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Pagelle Polonia-Argentina 0-2, voti Mondiali calcio 2022: Enzo Fernandez e Alvarez grandi protagonisti

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PAGELLE POLONIA-ARGENTINA 0-2

Polonia

Szczesny, 8: secondo rigore consecutivo neutralizzato, questa volta al n.10 dell’Argentina Messi con una grandissima parata con la mano di richiamo. Il portiere della Juventus sta giocando un Mondiale stratosferico, incolpevole sui due gol subiti.

Bereszynski, 5.5: in difficoltà a limitare le giocate di Di Maria, è dalla sua fascia che l’Argentina spinge di più e da cui nascono le migliori occasioni. Rivedibile (dal 75′ Jedrzejczyk s.v.).

Glik, 6: il muro polacco, il difensore del Benevento regge alle folate argentine. Grande corsa e sacrificio, a controllare i compagni di reparto e tutto l’attacco sudamericano. Sfiora il pareggio subito dopo il gol con un colpo di testa da calcio di punizione.

Kiwior, 6: le gerarchie del CT in questo Mondiale sono ormai chiare, il difensore dello Spezia ha superato il veterano Bednarek ed è lui il compagno di Glik. Rischia di combinarla grossa all’85esimo quando serve involontariamente Lautaro Martinez che sbaglia a tu per tu con Szczesny, riscattandosi con un salvataggio sulla linea nel recupero che vale un biglietto per gli ottavi di finale.

Cash, 5.5: primo tempo in cui spinge molto bene in fase offensiva, mettendo più volte in difficoltà Acuna, che a sua volta non trova sempre preparato il polacco sempre sul pezzo in difesa. Nel secondo tempo invece anche lui è costretto ad abbassare il proprio raggio d’azione.

Krychowiak, 5.5: non si vede quasi mai, schermato dal centrocampo argentino tocca pochissimi palloni e non fornisce niente alla pochezza della manovra polacca. Ancora più invisibile nella seconda frazione, viene sostituito per non rischiare l’espulsione in un momento in cui a decidere la seconda qualificata del gruppo C è il fair play (dal 83′ Piatek s.v.).

Bielik, 5.5: leggasi Krychowiak, anche lui completamente invisibile in fase di impostazione si limita a tenere stretti i reparti per concedere meno spazi possibili agli avversari, si perde Mac Allister in occasione del gol subito. (dal 62′ Szymanski, 5.5: rinuncia anche lui a giocare a calcio, si limita a coprire e a limitare il più possibile il passivo).

Frankowski, 5.5: sempre pronto al raddoppio su Di Maria, rarissime le volte in cui si sgancia per provare a dar man forte all’attacco polacco; e dopo un primo tempo in ombra viene subito sostituito dal CT (dal 46′ Kaminski, 5.5: è entrato quasi come un fantasma, non venendo praticamente mai servito in un secondo tempo da incubo per la Polonia).

Zielinski, 5.5: già la Polonia attacca poco, se poi quando conquista dei calci di punizione vengono battuti in maniera alquanto rivedibile, allora segnare sarà proprio dura. Sparisce completamente dal campo nel secondo tempo.

Swiderski, 5: più ala destra che seconda punta. Aiuta Cash in copertura togliendo un po’ di compiti difensivi a Zielinski, non si vede quasi mai in attacco, ma come tutta la sua squadra. Non rientra in campo dopo l’intervallo. (dal 46′ Skoras, 5.5: anche lui non porta la scossa sperata, inserendosi benissimo nel tracollo collettivo).

Lewandowski, 6: si sbraccia per tutto il primo tempo per far salire la squadra, è completamente solo contro i difensori argentini. La palla lunga la prende quasi sempre lui, le sue spizzate però non trovano una volta un suo compagno, tutti troppo concentrati a difendere.

CT Michniewicz, 5: la scelta di Swiderski al posto di Milik è chiara indicazione sul come ha preparato la partita, prima si pensa a difendere e poi forse ad attaccare. Difesa esasperata anche nel secondo tempo, quando l’unica indicazione che fornisce ai suoi è di non farsi ammonire. Strappa la qualificazione agli ottavi per il criterio del fair play, ci si attendeva molto di più in queste prime tre partite dalla sua Polonia, e dovrà decisamente cambiare registro per la sfida con la Francia.

Argentina

E. Martinez, 6: si deve destreggiare con i piedi in un paio di situazioni sul pressing alto portato dai polacchi, cavandosela tutto sommato bene. Per il resto ordinaria amministrazione, praticamente mai chiamato in causa da un attacco nullo della Polonia.

Molina, 6.5: sempre pronto a sovrapporsi a Di Maria, l’esterno è costantemente quasi sulla linea degli attaccanti. La sua spinta e le sue corse lo portano a sfornare un cross basso al bacio per il vantaggio di Mac Allister.

Otamendi, 6: la guida della difesa argentina, il difensore del Benfica fa valere la sua esperienza e riesce in questo primo tempo a tenere a bada un avversario per niente semplice, tale Robert Lewandowski.

Romero, 6.5: veloce nelle corse all’indietro e sempre attento in copertura sulle ripartenze polacche, dopo la panchina della seconda giornata torna titolare e risponde presente.

Acuna, 5.5: troppi errori, anche elementari, quando è in possesso della palla. Più propositivo che attento alla fase difensiva lascia un po’ troppa libertà a Cash quando la Polonia prova a ripartire. Non cambia la musica nel secondo tempo, quando si concretizza la staffetta con il titolare degli ultimi 30 minuti (dal 59′ Tagliafico, 6: senza sbavature alza la qualità della fascia sinistra argentina, non è mai impensierito in difesa dagli avversari).

De Paul, 6: tanta corsa e grinta per la mezz’ala ex Udinese ora all’Atletico Madrid, anche se è il meno appariscente e coinvolto del centrocampo argentino.

E. Fernandez, 7: si prende la titolarità a suon di prestazioni e dopo il meraviglioso gol del 2-0 al Messico; pulito, veloce e preciso nel giro palla non tradisce le aspettative di Scaloni. Si sposta a sinistra quando entra Paredes, ma il suo rendimento non cala, anzi. Assist da mago nella combinazione scuola River per il gol di Alvarez (dal 80′ Pezzella s.v.).

Mac Allister, 7: una sola giocata degna di nota nel primo tempo, l’imbucata per Alvarez alla mezz’ora. Poi inizia il secondo tempo, e segna un gol importantissimo per la sua nazionale incrociando perfettamente sul palo lontano (dal 84′ Almada s.v.).

Di Maria, 6: si scambia più volte con i suoi compagni d’attacco, togliendo completamente i punti di riferimento alla difesa della Polonia; quando ha la palla lui si ha sempre la sensazione che possa succedere qualcosa. Al 32′ prova il gol Olimpico direttamente da calcio d’angolo, il suo compagno di club Szczesny non si fa sorprendere; esce per un altro compagno alla Juve quando Scaloni decide di passare al 4-4-2 (dal 59′ Paredes, 6: in crescita di condizione rispetto all’esordio si piazza in mezzo al campo e dirige le manovre dell’ultima mezz’ora dell’albiceleste).

Messi, 6: è la luce della manovra argentina, manda diverse volte in porta i suoi compagni. Il suo errore dal dischetto non può passare inosservato, ma è meno pesante grazie al meraviglioso secondo tempo giocato da tuta la squadra.

Alvarez, 7: titolare al centro dell’attacco argentino al poso di Lautaro, il giovane attaccante del Manchester City di Pep Guardiola si muove parecchio attaccando molto bene la profondità. Spettacolare il gol del 2-0 che chiude la partita e archivia la pratica qualificazione (dal ’80 Martinez 5.5: sbaglia una clamorosa occasione a tu per tu con il portiere della Juve, pochi minuti per l’attaccante che in teoria doveva essere titolare in questo Mondiale).

CT Scaloni, 6.5: la sua Argentina crea sicuramente di più rispetto all’ultima uscita contro il Messico, venendo premiata nella ripresa quando trova due gol uno più bello dell’altro e avrebbe anche parecchie occasioni per arrotondare il punteggio. Tutte le sue scelte si rivelano corrette, sia quelle dei titolari, molto coraggiose ma che premiano il merito, che quelli sui cambi. Dopo la debacle iniziale raddrizza la squadra e centra la qualificazione agli ottavi come primo del girone, dove affronterà l’Australia.

Foto: LaPresse

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