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F1, Jean Alesi attacca la Gazzetta: cosa è successo ad Abu Dhabi e cosa c’entra la Ferrari

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Gli ultimi giorni sono stati particolarmente agitati in casa Ferrari a causa delle voci riguardanti il possibile licenziamento di Mattia Binotto dal ruolo di team principal. Un’indiscrezione lanciata da alcune testate giornalistiche (in principio era stato Leo Turrini su Il Resto del Carlino, poi si era unita la Gazzetta dello Sport dando per certa l’operazione), che ha mosso le acque in avvicinamento al weekend riservato al GP di Abu Dhabi, ultima tappa del Mondiale F1.

Jean Alesi è intervenuto sulla vicenda ai microfoni di Sky e ha attaccato direttamente la rosea: “Non è vero che la Ferrari doveva vincere quest’anno. Io so delle cose. Quest’anno dovevano presentarsi con la macchina per tornare a vincere e lo hanno fatto. In Italia la voce è arrivata dalla Gazzetta dello Sport. Prima era un giornale serio, adesso non lo è. È solo una palla per far scoop. Io sono un amico della Ferrari, non ho interessi ma conosco la gente che lavora e i dirigenti. La bomba è partita, lasciamo passare il tempo e vedremo chi avrà ragione“.

Il francese si è poi soffermato su un altro punto: “Queste voci sono infondate. Tutti i weekend devi spiegare perché hai vinto e perché hai perso. Queste cose non si fanno a fine anno lanciando una bomba inutile. In 5 anni in Ferrari ho cambiato 3 volte il team principal ed è stato solo dannoso. Per i piloti, per gli ingegneri e per tutti. Quando è arrivato Jean Todt, prima di vincere il campionato ci son voluti 10 anni“.

L’ex pilota non si è minimamente tirato indietro: “Non sono stupito dalle chiacchiere, perché chi le fa partire è gente poco professionale e anche poco informata. È importante ricordarsi la realtà dei fatti. La squadra si è presentata con la miglior macchina e ha fatto tutto il possibile per lottare sia con Mercedes che con Red Bull. Dunque, l’obiettivo era quello e lo hanno raggiunto. Adesso far partire delle voci è solo negativo per la squadra, perché ha bisogno non solo di stabilità ma anche di conforto per fare questo salto. Quando sei vicino che ti manca 1-2 decimi è la cosa più difficile”.

Foto: Lapresse

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