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MotoGP, Yamaha e Honda costrette a inseguire la Ducati nel 2023: soluzioni poco convincenti nei test a Valencia

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La MotoGP ha chiuso i battenti per questo 2022 e il pensiero va ai test Irta sulla pista di Sepang (Malesia) nel mese di febbraio dell’anno venturo per varare lo sviluppo sulle moto nell’ottica del campionato 2023. La stagione che si è chiusa è stata nel segno della Ducati, che ha vinto tutto quello che c’era da vincere, entrando di diritto nella storia.

La moto di Borgo Panigale è stata dominante nel corso dell’annata, conquistando l’iride con netto anticipo tra i costruttori, e consentendo anche a Francesco Bagnaia di prodursi in una rimonta che non si era mai vista: dai -91 punti del Sachsenring ai 17 di Valencia.

E così spetta a Yamaha e a Honda riboccarsi le maniche e capire cosa fare. La scuderia dei tre diapason, forse, si era un po’ illusa che sarebbe bastato contare su un pilota straordinario come Fabio Quartararo per portare a casa l’iride. La stabilità trovata da Pecco, sulla GP22, ha cambiato lo scenario e per El Diablo non c’è stato molto da fare. Un discorso del genere lo si può fare per la Casa di Tokyo, dispersa per gran parte della stagione e priva del suo riferimento principale, Marc Marquez, per infortunio.

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Nei test i team nipponici hanno messo in pista tanto materiale per cercare di migliorare tutti gli aspetti: la M1 ha girato con nuovi aerodinamica, telaio e motore; la RC213V con nuova carena e accorgimenti aerodinamici in stile Ducati. La sintesi di ciò però è stata un risultato insufficiente.

Sia Quartararo che Marquez hanno parlato chiaro e gli upgrade non sono stati tali da permettere un sensibile step in avanti. Al contrario di una Ducati che sforna sempre qualcosa di nuovo per rendere più maneggevole la propria moto, per Yamaha e Honda il discorso si fa decisamente più complicato e, prendendo spunto da alcune parole di Marc, il titolo così non si vince.

Foto: MotoGP.com Press

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