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Ginnastica artistica, l’Italia maschile mette le Olimpiadi nel mirino: all-arounder o specialisti? Il grande dubbio e i nomi in ballo

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L’Italia ha conquistato uno storico quarto posto nella gara a squadre dei Mondiali 2022 di ginnastica artistica. Si tratta del miglior piazzamento dell’ultimo mezzo secolo, visto che prima del grandioso risultato di Liverpool non si era andati oltre a un quinto posto nel 1962. Gli azzurri si sono fermati a 1,2 punti dalla medaglia di bronzo e per capire l’importanza di questo risultato basti pensare che la nostra Nazionale maschile è salita sul podio iridato nel team event soltanto in tre occasioni: sempre sul terzo gradino e prima della Grande Guerra (1909, 1911, 1913).

Soltanto una caduta nell’ultima rotazione al cavallo con maniglie ha privato l’Italia di un alloro che sarebbe stato leggendario nella gara che premia la validità, la solidità e la profondità del movimento ginnico di un intero Paese. I Moschettieri hanno ritrovato il loro posto ai vertici della Polvere di Magnesio, dopo il mesto 19mo posto di sette anni fa e l’amara 13ma piazza del 2019. Un gruppo coeso, cementato, unito, variegato che è andato a un passo dal conquistare la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024 (manchiamo ai Giochi da Londra 2012…) e che cercherà di centrare l’obiettivo ai Mondiali 2023.

Tra undici mesi, ad Anversa, verranno messi in palio nove pass e i ragazzi del DT Giuseppe Cocciaro hanno dimostrato di poter tenere banco. In Belgio si dovrà puntare su un quintetto capace di lavorare bene su tutti gli attrezzi sfruttando i vari incastri. Di fatto è quello che si è visto agli Europei di agosto (conclusi con uno storico argento) e appunto in terra britannica la scorsa settimana. Si andrà poi, eventualmente, ai Giochi con una formazione che proverà ad ambire al podio nel team event o si punterà su altre scelte, considerando la complessità di quell’impresa? 

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Questo è il grande rebus che andrà sciolto, perché al momento sono rimasti esclusi grandi specialiti: gli anellisti Marco Lodadio e Salvatore Maresca (rispettivamente argento e bronzo ai Mondiali 2021), i volteggisti Thomas Grasso (quarto a Kitakyushu lo scorso anno) e Niccolò Vannucchi (bravissimo anche al corpo libero), il cavallista Edoardo De Rosa. Senza dimenticarsi di due ottimi all-arounder come Nicolò Mozzato e Stefano Patron (fuori per infortunio). Si ripartirà sicuramente da Nicola Bartolini (vera anima di questa squadra ed ex Campione del Mondo al corpo libero), i generalisti Yumin Abbadini e Lorenzo Casali sono decisamente validi, Matteo Levantesi garantisce ottime parallele (finalista europeo) e ha la coperta lunga su altre specialità.

Carlo Macchini è una stella alla sbarra (quarto ai Mondiali 2021, quest’anno meno pimpante ma è dotato di un talento rimarchevole) e ha dimostrato di essere solido anche al cavallo, Mario Macchiati era riserva a Liverpool, Marco Sarrugerio merita una menzione, Ludovico Edalli è un veterano (ha partecipato alle ultime due Olimpiadi) e si sta specializzando per essere utile alla squadra (sta crescendo soprattutto sugli staggi). Insomma c’è tanta carne al fuoco e il gruppo allargato assicura notevoli garanzie, merito del lavoro svolto negli ultimi anni. Senza dimenticarsi di qualche giovane che potrebbe esplodere in maniera dirompente nei prossimi mesi.

Al Direttore Tecnico il compito di trovare la giusta cesellatura, come ha dimostrato di sapere fare nelle ultime due grandi uscite internazionali. Il problema è che ci sono soltanto cinque posti a disposizione per Parigi 2024 (come per i Mondiali) e sarà inevitabile fare delle esclusioni dolorose. Con la convinzione che alle Olimpiadi si dovrà andare anche per cercare qualche medaglia a livello individuale: le Finali di Specialità rappresentano il forziere dei medaglieri (sei titoli in palio contro i due di squadra-concorso individuale) e bisogna inevitabilmente puntare su quelle se si vuole avere una maggiore possibilità di tornare a casa con qualcosa di concreto in mano.

Photo LiveMedia/Filippo Tomasi

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