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Ciclismo
Ciclismo, Gianni Savio: “Pagati tutti gli stipendi, farò una Continental. Le retrocessioni sono giuste”
Novembre, tempo di riposo per il mondo del ciclismo in vista della prossima stagione sportiva e momento ideale per fare il punto della situazione su quanto si è visto nel corso della stagione 2022. Nel corso dell’ultima puntata di Bike2U (sulla web-tv di Sport2u in collaborazione con OA Sport) l’ospite è stato Gianni Savio, direttore sportivo della Drone Hopper – Androni Giocattoli, che ha analizzato la non semplice situazione in seno alla squadra squadra, completando anche il quadro della situazione su presente e futuro del suo team.
Gianni Savio inizia il suo racconto parlando di quanto sta accadendo nella Drone Hopper – Androni Giocattoli.
“Con Marco Bellini dirigo la squadra che quest’anno ha preso il nome di Drone Hopper – Androni Giocattoli. Siamo stati, però, totalmente spiazzati dalla Drone Hopper. Premetto subito che sono brave persone, ma a nostro avviso sono stati un po’ troppo superficiali. Hanno fatto, come si suol dire, ‘il passo più lungo della gamba’ e, quindi, ci hanno fatto trovare in questo grande problema: sono 3 mesi che non corrispondono le mensilità. Siamo riusciti, Marco Bellini ed io, a superarlo, ‘a tutta’ in gergo ciclistico, ovvero lavorando giorno e notte per ottemperare ai nostri impegni. Corridori e staff sono stati tutti pagati perché siamo stati in grado di trovare risorse alternative per mezzo di sponsor storici e nuovi ingressi”.
Come si può valutare la situazione della squadra nel suo complesso?
“Intanto diciamo che riusciamo a chiudere questa stagione correttamente. Dirigo squadre da 30 anni e non ho mai lasciato debiti a fine annata. In attesa che la Drone Hopper risolva i suoi problemi siamo stati alla ricerca di uno sponsor che li potesse sostituire. Non ci siamo riusciti perché il momento non è semplice per molti aspetti. Abbiamo optato, quindi, per la categoria Continental, in modo da traghettare la squadra dal 2022 al 2024, quando vogliamo tornare nella categoria Professional. Ci sono costi non così elevati nella Continental, ma dobbiamo dimostrare due capisaldi: avere un progetto e non correre più altri rischi a livello economico”.
Gianni Savio racconta come ha vissuto, e sta vivendo, in prima persona, questa intricata situazione.
“Ovviamente molto male. Non c’è momento del giorno in cui il mio pensiero non sia rivolto alla nuova squadra. Siamo in una situazione difficile, ma in passato ho superato altre avversità e non mi do certo per vinto. Sono convinto che supereremo il tutto con la stessa grinta che chiediamo anche ai nostri corridori. Se abbiamo una tempistica? Penso che potremo ufficializzare la squadra nella prossima settimana. Ci sono ancora alcuni aspetti da definire e, soprattutto, dobbiamo avere totali garanzie economiche”.
Nella sua lunga carriera il nativo di Torino ha scoperto e lanciato corridori come Fausto Masnada, Ivan Sosa, Egan Bernal, Davide Ballerini e Mattia Cattaneo. Qual è il segreto?
“Credo che tutti noi abbiamo pregi e difetti. Tra i pregi che ho a disposizione penso di avere l’intuizione. Tutti i ciclisti che ho lanciato pensavo avessero davvero talento e potessero fare strada tra i pro. Tornando indietro nel tempo cito anche Leonardo Sierra e Nelson “Cacaito” Rodriguez. E come non pensare a quelli che abbiamo rilanciato? Su tutti ricordo con enorme piacere, ma anche con tanta tristezza, ovviamente, Michele Scarponi, un vero uomo squadra”.
Un aspetto che troppo spesso viene sottovalutato è quello del “premio di valorizzazione” per le squadre che lanciano un corridore. Un moto per auto-finanziarsi…
“Sono stato io a introdurre questa clausola contrattuale che non è certo una penale. Non penalizza nessuno. Ci sono tre parti in causa in questa situazione. Si parte con il corridore che guadagna dalla squadra dalla quale è stato valorizzato e va in una nella quale potrà guadagnare il doppio o il triplo. Quindi c’è la squadra del World Tour che si trova in mano un ciclista già formato e, dal mio punto di vista, penso che sia giusto che la squadra che l’ha lanciato possa ricevere un indennizzo. Egan Bernal ne è l’emblema, avendo vinto Giro d’Italia e Tour de France”.
Tra i tanti corridori scoperti e lanciati, Gianni Savio racconta di avere ancora un buon rapporto con larga parte di loro.
“Con quasi tutti direi. Ho letto diverse interviste nelle quali, spesso, i corridori sono stati molto riconoscenti nei miei confronti. Mi viene in mente in particolare l’ultima Coppa Bernocchi, con Davide Ballerini che ha vinto e mi ha personalmente ringraziato. Oltre ad essere grandi atleti sono anche eccellenti persone perché vi assicuro che non sempre la riconoscenza emerge”.
Tra gli atleti in rampa di lancio, invece, come non citare l’ucraino Andrii Ponomar.
“È un bravo ragazzo, un po’ chiuso, ma con le persone che conosce si apre. Ha avuto questo grande problema del padre in prima linea in guerra nel Donbass e ovviamente è stato condizionato. A livello sportivo ha un grande motore, nonostante sia giovanissimo è già maturato e ha imparato che deve mantenere una dieta costante. Lui, infatti, tende a ingrassare e talvolta si è presentato sovrappeso alle corse. Penso possa ottenere grandi risultati, non solo nelle corse in linea. Con il passare del tempo capirà meglio il suo ruolo perchè potrà essere finisseur, ma non solo: è anche bravo a cronometro”.
Un altro elemento interessante è Natnael Tesfatsion.
“Corridore ancora un po’ troppo naif, che ha già vinto una bella tappa alla Adriatica Ionica di quest’anno. Se riuscirà a inquadrarsi, e credo potrà farlo perché è molto intelligente, potrà sicuramente essere protagonista anche ai più alti livelli. Tiene bene in salita anche se dice di non essere uno scalatore di primissimo livello e ha anche uno spunto veloce. In un gruppo ridotto può giocarsi le sue carte a piacimento”.
Si chiude il 2022. Che voto si può dare alla squadra?
“Voglio essere obiettivo per cui direi 6/7. Sicuramente avremmo voluto ottenere risultati migliori, ma non è stato possibile. Io non cerco mai scuse, ma parlo di dati oggettivi: la stagione è stata sfortunata. Tra incidenti, infortuni e Covid, non siamo mai stati al massimo. In occasione del Giro, per esempio, siamo partiti senza due delle nostre pedine principali, per cui non nelle condizioni ideali”.
Ultima battuta sulla situazione generale, la riforma del World Tour con l’inserimento di promozioni e retrocessioni.
“Pensando alla nostra realtà è davvero complicato lottare contro gli ‘squadroni’. Noi abbiamo un budget annuale da 3 milioni di euro e dobbiamo competere contro team che ne dispongono 15, 20, 30, fino ai 50 della Ineos. Sul fatto delle retrocessioni e promozioni penso che sono il giusto riconoscimento a livello sportivo che vanno a premiare, nel caso, quello che una squadra ottiene nel corso della stagione. Per alcuni sarebbe la fine del ciclismo? No, per me sarebbe l’inizio. Non è giusto che non venga tenuto conto della meritocrazia in questo sport o che alcune squadre solo per il budget abbiano wild card a piacimento”.
LA VIDEO-INTERVISTA A GIANNI SAVIO
Foto: LaPresse