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Calcio, Mondiali 2022: alcuni supporter verranno pagati dall’organizzazione in cambio di feedback positivi
Quando manca sempre meno all’inizio dell’evento, si torna a a parlare delle controversie organizzative legate ai Campionati Mondiali 2022 di calcio che, come sappiamo, si svolgeranno in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre. Da quanto emerso infatti sembra che gli organizzatori stiano pagando interamente la trasferta ad alcuni supporters di varie squadre pur di ricevere in cambio un feedback positivo dell’evento sui social media.
A far emergere la notizia, poi ripresa dalla testata britannica Insidethegamez nella giornata di martedì 1 novembre, è stata l’emittente olandese NOS che ha dichiarato di essere venuta a conoscenza di un vero e proprio coinvolgimento di cinquanta tifosi orange, i quali soggiorneranno in Qatar a spese dell’organizzazione a patto di pubblicare sui propri profili online post positivi sulla rassegna sportiva, segnalando qualsiasi commento offensivo o degradante al Supreme Committee for Delivery & Legacy (SC), l’associazione che ha lanciato l’idea.
Il progetto del Comitato Supremo – il cui obiettivo è quello di valorizzare quanto più possibile l’evento sportivo consentendone una realizzazione impeccabile – include già quattrocento persone provenienti da oltre sessanta Paesi diversi, al momento impegnati a cercare dei fan da coinvolgere in qualità di ospiti, chiedendogli esplicitamente di non denigrare né il Qatar, né tanto meno il Comitato Supremo o i Mondiali stessi.
Calcio: l’Australia attacca il Qatar in tema di diritti e discriminazione. Il video
Un tipo di iniziativa destinata a fare discutere, specie dopo la cascata di polemiche scaturite nel tempo riguardo le assurde leggi sul lavoro del Paese mediorientale, sul trattamento dei migranti (ad oggi si contano più di 6.500 morti) e sulle politiche disumane verso i diritti delle donne e della comunità LGBTQ. Non ultimo infatti, la squadra dell’Australia ha pubblicato un video puntando il dito contro il Paese ospitante invitandolo a intervenire su questi temi, ricevendo però soltanto critiche dall’Emiro Tamim Bin Hamad Al-Thani, il quale ha parlato semplicemente di una campagna mediatica distruttiva e senza precedenti.
Foto: LaPresse