Formula 1

F1, Mattia Binotto a rischio licenziamento secondo Leo Turrini. Circolano i nomi dei sostituti

Pubblicato

il

La Ferrari sta per concludere una stagione al di sotto delle aspettative. Il Mondiale F1 era incominciato brillantemente e la Scuderia di Maranello aveva sognato di tenere testa alla Red Bull nella lotta per la conquista del titolo iridato, ma l’equilibrio è durato giusto qualche Gran Premio e poi Max Verstappen ha iniziato a dominare. L’olandese si è agevolmente confermato Campione del Mondo al volante della Red Bull, mentre Charles Leclerc si trova in lotta per la seconda posto in classifica con Sergio Perez e il Cavallino Rampante è in lizza con la Mercedes per la piazza d’onore tra i costruttori (tutto si deciderà nell’ultimo Gran Premio ad Abu Dhabi).

La Ferrari ha commesso una serie di errori marchiani nel corso di questa annata agonistica, sbagliando più volte le varie strategie e rendendosi protagonista di vere e proprie barzellette (in Brasile la monoposto di Leclerc è uscita con gomme intermedie sull’asciutto). Il team principal Mattia Binotto ha più volte difeso l’operato dei suoi uomini, ma la sua posizione sarebbe in “bilico” stando a quanto scritto da Leo Turrini sulle colonne del Resto del Carlino. L’ingegnere dovrà fornire risposte in merito a “limiti di affidabilità, errori di gestione strategica e al rapporto non sempre fluidissimo con Leclerc“.

Iniziano già a circolare i nomi dei possibili sostituti. Viene caldeggiato Frederic Vasseur (Alfa Romeo), che è stato “il primo team principal di Leclerc in F1, nonché buon amico di Nicolas Todt“. In seconda battuta ci sarebbe anche Antonello Coletta, che al momento guida il vincente settore GT della Ferrari (ma va ricordato che tra poco il Cavallino sbarcherà a Le Mans, dunque appare un avvicendamento poco sensato). Mattia Binotto avrà la fiducia da parte dei vertici aziendali per la stagione 2023 oppure dovrà farsi da parte? Ha già dichiarato che si sta già lavorando da tempo per la vettura della prossima stagione, ma sarà finalmente la volta buona?

Foto: Lapresse

Exit mobile version