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NextGen Finals 2022: Lorenzo Musetti punta alla vittoria, Draper e Nakashima le insidie

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In una situazione normale, queste Next Gen ATP Finals sarebbero state caratterizzate dal duello tra Lorenzo Musetti e il danese Holger Rune. Quest’ultimo, però, ha dato forfait in virtù del proprio nuovo status di prima riserva alle ATP Finals, dovuto al successo nel Masters 1000 di Parigi-Bercy.

All’atto pratico, questo significa che il toscano diventa in maniera automatica il favorito numero uno della competizione di Milano dalle regole, per così dire, particolari. Del resto parlano per lui i risultati e soprattutto una seconda metà di 2022 tutta da incorniciare, partendo dall’ATP 500 di Amburgo portato via a Carlos Alcaraz e finendo con il colpo di mano al Palais Omnisports, dove si è concesso il lusso di eliminare il numero 3 del mondo, il norvegese Casper Ruud, ed approdare così ai primi quarti di categoria in carriera.

L’evoluzione del classe 2002 di Carrara, balzato da fuori dai primi 60 alle soglie della top 20, è viva testimonianza di come, rispetto al 2021, i progressi siano stati importanti soprattutto lontano dalla terra rossa. Ed è un cammino, questo, che può consentirgli di mettere in scena un 2023 d’assalto, di quelli che possono portarlo definitivamente a caccia di traguardi importanti sulle orme di Matteo Berrettini e Jannik Sinner.

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Musetti, si diceva, è diventato l’uomo da battere a Milano. Ma non è l’unico che può ambire al successo conclusivo. Nel suo stesso girone (in cui affronta tutti giocatori mai incontrati prima) c’è il britannico Jack Draper, mancino che si è affrancato in maniera netta dal ruolo di specialista dell’erba, benché quella resti la sua specialità. Parliamo ormai di un giocatore in grado di esprimersi perfettamente sul resto del panorama veloce, un pericolo anche per i big, uno che ha trascinato Alcaraz al terzo set a Basilea e che ha scalato più di 200 posizioni nel 2022. In questo cammino ci sono anche gli scalpi di Tsitsipas a Cincinnati e Auger-Aliassime a New York, e tanto basta per far capire che il ragazzo di Sutton, parte sud di Londra, è già pronto per dare fastidio ai grandi.

C’è un terzo giocatore che gode di indubbio credito, anche se ha ottenuto meno risultati degli altri due, ed è l’americano Brandon Nakashima. Entrato in top 50, deve tale situazione al fatto che ha vinto l’ATP 250 di San Diego, in cui non ha però incontrato nomi di spicco. Con questi ultimi è riuscito a giocare anche buone partite, ma è ancora un po’ indietro soprattutto sulla questione intensità, che è la differenza intercorrente tra i migliori e quelli che aspirano a diventare tali. Dovrebbe essere comunque lui a portare a casa il girone Rosso; uno tra Musetti e Draper (con la variabile impazzita Stricker) dovrebbe inevitabilmente averlo di fronte in semifinale.

Ritornando proprio a Musetti, vale la pena rimarcare come il toscano si sia definito cresciuto sotto due aspetti. Uno è quello personale, l’altro è legato ai cambiamenti tecnici, soprattutto quello legato al cambiamento del servizio. Quest’ultimo colpo viaggia ora molto meno a corrente alternata, e passa anche da qui la grande continuità avuta nelle ultime settimane. Suona utile ricordare il tipo di risultati ottenuti dopo gli US Open: a parte due primi turni, parliamo di due semifinali e una vittoria a livello 250 e un quarto 1000. Con queste credenziali è abbastanza chiaro comprendere il nome del principale candidato ad aggiungersi a Chung, Tsitsipas, Sinner e Alcaraz nell’albo d’oro.

Foto: Victor Joly / Shutterstock.com

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