di Ubitennis.com, Fernando Vicente, coach del russo Andrey Rublev, ha fatto il punto della situazione sul momento del suo allievo, toccando vari punti molto importanti. Tra questi, la tenuta mentale e i possibili miglioramenti futuri sotto il punto di vista tecnico e tattico.

Rublev è ormai da un paio di anni sempre presente nella top ten ATP, ma ora c’è da lavorare ancora per poter poi puntare sempre più in alto: “La differenza nel caso di Andrey è mentale – ha affermato Vicente – lui è arrivato già 6 volte a quarti di finale nei tornei del Grand Slam. All’inizio credo che non fosse preparato per quei palcoscenici quando era più giovane, ma adesso è solo una questione di testa. Certo nei tornei dello Slam servirebbe anche riuscire a non disperdere energie fisiche e mentali nei primi turni. Spesso ci siamo trovati nelle battute iniziali di questi tornei con partite complicate che poi rendono più difficile recuperare e arrivare al meglio alla seconda settimana. Però continuiamo a lavorare e il prossimo passo è stare meglio mentalmente, non dilapidare energie fisiche”.

Per migliorare l’aspetto mentale Rublev ha iniziato un percorso con un esperto: “Andrey sta già lavorando con uno psicologo, era una cosa che non voleva fare, ma alla fine si è convinto e si è reso conto che è una cosa di cui realmente ha bisogno. A volte si sente nervoso, con molta ansia, cosa che se vogliamo sono normali visto che vuole sempre cercare di vincere, ma che vanno ovviamente gestite. Ha cominciato a lavorarci e vedremo se si comincerà a notare qualche miglioramento in questo senso, alla fine tutto aiuta”.

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Per quanto riguarda invece i possibili miglioramenti tecnici/tattici, Vicente ha detto: “Tatticamente ci sono cose che sicuramente potrebbe fare in modo diverso. Ad esempio seguire molto di più a rete per chiudere gli scambi. In allenamenti lo fa e senza problemi, però quando va in partita è un’altra storia. Anche se sa che lo può e lo deve fare, è una cosa ancora fuori dalla sua confort zone. Altri aspetti da limare sono il gioco di tocco, ad esempio usare di più la smorzata e, come dicevo prima, avere il coraggio di andare a rete a prendersi il punto. Troppe volte rimane a fondo e si vede costretto a giocare accelerazioni in sequenza, anche 5, 6, 7 volte per portarsi a casa il punto, quando invece potrebbe evitare questi rischi inutili, soprattutto con giocatori che corrono e recuperano tutto. Questo per me è un focus, una cosa su cui insisto molto in allenamento. Però ovviamente una cosa è farlo in allenamento, altra farla con la tensione della partita”.

Foto: LaPresse

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