Seguici su

Senza categoria

Coppa Davis 2022: la Croazia vuole tornare in finale, ma l’Australia di De Minaur sogna lo sgambetto

Pubblicato

il

Saranno Australia e Croazia a contendersi il primo posto nella finale della Coppa Davis 2022. Va in scena oggi a Malaga la prima semifinale, con i croati che partono con il favore del pronostico e che puntano a tornare a giocarsi l’ultimo atto della competizione dopo la sconfitta dello scorso anno contro la Russia. Gli australiani, però, interpretano al meglio il carattere del loro capitano Lleyton Hewitt, che era in campo proprio nell’ultima finale giocata dall’Australia nel 2003 (vittoria contro la Spagna).

Una sfida che potrebbe chiudersi già dopo i due singolari, visto che Borna Coric e Marin Cilic partono entrambi favoriti nelle loro partite. I due croati hanno offerto delle ottime prestazioni contro la Spagna e soprattutto Coric è un numero due che poche nazionali possono avere. Il numero ventisei del mondo dovrebbe affrontare Jordan Thompson, salvo eventuali sorprese di Hewitt con la scelta di Thanasi Kokkinakis. In entrambi i casi il croato non dovrebbe avere problemi, anche se in Davis tutto può succedere.

Una vera e propria battaglia è quella che ci si può aspettare tra i numeri uno. Maric Cilic ha vinto un match epico contro Pablo Carreno Busta ed anche Alex De Minaur ha dovuto rimontare e faticare tre set contro Botic Van de Zandschulp. La Croazia potrebbe anche avere l’occasione di chiudere i conti, mentre per l’Australia sembra davvero la partita dove centrare il punto per poi giocarsi tutto al doppio. 

Ed ecco il doppio. Per far capire la qualità delle due coppie in campo, basta solo ricordare che è stata la finale di Wimbledon. In quella occasione furono gli australiani Ebden/Purcell ad imporsi in una pazzesca battaglia di cinque set contro i croati Mektic/Pavic. Probabilmente quest’ultimi sul cemento sono superiori e hanno già regalato punti importanti alla Croazia in Davis, ma in queste partite spesso i valori del campo valgono fino ad un certo punto e a contare potrebbero essere altri fattori.

FOTO: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità