Formula 1

F1, Adrian Newey avverte: “Alcuni team potrebbero avere più potenziale di Red Bull per sviluppare la vettura”

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Potenziale e margini di miglioramento sono concetti che spesso si esprimono parlando di un qualcosa che non si può prevedere a priori, ma si può ipotizzare. Lo si fa per un atleta dalle belle speranze, immaginando un futuro roseo legato alla propria età ed esperienza. Ciò però non è garanzia di successo e i tempi di maturazione possono essere diversi.

In F1 il discorso è un po’ diverso perché spesso chi arriva prima al proprio 100% può conservare lo status quo nel caso in cui di variazioni regolamentari non siano significative. Potrebbe essere il caso della Red Bull che, con il progetto della RB18, ha raggiunto un livello decisamente elevato per le nuove monoposto a effetto suolo.

Un gioiello nato dalla nota mente geniale di Adrian Newey, autentico punto di riferimento dal punto di vista tecnico nel Circus e padre di tante vetture che nel corso degli anni hanno vinto moltissimo: dalla Williams di Nigel Mansell nel 1992 alle vittorie in serie in McLaren e appunto in Red Bull con Mika Hakkinen, Sebastian Vettel e Max Verstappen.

Tuttavia, in una recente intervista ad Auto, Motor und Sport, Newey ha confessato, forse mettendo un po’ le mani avanti, che non vi sia certezza circa la stagnazione dei valori. In altre parole, l’ingegnere britannico non ha escluso che altre squadre, ora in ritardo, potrebbero sviluppare un concept di vettura dal potenziale migliore di quello che Red Bull ha già espresso e difficilmente potrebbe creare.

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Non sappiamo ancora in che modo potremo spingerci con i concept delle macchine e nello sviluppo dei progetti. Forse qualcun altro ha un potenziale di sviluppo molto più grande e attualmente è in ritardo. Continueremo a sviluppare la nostra idea, ovviamente, perché è quella che conosciamo meglio. Ma non penso si possa dire con certezza che la strada imboccata da parte nostra sia la migliore perché altri potrebbero avere optato per un percorso diverso e più efficace“, le parole di Newey.

Foto: LaPresse

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