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MotoGP e Superbike, per Ducati il 2022 sarà un annus mirabilis? Entrambi i Mondiali sono a portata di mano…

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Per Ducati il 2022 potrebbe rivelarsi un vero annus mirabilis. La Casa di Borgo Panigale ha, infatti, la concreta possibilità di realizzare un’impresa inedita nella sua storia, la quale ha peraltro pochi precedenti tout-court. Parliamo dell’opportunità di vincere nella stessa stagione il Mondiale sia in MotoGP che in Superbike. Il tal senso, la situazione è florida. Nei prototipi Francesco Bagnaia ha 23 punti di vantaggio su Fabio Quartararo quando ne restano 25 a disposizione. Invece, nelle derivate di serie, Alvaro Bautista vanta un margine di 82 lunghezze su Toprak Razgatlioglu, che ne può marcare al massimo 124.

Di fatto, sia al venticinquenne piemontese che al trentottenne castigliano sarà sufficiente evitare cadute per completare l’opera. Domenica 6 novembre, a Pecco basterà concludere 14° per archiviare la pratica. Invece allo spagnolo servono 43 punti da qui a fine anno per chiudere il discorso. Considerati i valori in campo nella Superbike, dove tre uomini fanno il bello e il cattivo tempo, raccogliere la cifra di cui sopra fra quattro gare “vere” e due Superpole race significa limitarsi a “fare il compitino”.

Insomma, il più è compiuto e il tavolo è pronto. Tovaglia, piatti, posate, bicchieri e tovaglioli sono già in posizione; gli inviti per il banchetto spediti e i posti già assegnati. Ora si aspetta che gli chef, in cucina, completino la cottura delle loro pietanze. Bisogna solo evitare di rompere le uova, in maniera tale da non cucinare la proverbiale “frittata” anziché qualche “manicaretto”. D’altronde Ducati ha fame. Attende da tanto tempo questo momento. Sono passati 15 anni dall’unico titolo in MotoGP (Casey Stoner nel 2007) e ben 11 dall’ultimo in Superbike (Carlos Checa nel 2011). Sarebbe un peccato rovinare tutto sul più bello.

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A Borgo Panigale, peraltro, potrebbero abbuffarsi come mai in precedenza. Nel 2007, stagione di grazia fra i prototipi, il Mondiale delle derivate di serie andò invece a James Toseland, che dopo aver trionfato nel 2004 proprio in sella a una 999, aveva cambiato parrocchia, trasferendosi alla Honda. L’accoppiata MotoGP-Superbike sarebbe quindi una novità assoluta per l’azienda bolognese, anche perché è capitata raramente.

Proprio Honda è stata a lungo l’unica Casa ad aver compiuto l’impresa. Il colosso di Tokyo ha firmato la doppietta tre volte, seppur in tempi ormai lontani. Nel 1989 con Eddie Lawson e Fred Merkel, nel 1997 con Mick Doohan e John Kocinski, nel 2002 con Valentino Rossi e Colin Edwards. Poi è arrivata Yamaha, che di one-two ne ha chiusi due. Nel 2009 con Valentino Rossi e Ben Spies, nel 2021 con Fabio Quartararo e Toprak Razgatlioglu.

Dunque Ducati diventerebbe la prima azienda non giapponese a completare il trionfo. Peraltro, come si può evincere dall’elenco di cui sopra, sarebbe anomala la tempistica. Di solito il tandem iridato si allinea ad almeno un lustro di distanza da quello precedente, non per due anni di fila. Domenica appuntamento con la MotoGP, dopodiché i due weekend del 12-13 e del 19-20 chiuderanno la Superbike e a Borgo Panigale sapranno se potranno ricordare questo 2022 come una stagione di grazia.

Foto: MotoGPpress.com

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