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Ciclismo, Luca Gregorio: “Remco Evenepoel il corridore dell’anno. Per l’Italia bisogna avere pazienza, bene la pista”

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Luca Gregorio, telecronista di Eurosport per quanto riguarda il ciclismo su strada, è intervenuto a Sport2day, appuntamento settimanale condotto da Francesca Cazzaniga su Sport2U, web tv di OA Sport. Nella sua intervista ha riassunto molti degli argomenti chiave di questa annata.

Sulla stagione appena terminata: “Una stagione fantastica, sono sempre più stupito dal livello, con l’asticella che va sempre più verso l’alto. Il mio voto è 9,5 di sicuro, mi sono divertito quasi sempre in telecronaca, anche con le corse di medio o basso livello. I corridori ci fanno divertire come dei matti”.

Il corridore dell’anno: “Quello che ha fatto il salto in avanti più significativo è stato Remco Evenepoel con quindici vittorie, magari confrontate con quelle di Tadej Pogacar (sedici successi) valgono meno, ma per il belga sono un importantissimo salto di qualità. La Liegi vinta in una maniera incredibile, San Sebastian, il Mondiale, la Vuelta di Spagna. Entra dentro l’Olimpo dei grandissimi. Pogacar però te l’aspetti sempre e difficilmente tradisce, da febbraio ad ottobre”. 

Proprio Evenepoel inizierà il 2023 dalla Vuelta a San Juan: “Partirà dall’Argentina, la corsa torna dopo due anni d’assenza causa Covid, ed è annunciata una startlist di ottimo livello con Ganna, Viviani, Sagan e la possibilità di vedere Bernal. Sarà interessante, la settimana prima torna anche il Tour Down Under in Australia. Il modo ideale per iniziare la stagione”. 

La corsa più bella di questo 2022: “Bisogna fare una differenza tra corse di un giorno e corse a tappe. In assoluto però scelgo il Tour de France perché stato di un livello pazzesco dalla partenza dalla Danimarca all’arrivo sui Campi Elisi. Ci siamo divertiti tutti i giorni. È stato sicuramente il più bello degli ultimi trent’anni, difficile trovare ventuno tappe di questo livello. Le corse di un giorno hanno una componente emotiva differente”.

Sulle difficoltà del ciclismo italiano: “In parte è oggettiva, in parte tipica del nostro mondo che tende sempre a criticare. Molto dipende dai risultati. In Italia non guardiamo la progettualità in tutti gli sport. Il ciclismo italiano ne soffre, deve essere fatto un lavoro a monte sulle categorie giovanile. Abbiamo del buon materiale ma non abbiamo i campioni. Difficilmente gli italiani partono favoriti, anche per vincere una tappa nei Grandi Giri. Non abbiamo un uomo di classifica, non abbiamo un uomo costante nelle classiche di un giorno. Non c’è un punto di riferimento. Sarebbe potuto esserlo Sonny Colbrelli, ma sappiamo benissimo com’è finita. Ci sono tanti giovani interessanti, da Covi a Battistella piuttosto che Aleotti, ma bisogna avere un po’ di pazienza”. 

I percorsi di Giro d’Italia e Tour de France 2023: “Sono molto differenti tra loro. Il Giro è molto duro, ha una settantina di chilometri a cronometro, anche se c’è la cronoscalata in Friuli. Potrebbe stimolare molti corridori con caratteristiche nelle prove contro il tempo. Il Tour mi sembra cucito addosso a Pogacar, con soli 22 km a cronometro, ideale per lo sloveno che avrà il dente avvelenato per quello che è accaduto quest’anno. Ci divertiremo. Il Giro d’Italia ha bisogno di un parterre di livello. Sulla carta è difficile preferire uno dei due percorsi, il Giro ha una prima settimana con dei tranelli, ma non troppo dura, con invece la terza che torna in vecchio stile. Il Tour non ha le grandi salite, con i Pirenei che arrivano subito, ma non durissimi. A pelle preferisco il Giro, ma tutto dipenderà dall’interpretazione dei corridori”. 

Il Mondiale molto vicino al termine del Tour de France: “Non abbiamo i dettagli del percorso di Glasgow che non dovrebbe essere particolarmente duro. Non sarà un Mondiale per scalatori e nemmeno per Evenepoel. Potrebbe essere importante fare delle scelte azzeccate, Van Aert era stato stuzzicato dalla possibilità di fare il Giro in vista dell’appuntamento iridato, ma non credo che la Jumbo-Visma rinuncerà a lui per il Tour. Bisognerà capire come gestire bene le energie”. 

Sul ciclismo su pista tricolore: “L’anno prossimo sarà fondamentale per la qualificazione a Parigi 2024, già con gli Europei che arrivano a febbraio. La pista è la nostra eccellenza in assoluto, lo dicono le medaglie mondiali e la storia delle ultime Olimpiadi. Marco Villa è entrato alla grande anche al femminile, le ragazze stanno facendo un percorso perfetto, sono campionesse del mondo del quartetto. Il gruppo è ricco di nomi che possono subentrare, si sta riabilitando anche il settore della velocità. Ci toglieremo delle belle soddisfazioni, la cosa che conta è arrivare sul pezzo a Parigi 2024”. 

SPORT2DAY INTERVISTA A LUCA GREGORIO

Foto: Lapresse

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