Formula 1
F1, Roberto Chinchero: “Ferrari da 9 all’inizio, poi da 5. Preoccupa il trend, è mancato lo sviluppo”
Mettere i puntini sulle “i”. I titoli di coda sono arrivati sulla stagione di F1 ed è stato l’anno della Red Bull e di Max Verstappen, dominatori assoluti del 2022. Un’egemonia sugellata dal 15° sigillo stagionale dell’olandese ad Abu Dhabi a precedere la Ferrari del monegasco Charles Leclerc e il compagno di squadra a Milton Keynes, Sergio Perez.
Per la Rossa un Mondiale dalle tante interpretazioni: da un lato il ritorno alla competitività, dopo il biennio 2020-2021 estremamente negativo; dall’altro il prolungarsi di un digiuno iridato, tenendo conto del successo del finlandese Kimi Raikkonen del 2007.
Un triplice secondo posto si è materializzato per la scuderia di Maranello a Yas Marina: piazze d’onore nella gara singola con Leclerc, nella classifica piloti finale con il monegasco e nella graduatoria costruttori davanti alla Mercedes.
Per valutare questi aspetti e anche altri, ci siamo rivolti a Roberto Chinchero, giornalista e telecronista di F1 su Motorsport.com e su Sky Sport, nell’ultima puntata di Sport2Day (su Sport2U in collaborazione con OA Sport) condotta da Beatrice Frangione.
Si è partiti con l’analisi del GP di Yas Marina e le valutazioni sulla Rossa sono state le seguenti: “Considerando che la gara di Abu Dhabi è arrivata dopo quello del Brasile, è stato un grande risultato. Le premesse che c’erano davano un punto interrogativo sulle prestazioni della Mercedes. La Ferrari non è stata solo davanti alle Frecce d’Argento, ma anche alla Red Bull di Sergio Perez. Un buon finale, ma la stagione della Rossa si presta a mille interpretazioni“.
Volendo proprio interpretare l’annata della scuderia di Maranello, il ragionamento sviluppato da Chinchero ha portato a queste riflessioni: “Se fossimo andati tutti in letargo a febbraio e ci fossimo svegliati ieri, la valutazione è di una Rossa tornata competitiva. E’ un dato di fatto. Il problema però è il trend di questo 2022. Si è cominciato con prestazioni da 9 in pagella, ma la seconda parte è stata da 5 perché, per il potenziale che la F1-75 ha mostrato nei primi 11 GP, vi è stata una regressione. La base di partenza era ottima, per cui tanto di cappello per quanto fatto in inverno a Maranello, ma poi sono emerse delle mancanze in termini di sviluppo, affidabilità e in alcuni casi sul fronte della gestione della gara (comunicazioni e scelte strategiche). E’ il trend, quindi, che preoccupa“.
Ci si è chiesti se l’appuntamento di Imola, quarto stagionale, sia stato il punto di svolta: “Red Bull in quell’appuntamento è riuscita a mettersi a posto, dopo i problemi nei weekend precedenti. In quel fine-settimana è stata la prima volta nella quale RB18 ha imposto il proprio ritmo, senza temere la Ferrari“.
A finire poi sotto la lente di ingrandimento è stato Leclerc: “Ha disputato una grandissima stagione: un paio di errori su 22 gare vanno messi in conto. Quella che è stata disumana è stata la stagione di Verstappen che in pratica, fino alla conquistata del titolo mondiale, è stato “error free” (non ha commesso errori). Comunque, io credo che Charles avrebbe potuto vincere di più: a Monaco e a Silverstone, con una strategia migliore per lui, ci sono stati i problemi di affidabilità a Barcellona e a Buku e a Le Castellet senza quel suo errore. A mio avviso, a Yas Marina c’è stata la sua miglior versione in cui si è manifestato un ottimo equilibrio tra velocità e gestione delle gomme. Questo va sottolineato perché qualche anno fa era un pilota che, sul passo gara legato al degrado, faceva un po’ più di fatica. Ad Abu Dhabi, invece, ha fatto vedere grandi cose“.
Ultimo round che può aver rappresentato i veri valori in pista, con Mercedes più in difficoltà. Scuderia anglo-tedesca che quindi come si rilancerà in vista del 2023? “Sinceramente, io sono tra quelli a essere rimasto stupido dal fatto che Mercedes abbia sbagliato un progetto in maniera così clamorosa. Sarei però stupito ancor di più se la cosa si replicasse nel 2023. A Brackley hanno compreso da subito che non avevano possibilità per lottare per il titolo e hanno sviluppato questa macchina per capire i problemi e non ripeterli l’anno venturo. Se anche nel 2023 la monoposto si rivelasse sbagliata, allora il ciclo sarà fortemente messo in discussione“.
Ultimo capitolo dedicato al ritiro di Sebastian Vettel, al cambio di ruolo di Daniel Ricciardo (dal 2023 terzo pilota Red Bull) e alle novità in griglia: “L’addio di Vettel era nell’aria, non mi ha sorpreso. Mi ha colpito la situazione di Daniel Ricciardo perché il suo non è uno stop volontario. Del resto questo lo aveva detto anche Sainz alcuni mesi fa, cioè i piloti sono sempre sotto esame. Se si sbaglia una stagione, tutto quello che si è fatto precedentemente non ti garantisce nulla perché vieni giudicato per quello che farai nella prossima gara. Sono focalizzato, poi, su Oscar Piastri in McLaren, avrà bisogno di due/tre gare, e sull’abbinamento tra Aston Martin e Fernando Alonso che credo potrà regalarci qualcosa di speciale“.
VIDEO INTERVISTA A ROBERTO CHINCHERO
Foto: LaPresse