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Tennis, Lorenzo Musetti e le crisi d’ansia: il vero avversario da battere per essere un giocatore top
Un lunedì che avrà regalato un sorriso a Lorenzo Musetti. Il carrarino, grazie alle semifinali raggiunte nell’ATP250 di Firenze, ha scalato la classifica mondiale ed è n.24 del ranking ATP. Vista la giovane età (classe 2002), i segnali per una carriera di altissimo livello ci sono tutti.
Un’idea rafforzata anche dal grande tennis messo in mostra nel torneo toscano. Sull’hard indoor Musetti ha fatto vedere dei grossi miglioramenti in tutti i fondamentali, soprattutto al servizio, e non si è manifestato esclusivamente come un giocatore di grande estro, ma anche di sostanza.
Nel 2021, infatti, erano evidenti i limiti tecnici che non gli consentivano di prevalere anche al cospetto di chi lo seguiva in classifica, ma meglio si adattava alla superficie citata. Un’evoluzione frutto di una lavoro ancora in corso che sta consentendo a Lorenzo di aspirare a posizioni sempre più rilevanti.
C’è però un problema e non di facile risoluzione. Il riferimento è alla crisi di ansia che Musetti ha avuto nel corso della semifinale contro il canadese Felix Auger-Aliassime e gli ha impedito di esprimere la propria miglior versione: “Dopo il secondo colpo, alla risposta, mi ha guardato e mi ha detto ‘mi viene da vomitare’. Si è intesito, praticamente il diaframma gli si chiude, non gli passa più aria quindi va in apnea costante. Ha provato a vomitare a fine primo set, ha un senso di vomito ma non ha problemi di stomaco. È proprio il diaframma, la tensione. Non è riuscito a liberarsi mai e quindi niente. Qualche punto eccezionale l’ha comunque fatto però ovviamente il suo pensiero era sempre lì, a guardarmi, a dire ‘non respiro, non ce la faccio’. E quindi non era focalizzato sulla partita che era già veramente difficile. Sarebbe stato un incontro pazzesco, peccato“, ha raccontato a Ubitennis il suo tecnico Simone Tartarini.
Non si tratta della prima volta. Per stessa ammissione del giocatore, ci sono stati dei precedenti a livello juniores e anche l’anno passato, nelle Next Gen ATP Finals di Milano contro l’argentino Sebastian Baez, era accaduta la medesima cosa.
Per questo, il vero avversario da battere è proprio questa gestione problematica della tensione che, in circostanze particolare, lo rende passivo e decisamente più vulnerabile. Si sa quanto il tennis richieda dal punto di vista nervoso e questo malessere non va affatto sottovalutato.
Foto: Giampiero Sposito/Fit