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‘Maurizio racconta’: ginnastica artistica, rebus specialisti. Nel judo serve la meritocrazia

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ITALIA MAI COSÌ FORTE NEL JUDO, MA ORA SERVE LA MERITOCRAZIA

Sono appena uscite le prime liste del ranking olimpico di judo, per quanto riguarda Parigi 2024. Quello che spicca agli occhi è che, al momento, sarebbero addirittura ben 17 gli atleti azzurri qualificati per i Giochi francesi. Dunque una media di più di un atleta per categoria di peso (includendo maschi e femmine). Un risultato straordinario. Anche se – lo sappiamo – da regolamento una nazione potrà schierare un solo judoka per categoria, ci lascia stupiti il progresso tecnico che sta avendo questa disciplina nell’attuale quadriennio olimpico, sotto la guida dei CT Francesco Bruyere, Raffaele Toniolo e Raffaele Parlati. Abbiamo tanti giovani talenti assieme a campioni già affermati, che costituiscono un mix esplosivo. Ma, dal mio punto di vista, c’è una cosa che vorrei venisse gestita meglio da parte della Federazione: dovrebbero darsi le stesse possibilità di partecipare alle gare che ‘contano’ (Grand Slam, Grand Prix e Mondiali) a tutti i candidati al pass, siano essi giovani o affermati. Se si schierano alcuni atleti in gare che assegnano meno punti per ranking, non si dà la possibilità di giocarsi equamente il lasciapassare a Cinque Cerchi. A meno di infortuni, ad ogni gara ‘pesante’ devono essere simultaneamente schierati i due migliori interpreti di ogni categoria. La meritocrazia deve essere sempre prioritaria ed al di sopra delle ‘prime donne’, per creare così i presupposti di una battaglia (sportiva) ad armi pari, oltre a non far dormire sugli allori chi è davanti nel ranking in modo da mantenere sempre alta la competitività interna.

GINNASTICA ARTISTICA, REBUS SPECIALISTI IN CAMPO MASCHILE

Si sono appena conclusi i Mondiali di ginnastica artistica a Liverpool, con un risultato storico per la polvere di magnesio azzurra: è la prima volta che entrambe le nazionali figurano in top5 (concorso a squadre) nella stessa edizione della manifestazione iridata (quarti i maschi e quinte le femmine). Per capire la portata di questa impresa, solo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono riusciti, assieme al Bel Paese, a centrare la top 5 in entrambe le sezioni. Esiste però una differenza: se da un lato la compagine femminile presenta anche delle specialiste in ognuno dei quattro attrezzi in grado di puntare anche al podio a Cinque Cerchi (Alice D’Amato alle parallele, Asia D’Amato al volteggio, Martina Maggio al corpo libero, Angela Andreoli alla trave e sul quadrato, la stessa Vanessa Ferrari nel suo storico attrezzo), purtroppo per gli attuali titolari al maschile non possiamo affermare la stessa cosa. La situazione cambierebbe, invece, inserendo degli specialisti in squadra. Diciamolo senza mezze parole: la missione di ogni federazione ai Giochi Olimpici è quella di fornire al CONI la formazione che abbia le maggiori chance di apportare medaglie alla spedizione azzurra, e alla fine del quadriennio si tirano le somme contando ovviamente questa variabile. In questo senso, credo che nel 2023 i tecnici debbano prendere decisioni, anche dolorose, per alcuni atleti, nel bene del risultato finale. A mio parere, atleti come Salvatore Maresca o Marco Lodadio non possono essere lasciati fuori dalle convocazioni olimpiche, anche a costo di perdere qualche posizione nel concorso a squadre, dove onestamente la top 3 sarebbe difficilissma da conquistare, almeno a Parigi 2024. Senza scordarci che da dietro spingono i più giovani (ricordiamolo, la squadra juniores ha vinto l’oro europeo a Monaco di Baviera) e con un quadriennio completo davanti, saremo molto più attrezzati sia nei concorsi all-around sia nelle singole specialità in ottica Los Angeles 2028.

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’

Maurizio Contino

Foto: Simone Ferrari / FGI

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