Editoriali

È sempre Italia caput mundi! MotoGP ciliegina sulla torta di un super 2022, l’El Dorado continua!

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Mancava solo la ciliegina sulla torta dei motori in uno dei migliori bienni che lo sport italiano abbia mai vissuto. Il sontuoso 2021, che noi abbiamo assimilato per qualità e quantità di vittorie ad altri due anni di grazia del passato (1982 e 2006), sembrava inavvicinabile. Eppure in questo altrettanto super 2022 non ci siamo andati così distanti.

Nell’annata in corso l’Italia ha già collezionato ben 16 medaglie d’oro ai Mondiali in specialità olimpiche (diciamo 15 e mezza, dal momento che non è ancora ufficiale se a Parigi 2024 si svolgerà una 35 km di marcia mista oppure una per sesso), con ben 42 podi complessivi: è clamorosamente in lizza per il terzo posto finale, alle spalle delle corazzate USA e Cina. Altro da aggiungere? Il bottino è peraltro ancora migliorabile in vista delle imminenti rassegne iridate di taekwondo (Vito Dell’Aquila e Simone Alessio vi si presenteranno da numeri 1 del ranking) e sollevamento pesi (attenzione ad Antonino Pizzolato, campione d’Europa in carica e detentore del record del mondo nella categoria -89 kg). A fare la voce grossa ci ha pensato il nuoto: memorabili ed indelebili i ben 6 ori ai Mondiali di Budapest tra corsie ed acque libere.

C’è poi un’altra classifica che certifica lo strapotere dello sport tricolore: l’Italia ha vinto il medagliere che contempla tutti i titoli assegnati agli Europei degli sport olimpici. Numeri impressionanti, con addirittura 70 podi in più rispetto alla Francia e ben 66 ori totali! Qualcuno storcerà il naso, eppure abbiamo piacere di sottolineare anche l’ennesimo trionfo ai Giochi del Mediterraneo, rispingendo in extremis l’assalto della Turchia: Italia dunque regina d’Europa e del Mare Nostrum. E l’eclettismo del Bel Paese è stato confermato anche dal quarto posto ai World Games, con tanto di conservazione del primo posto nel medagliere storico dell’evento che accorpa gli sport non olimpici.

A proposito di Olimpiadi: i Giochi Invernali di Pechino non erano andati affatto male. È vero che ci si poteva attendere qualcosa in più in termini di ori (2), tuttavia il bottino di 17 medaglie risulta il secondo migliore della storia dopo Lillehammer 1994. Gli sport invernali hanno denotato in generale un buon stato di salute, sebbene vada sottolineato come stiano molto meglio le discipline del ghiaccio rispetto a quelle della neve (e qui occorrerebbe anche approfondire delle risorse economiche a disposizione di ciascuna delle due Federazioni…).

Il crepuscolo dell’estate e l’autunno ci hanno riservato poi due gemme dal valore inestimabile. Prima il magnifico assolo dei ragazzi della pallavolo, tornati sul tetto del mondo a distanza di 24 anni sotto la sapiente regia del ct Ferdinando De Giorgi; poi l’apoteosi attesa per 50 anni nel Motomondiale, perché da mezzo secolo esatto un centauro italiano non si laureava campione della classe regina in sella ad una moto nostrana. Questo entusiasmante elenco di vittorie certifica nuovamente, ancora e ancora, un’Italia caput mundi nello sport. E, a costo di apparire incontentabili, chissà che non possa materializzarsi un’ultima, gradita sorpresa. Anche questa attesa da lungo tempo.

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