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Coppa Davis 2022: un’Italia coraggiosa senza i top player, ma ai posteri rimarrà solo il ko di Bolelli

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Una ferita che brucia ancora e che brucerà a lungo. La Coppa Davis continua a rimanere maledetta per l’Italia, dopo l’eliminazione in semifinale per mano del Canada alla fine vincitore per la prima volta della storica Insalatiera. La selezione di Filippo Volandri era arrivata a Malaga senza grosse pretese per l’assenza di Jannik Sinner e un Matteo Berrettini presente solo per onor di firma, almeno sulla carta; e a fare ancora più male è che il ko al penultimo atto sia arrivato proprio dove gli azzurri erano più forti, in doppio. Purtroppo però la coppia designata Fognini-Bolelli si è dissolta per un problema al polpaccio del secondo mettendo in campo un Berrettini coriaceo, ma lontano dalla forma migliore.

Nulla da dire a Matteo, che ci ha provato strenuamente. Era in Spagna da spettatore privilegiato, solo per dare una mano ai suoi compagni sotto il profilo emotivo, ma scendendo in campo ha provato a rendersi disponibile anche nel momento del bisogno. Purtroppo l’effetto sorpresa non è bastato, ma merito al romano di avere dato tutto nonostante la migliore condizione sia davvero lontanissima, rischiando anche di poter ulteriormente peggiorare il proprio problema.

Il protagonista assoluto della spedizione in Spagna si chiama però Lorenzo Sonego: in molti lo consideravano come l’anello debole della compagnia, ma dopo una stagione di basso profilo è riuscito a far emergere tutte le sue qualità da guerriero, giocando delle partite da vero uomo Davis contro Frances Tiafoe e Denis Shapovalov. Il torinese merita soltanto un dieci, un cento e lode per quanto ha fatto.

L’altro Lorenzo, Musetti, rimandato invece al 2023. Almeno da uomo copertina per l’Italia; arrivato a Malaga pieno di aspettative, non si è tenuto conto che il ragazzo di Carrara era probabilmente scarico dopo un mese giocato ad alto livello sul cemento, con il successo di Napoli e i quarti a Parigi-Bercy come highlights. Se alle NextGen Finals aveva già dato segnali di down, lo stesso è successo in Spagna con Taylor Fritz e Felix Auger-Aliassime. In fondo, c’è poco da rimproverargli.

Il doppio titolare Bolelli-Fognini è stato superlativo, almeno nella partita in cui è potuto esserci, quella con gli Stati Uniti. E alla fine anche Volandri ha fatto il possibile da selezionatore, provando a pescare il jolly nel match decisivo con il Canada. Alla fine non è bastato per tornare in finale dopo 24 anni, e le opinioni social si sprecano sull’aver scommesso sul cavallo dimostratosi purtroppo sbagliato e sul non poter convocare un altro quinto giocatore, magari un doppista come Andrea Vavassori. Ma parlare con il senno di poi è facile, facilissimo. Doveva essere la Coppa Davis dell’assenza dei top player azzurri, alla fine resterà ai posteri come quella dell’infortunio decisivo di Bolelli: come è strana la vita..

Foto: LaPresse

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