Nuoto
Nuoto, l’Italia ha capito l’importanza della vasca corta. Diverse novità a Riccione e qualche nota stonata
C’era una volta la vasca corta che era un affare per pochi, che veniva ritenuto il parente poverissimo della vasca lunga e che non attirava i protagonisti del nuoto italico. Oggi la vasca corta è una parte importante della stagione, propedeutica alla vasca lunga perché virate e subacquee fanno guadagnare centesimi preziosi anche quando poi la parte nuotata vale molto di più.
C’era una volta il Campionato Italiano Assoluto invernale in vasca lunga, che già serviva a far capire che la ricreazione era finita e che bisognava tornare a gareggiare sulle distanze olimpiche dopo le divagazioni sul tema autunnali. Tutto questo oggi non c’è più: merito della ISL che è stata una importante variazione sul tema, merito dei tecnici che hanno capito il valore di questo intervallo fra una stagione e l’altra che assegna medaglie importanti e che dunque hanno impostato lavori specifici per rendere sempre più competitivi gli atleti.
Quello di Riccione che si è appena concluso è stato un Campionato Italiano anomalo ma non per questo meno interessante. Nato fra lo scetticismo generale perché fuori stagione, anticipato, in un’annata in cui le energie erano già al lumicino perché la sequenza Mondiali-Europei in casa le ha prosciugate quasi tutte, ha comunque regalato spettacolo e qualche risultato interessante, conferme e sorprese a dimostrazione che il mondo del nuoto azzurro sa rigenerarsi anche quando i big tirano il fiato.
Le assenze erano pesanti: Gregorio Paltrinieri, Nicolò Martinenghi, Thomas Ceccon, a cui si sono aggiunti all’ultimo l’enfant prodige Lorenzo Galossi e Gabriele Detti, oltre all’infortunato Lorenzo Zazzeri e in più chi è arrivato con la qualificazione già in tasca non ha certo preparato l’evento come avrebbe fatto in caso contrario: i vari Alberto Razzetti, Simona Quadarella, Margherita Panziera hanno vinto ma senza i fuochi d’artificio cronometrici di cui sono spesso capaci. Per loro Riccione, giustamente, è stata solo una tappa di passaggio.
A vincere e convincere ci hanno pensato Benedetta Pilato, ancora regina della rana con tempi di livello internazionale sia sui 100 che sui 50, Matteo Ciampi, Lorenzo Mora e Simone Cerasuolo che si sono confermati sui livelli del Nico Sapio attraverso il quale avevano già ottenuto la qualificazione ai Mondiali.
Restava poco? Niente affatto. Dal cappello a cilindro sono spuntati altri atleti, alcuni molto attesi come due campioni del mondo che volevano difendere il titolo conquistato un anno fa ad Abu Dhabi, Alessandro Miressi, qualificato nonostante l’influenza lo abbia debilitato, e Matteo Rivolta, che in extremis ha strappato la qualificazione, portandosi dietro uno dei nomi nuovi della velocità azzurra, Paolo Conte Bonin, secondo a un soffio dal campione del mondo in carica.
A Melbourne voleranno tre specialisti dei 200 misti, Sara Franceschi, sempre più continua ad alto livello, Costanza Cocconcelli che sa fare, bene, tutto se si parla di velocità o di misti, e Ilaria Cusinato che sta ritrovando giorno dopo giorno la verve dei giorni migliori e sarà in gara nei 200 farfalla e nei 400 misti e una specialista del dorso come Silvia Scalia, al terzo Mondiale in corta con l’ambizione di prendersi due finali, nei 50 e nei 100.
Arriveranno anche degli upgrade o ripescaggi per usare l’espressione italiana: Silvia Di Pietro, Leonardo Deplano, Manuel Frigo e Martina Carraro sembrano gli indiziati principali, ma anche Marco Orsi, Chiara Tarantino e Ilaria Bianchi qualche chance potrebbero averla, vista la quantità di staffette che attende il clan azzurro.
I nomi nuovi che sono emersi dalla kermesse riccionese non mancano di certo: da Gabriele Mancini, 20 anni, capace di dominare i 200 rana e far segnare il terzo tempo all time in Italia, a Giordana Artic, vincitrice dei 400 stile libero a 19 anni, fino ad arrivare al trionfatore degli 800 stile libero con tanto di personale sbriciolato, Davide Marchello.
C’è anche qualche nota stonata: l’Italia non avrà sicuramente le due staffette 4×200 al via e il problema per queste specialità si prolunga visto che il 2022 non è stato certo esaltante per i duecentisti azzurri. Si rischiano di perdere per strada alcuni grandi protagonisti della stagione passata in corta: Michele Lamberti che dodici mesi fa strabiliava all’Europeo e quest’anno non è mai stato competitivo, oppure Arianna Castiglioni che sembra aver perso quella determinazione che aveva caratterizzato il post-Tokyo e deve riprendersi in fretta perché le Olimpiadi del possibile riscatto sono dietro l’angolo. La speranza è che entrambi, come qualche altro protagonista dell’estate italiana, stiano solo attraversando un transitorio momento difficile che possa essere superato in fretta perché le qualità non mancano di certo.
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