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MotoGP, Francesco Bagnaia: “Ora mi sento libero, ma ho ancora tante cose da imparare. Se ripenso a 6 anni fa…”

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VALENCIA – Francesco Bagnaia e la Ducati sono campioni del mondo! Il pilota torinese chiude al nono posto il Gran Premio della Comunitat Valenciana, ventesimo ed ultimo appuntamento del Mondiale di MotoGP 2022, e può finalmente festeggiare il suo primo titolo nella classe regina. Un risultato storico per il pilota torinese e per la scuderia di Borgo Panigale, un binomio che ha riportato al successo una moto italiana dopo ben 15 anni. Nel caso di “Pecco”, invece, si tratta di una lunga scalata, iniziata nel 2013 nella classe più leggera, passata per il titolo in Moto2 del 2018, fino al trionfo odierno.

Il primo pensiero del classe 1997 si sposta alla stagione 2016, l’ultima in Moto3 per il torinese, un momento che, con il senno di poi, ha davvero segnato la sua carriera: “Prima dell’avvio di quella stagione avevo scommesso con il mio team Aspar e con Gigi (Dall’Igna ndr). Se avessi conquistato almeno 2 vittorie avrei avuto l’occasione di provare la Ducati di MotoGP. Loro mi dissero ‘ok’ convinti che la Mahindra non mi avrebbe permesso di centrare quei risultati, invece ce l’ho fatta (“Pecco” effettivamente vinse ad Assen e Sepang ndr) – sorride nel corso della conferenza stampa post-GP – Quando ho avuto modo di effettuare quel test è stato qualcosa di incredibile. Passare da una Moto3 ad una con quella potenza, le mie sensazioni erano incredibili. Un sogno che si realizzava, in poche parole. Poi, da quel momento in avanti, ho vissuto tanti alti e bassi, ma non ho mai perso l’ambizione di vincere e sono molto orgoglioso di me stesso. Ho un livello di felicità massimo in questo momento e solamente sei anni fa non potevo che sognarlo. Io ho dato tutto quello che avevo, ma ho anche avuto la fortuna di incontrare nel mio cammino tante persone speciali che mi hanno permesso di raggiungere questo obiettivo”. 

Tornando al presente, un’ultima gara che ha nascosto parecchie insidie, ma Bagnaia sottolinea un aspetto importante: “Sapevo che avevamo la velocità per centrare un grande risultato e le ultime gare l’hanno confermato. Chiudere terzo in Australia e vincere a Sepang, poi, mi ha concesso quel margine ideale per arrivare qui a Valencia e controllare la situazione. Oggi è stata dura, sia perché ho perso un’ala in avvio, sia perché tutto il weekend non mi aveva dato grandi risposte. Per fortuna avevo costruito basi solide nella seconda parte di stagione”.

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Cosa cambia un pilota vincere il titolo? “Mi sento più libero. Dopo tanta fatica è importante raggiungere un risultato simile, ma non deve essere un punto di arrivo. Non bisogna mai smettere di imparare e crescere. Ho ancora molte cose da migliorare e capire, anche solo come parlare con i giornalisti – scherza -. Ho solo 25 anni e ho tempo davanti a me, anche come uomo sto ancora crescendo, fa parte della vita. In queste cose sì, mi sento più libero”.

Dal nostro inviato Federico Militello

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