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MotoGP. Honda, una pessima idea affiancare Marquez e Mir? La difficile convivenza può frenare lo sviluppo

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Nelle ultime settimane si è discusso parecchio relativamente alla potenziale coabitazione spinosa tra Francesco Bagnaia ed Enea Bastianini in seno al Ducati Factory Team. D’altronde sono connazionali e coetanei, rivali da quando correvano nelle minimoto e provenienti da ambienti formativi differenti. Peraltro hanno due personalità forti, seppur in maniera totalmente diversa. In comune c’è, però, la medesima ambizione. Anzi, il riminese sogna di strappare al piemontese il ruolo di Campione conquistato nel 2022. Insomma, gestire queste dinamiche non sarà semplice.

Cionondimeno, allargando gli orizzonti e uscendo dalla visione italo-centrica, bisogna prendere atto di come nel panorama della MotoGP 2023 ci sia una coppia ben più pronta a scoppiare di quella imbastita da Borgo Panigale. Il riferimento è al tandem creato da HRC, che ha deciso di affiancare Joan Mir a Marc Marquez. Questa rischia davvero di essere una convivenza impossibile, perché i due hanno già avuto diverse schermaglie a mezzo stampa.

Anche in questo caso si parla di due conterranei, entrambi spagnoli e, per di più, già Campioni del Mondo. Proprio il titolo vinto da Mir nel 2020 è stato causa di uno degli screzi più forti. Marquez, di fatto assente tutto l’anno, derubricò l’affermazione del centauro Suzuki a quella di chi “aveva corso da ragioniere, vincendo una sola gara”. Il maiorchino non la prese bene, ritenendo (a ragione) più che legittima la propria affermazione, seppur in un’annata particolare.

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Difatti, nella primavera 2021, Mir tirò un’indiretta frecciata non da poco al rivale, dichiarando che “Valentino Rossi è sempre stato il mio idolo e, io, gli idoli non li cambio”. Un chiaro riferimento al rapporto tra Marquez e il Dottore. MM93 all’inizio della sua carriera sbandierava come il numero 46 per antonomasia fosse “il suo idolo”, salvo poi “rinnegarlo” una volta raggiunto il palcoscenico più prestigioso.

Se queste sono le premesse, saranno scintille. Faville che rischiano di generare un incendio in tempi piuttosto rapidi. Honda è difficoltà, la RC213V si è ammalata e proprio non si riesce a trovare la cura. Marquez non ha fatto mistero di voler dettare la linea dello sviluppo, allo scopo di adattare il più possibile la moto al proprio stile di guida. Però è inverosimile pensare che Mir possa accettare un ruolo da comprimario sotto questo aspetto.

Peraltro HRC non è abituata a gestire due galli nello stesso pollaio. Per tredici stagioni, dal 2006 al 2018, uno dei due piloti del team è stato Dani Pedrosa, probabilmente il centauro più forte di ogni tempo a non aver mai vinto un Mondiale. “L’incompiuto di Sabadell” sapeva però essere un perfetto “uomo squadra”, senza generare alcun genere di problematica. È stato in grado di convivere, senza scompensi, con Casey Stoner prima e con El Cabroncito poi.

La coppia stellare Marquez-Lorenzo, creata nel 2019, di fatto non è mai esistita. Jorge era già in pieno declino e disputò una stagione anonima. Dopodiché tra le disgrazie di MM93 e l’arrivo di Pol Espargarò, buon pilota senza però la capacità di “fare la differenza”, HRC è finita un po’ allo sbando. La domanda è se la formazione “a due punte” sia quella migliore per ritrovare la gloria perduta, oppure se sia stata una pessima idea, perché genererà una problematica in più da risolvere oltre a quelle legate a una moto diventata un rompicapo.

Foto: MotoGPpress.com

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