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America’s Cup, Max Sirena si svela: “I segreti per gestire un team di America’s Cup”. E per entrare in Luna Rossa…

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Luna Rossa si sta preparando per essere protagonista nella America’s Cup 2024, anche se pochi giorni fa c’è stato un incidente di percorso con la caduta dell’albero maestro dalla gru e il conseguente danneggiamento. Il team director Max Sirena ha rilasciato una luna intervista al canale ufficiale del sodalizio italiano in cui racconta come gestire una squadra che si appresta a disputare la competizione sportiva più antica al mondo e svela alcuni retroscena.

MAX SIRENA RACCONTA COME GESTIRE UN TEAM DI COPPA AMERICA

Qual è il ruolo del Team Director?

Questo incarico ne racchiude molti altri, come le scatole cinesi che sembrano non finire mai… In un team come Luna Rossa Prada Pirelli lavorano oltre 100 persone suddivise in più dipartimenti (sailing team, shore team, design team, logistica, amministrazione, segreteria, comunicazione ecc); ogni settore risponde a un responsabile d’esperienza che opera in autonomia, ma è ovvio che devo essere coinvolto a 360°, prendendomi la responsabilità della decisione finale. Se potessi scegliere, mi occuperei solo della parte sportiva e tecnica, ma la perfezione non è di questo mondo… In realtà non mi dispiace avere una visione complessiva del quadro, perché mi permette di capire se la “macchina” operativa funziona come dovrebbe o se ci sono aree da migliorare e da potenziare.

Qual è la parte che ti piace di più?

Lavorare con la gente, confrontarmi, ascoltare, imparare… Riuscire a trovare persone brave è già un bel risultato, ma quando trovi qualcuno che non solo fa bene il proprio lavoro, ma lo fa anche volentieri, motivato, felice, quella per me è la più grande soddisfazione. Il rapporto interpersonale è prioritario e cerco di dedicare più tempo possibile alle risorse umane, anche se non sempre ci riesco.

E quella più difficile?

A volte bisogna fare delle scelte dolorose ma necessarie e non è facile, per questo è importante scindere il lavoro dall’amicizia. Sono con Luna Rossa dal 2000 e con alcuni membri del team ho costruito un rapporto quasi fraterno, ma dover dire no fa parte del mio ruolo, l’importante è saper motivare le decisioni.

Qual è la caratteristica principale di un team leader?

Conquistarsi la fiducia e il rispetto sul campo, nel lavoro. Imporre la propria presenza, soprattutto con i nuovi arrivati, non aiuta. Riuscire simpatico è un plus, certamente, ma non si può piacere a tutti, soprattutto se sei costretto a fare delle scelte impopolari; ma se sei capace di costruire un rapporto reciproco di stima e di fiducia, se sei in grado di far sentire ognuno parte di una squadra che punta allo stesso obiettivo, dove tutti sono protagonisti, allora sei un bravo leader.

E quella che apprezzi di più in un candidato?

Per me l’impatto visivo è fondamentale. A parità di curriculum, l’atteggiamento, l’attitudine e il modo di approcciarsi sono quello che fa la differenza. Se uno si pone in modo antipatico con gli altri o ha un atteggiamento altezzoso, deve essere davvero molto più bravo di un altro per essere scelto. In un team dove si lavora 12 / 16 ore al giorno a stretto contatto, la capacità di convivere e di fare squadra è tutto. Il sogno è trovare la rockstar simpatica, ma in generale non amo le prime donne. E neanche le persone troppo insistenti: se in quel momento non posso offrirti un’occasione, devi saper accettare il rifiuto e attendere la prossima chance.

I velisti, però, sono un po’ i protagonisti…

Siamo un team velico, quindi è normale che i riflettori siano puntati sui ragazzi che vanno in barca, ma non ci sono dipartimenti di serie A e di serie B e spiego il perché: la buona riuscita del lavoro di ognuno di noi – in primis dei velisti – dipende dal lavoro di qualcun altro. Puoi essere un fenomeno, ma se la barca non è preparata alla perfezione dallo shore team (che magari ci ha lavorato fino all’alba), non vai da nessuna parte. Se la segreteria non funziona, la tua vita quotidiana va a rotoli; se i cuochi non preparano da mangiare (anche a notte fonda) cibi salutari, proteici e buoni, il rendimento scade… Ognuno di noi è legato all’altro da un doppio filo perché abbiamo un obiettivo comune, la Coppa America.

I velisti vanno solo in barca?

Non quelli di Luna Rossa Prada Pirelli, da noi tutti fanno tutto: se non si regata, una volta finiti gli allenamenti, o nelle giornate dove non sono previsti, i ragazzi vengono coinvolti nei vari dipartimenti (soprattutto shore team) dove si “sporcano le mani”: qualcuno carteggia, un altro lamina, un terzo lavora alle vele, qualcun altro si dedica all’elettronica… Ognuno, insomma, per le proprie competenze, dà una mano dove può. Avere una visione complessiva, vedere come si costruisce la barca e capire come funzionano tutti gli ingranaggi, non solo ti permette, una volta in regata, di sfruttare il mezzo al massimo e di saper reagire con prontezza a qualsiasi problema, ma ti regala anche un incredibile bagaglio di competenze che potrai sfruttare nella tua futura carriera professionale.

Come funziona il processo di selezione da Luna Rossa Prada Pirelli, che cosa bisogna fare per entrare nel team?

I velisti sono volti noti e li “peschiamo” direttamente sui campi di regata; per gli altri dipartimenti funziona come in una normale azienda: la prima cosa è mandare un CV; quando cerchiamo una risorsa per un determinato ruolo apriamo la selezione e facciamo una prima cernita. I profili più interessanti li incontriamo per intervistarli. Aggiungo che non sempre bisogna essere “perfetti” per il ruolo richiesto, a volte si impara sul campo… Non abbiamo bisogno di risorse infinite, quindi la nostra capacità di assunzione è limitata, ma a rotazione c’è sempre bisogno di gente brava e motivata; penso anche a magazzinieri, lavapiatti, addetti alla pulizie… ruoli che non sono affatto di secondo ordine perché, come ho detto prima, sono importanti per il benessere di tutti e per la buona riuscita del progetto comune.

Com’è cambiato l’ambiente di lavoro rispetto ai tuoi inizi?

È cambiato moltissimo. Quando ho iniziato io, il velista viveva in maniera avventurosa ed era tutt’altro che schizzinoso: dormivamo in 4/5 in un appartamento, condividendo anche il divano letto e ci spaccavamo la schiena! Oggi come tutti gli sportivi professionisti, anche i velisti hanno più esigenze: ognuno vuole il suo appartamento, la sua privacy, le sue comodità e, in linea di massima, non si prestano a mansioni diverse da quelle che gli competono per contratto. Sono cambiati i tempi, non c’è meglio o peggio. Dall’altro lato, facciamo certamente più qualità perché oggi il velista, invece di 12 ore, ne lavora otto ed è più concentrato su quello che deve fare in barca.

Qual è il messaggio più importante che vorresti lanciare agli attuali e ai futuri membri di Luna Rossa Prada Pirelli?

Essere dentro un team come Luna Rossa Prada Pirelli, qualunque sia la tua mansione è un’occasione unica e quindi non bisogna essere schizzinosi, all’inizio. Siate disponibili, accettate quello che vi viene offerto, fate la gavetta e vedrete che non rimarrete delusi. Io sono l’esempio calzante di cosa significhi avere passione: quando sono entrato nel team facevo qualsiasi cosa, anche le pulizie. Oggi lo dirigo… Vivere la Coppa America a questi livelli è per pochi fortunati. Apprezzate questa opportunità e siatene fieri.

Foto: ACE Studio Borlenghi America’s Cup Press

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