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Ginnastica artistica, Fate appesantite dalle cadute ai Mondiali. L’Italia ha un potenziale infinito: squadra da vertice. E le medaglie…

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Dopo la medaglia di bronzo con la squadra nel 2019 e l’argento al volteggio di Asia D’Amato al volteggio nel 2021, l’Italia femminile torna dai Mondiali di ginnastica artistica senza essere riuscita a salire sul podio. La nostra Nazionale ha pagato a caro prezzo le pesanti assenze proprio di Asia e Angela Andreoli (rimaste a riposo per infortunio) ed è stata zavorrata da ben cinque cadute nel team event. Sarebbe bastato un errore in meno per salire nuovamente sul podio e garantirsi in anticipo la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Quella prestazione, altamente insufficiente come l’ha definita il DT Enrico Casella, è il frutto di una serata storta, perché il potenziale delle Fate è decisamente più elevato.

Le azzurre si erano laureate Campionesse d’Europa ad agosto (con due quinti di formazione differente), tre mesi dopo sono state quinte nonostante una prova infarcita di errori. A un punto di distacco dalla medaglia di bronzo conquistata a sorpresa dal Canada. Con una gara pulita e con la rosa a pieno regime questa squadra non deve temere nessuno e non appare esagerato nemmeno pensare a un testa a testa con gli USA. Con i se e con i ma non si fa la storia, ma a Liverpool si è evidenziato ulteriormente quale sia il potenziale di questo gruppo e quanta strada possa fare in vista dei Giochi in programma tra meno di due anni nella capitale francese (la qualificazione passerà dai Mondiali 2023, ad Anversa verranno messi in palio nove posti).

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Martina Maggio si è confermata una ginnasta di assoluto spessore. Nella finale del concorso generale individuale è stata frenata da una caduta alle parallele e poi da una trave comprensibilmente sottotono a causa della botta rimediata in uscita dagli staggi. Il nono posto finale non la rappresenta, anche perché in qualifica era stata quarta. Senza quegli errori il bronzo finito al collo della britannica Jessica Gadirova sarebbe anche potuto essere un obiettivo concreto. Alice D’Amato le è finita subito alle spalle, incappata in una caduta alle parallele e in qualche passaggio critico tra 10 cm e quadrato. Alla genovese va però il merito di aver guadagnato l’accesso alla finale al corpo libero, un attrezzo propriamente non suo.

La 19enne sperava nel pass per l’atto conclusivo alle amate parallele, ma purtroppo è rimasta fuori per una sbavatura. Il posto al quadrato è stato poi ceduto a Martina Maggio, onorevole sesta con un esercizio forse un po’ troppo sottovalutato dalla giuria. Di Giorgia Villa ci è piaciuto lo scossone emotivo dato alle compagne nella finale a squadre e la tonicità dimostrata tra trave e parallele, con la speranza di recuperarla davvero al meglio. Manila Esposito è caduta al corpo libero nella finale a squadre quando l’Italia era ancora clamorosamente in corsa per il podio nonostante gli errori precedenti, ma nel complesso la debuttante è piaciuta per grinta e caparbietà, proprio come l’altra esordiente Veronica Mandriota.

Agli Europei di agosto l’Italia aveva vinto il medagliere con 2 ori, 3 argenti e 2 bronzi. Ai Mondiali non sono arrivati podi, ma è un zero che non fa paura e non crea allarmi: la nostra Nazionale è più forte che mai e avrà ancora ampio spazio per tornare a vincere e festeggiare medaglie.

Foto: Simone Ferraro/FGI

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