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Pagelle Portogallo-Uruguay 2-0, voti Mondiali calcio 2022: Bruno Fernandes sugli scudi, Cristiano Ronaldo ispirato e Cavani impalpabile

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PAGELLE PORTOGALLO-URUGUAY 2-0

Portogallo

Diogo Costa, 6.5: controlla la traiettoria alta del colpo di testa di Gimenez in avvio, è poi bravo e fortunato a salvare il risultato con la parata in uscita su Bentancur in quella che è stata l’unica grande occasione del primo tempo. Nella ripresa non deve compiere grandi interventi, limitandosi a soffiare sui tiri (non precisissimi) avversari.

Cancelo, 6: meno propositivo rispetto al solito, non riesce quasi mai ad arrivare sul fondo per crossare. Poco coinvolto dai compagni in fase offensiva, mostra la sua crescita difensiva togliendo dalla testa di Suarez un pallone che poteva facilmente trasformarsi nel gol dell’uno a uno.

Ruben Dias, 6.5: scuola Manchester City, sempre in anticipo in chiusura e perfetto regista arretrato. Gli attaccanti dell’Uruguay non lo mettono quasi mai in difficoltà. Disciplinato. La coppa di centrali convince e non lascia mai spazi agli attaccanti uruguagi.

Pepe, 6.5: il “vecchietto” della retroguardia portoghese, terzo giocatore più anziano titolare di una partita del Mondiale, risponde presente: attento in copertura, preciso in impostazione. Giganteggia nella ripresa, non facendo passare mai nessuno dalle sue parti.

Nuno Mendes, 6.5: propositivo e pungente il vent’enne del PSG inizia alla grande la partita, fornendo sempre uno sbocco in più sulla fascia sinistra lusitana. E’ poi costretto ad uscire dal campo per un sospetto infortunio muscolare (dal 42′ Guerreiro, 6: meno appariscente rispetto a Nuno Mendes, entra e svolge il suo compito senza commettere particolari errori ma senza farsi vedere più di tanto in attacco).

Bernardo Silva, 6: senza infamia e senza lode la sua partita. Ordinaria amministrazione, non riesce quasi mai ad incidere. Si prende una partita di pausa, lasciando il palcoscenico ai suoi compagni in attesa di riaccendere le luci su di sé. Questo dimostra quanto l’ampiezza e la qualità della rosa a disposizione di Fernando Santos.

Ruben Neves, 5.5: è il primo ammonito del match della squadra di Fernando Santos; non sempre pulito nel giro palla lusitano, commette qualche errore di troppo. Esce dal campo a venti minuti dal termine per lasciare il posto all’attaccante del Milan (dal 70′ Rafael Leao, 6: tanti strappi e tanta corsa, mischiando la sua solita qualità. Non incide con il gol come all’esordio, la sensazione è quella di un giocatore pronto ad esplodere e diventare grande protagonista in questo Mondiale).

William Carvalho, 5.5: corsa, fisicità e coperture sona la specialità della casa. Permette al Portogallo di rimanere sempre alto in pressione, quando deve esibirsi in giocate un po’ più tecniche i suoi limiti vengono fuori (dal 82′ Palhinha s.v.).

Bruno Fernandes, 7.5: è lui il match winner, il migliore in campo, colui che decide la sfida con una sontuosa doppietta. Dopo un primo tempo piuttosto opaco, il n.8 è assoluto protagonista della ripresa tenendo le chiavi in mano di tutta la manovra portoghese. Velenosissimo il cross che si infila alle spalle di Rochet complice il disturbo di CR7 per 1-0, perfetta la trasformazione del rigore nel finale.

Cristiano Ronaldo, 7: ci vuole un genio del calcio e un talento sconfinato solo per pensare l’assist di spalla per il tiro al volo di Carvalho in avvio di partita. Giocatore onnipresente negli attacchi portoghesi, rinato dopo la rescissione con lo United. Esulta sul gol dell’1-0, secondo la FIFA però non tocca il cross di Bruno Fernandes; è comunque fondamentale il suo movimento per far uscire a vuoto Rochet. Imprescindibile, sicuri che sia finito? (dal 82′ Goncalo Ramos  s.v.).

Joao Felix, 6: nel primo tempo prova più volte la conclusione verso la porta di Rochet, vedendosi quasi sempre i suoi tiri smorzati. Quando ha la palla lui, c’è quasi sempre la sensazione che qualcosa possa accadere, come quando si invola verso la porta calciando sull’esterno della rete in avvio di ripresa. Da quel momento sparisce un po’ dal campo, cambiando anche fascia dopo l’ingresso di Leao (dal 82′ Nunes s.v.).

CT Santos, 6: missione compiuta, ottavi centrati con due vittorie in due partite. Il suo Portogallo macina gioco, facendo però fatica in zona di rifinitura. Primato del girone conquistato, Brasile agli ottavi evitato: il vero Mondiale della sua squadra sta per iniziare.

Uruguay

Rochet, 5.5: indeciso sul da farsi in occasione del gol portoghese, si fa trovare nella zona di nessuno in cui non può né uscire né abbozzare un tentativo di parata. Rivedibile.

Coates, 6: si immola su una punizione calciata alla grande dal solito Cristiano. Come leggasi dopo per i suoi compagni di reparto, non commette sbavature in una partita molto tattica. Un po’ statico in occasione del primo gol portoghese, ma la sconfitta non si può certo imputare a lui.

Godin, 6: serata difficile per l’ex Atletico Madrid, che in un amarcord del derby della capitale spagnola trova nella sua zona di competenza un certo Cristiano Ronaldo. Diego lotta con tutte le sue forze, usando le maniere legali e non; esce subito dopo il gol subito per permettere all’Uruguay uno schieramento più spregiudicato (dal 62′ Pellistri, 6.5: scuote la sua nazionale, sbatte sul palo una sua pregevole conclusione da lontano a portiere battuto).

Gimenez, 6.5: pericoloso al 10′ con un colpo di testa su angolo. Ha parecchio da fare per contenere la qualità portoghese, per ora regge insieme al suo compagno di mille battaglie Diego Godin. Sinceramente, incomprensibile il rigore concesso al VAR , quando in caduta all’indietro appoggia in modo naturale e per proteggersi la mano per terra bloccando del pallone.

Varela, 5: schierato a tutta fascia nei 5 di centrocampo, aiuta Godin a marcare Cristiano. Quando può, soprattutto nel finale di frazione, si fa vedere in attacco conquistando un calcio di punizione. Perde l’allineamento con i suoi compagni di reparto in occasione del gol di Ronaldo tenendolo clamorosamente in gioco.

Valverde, 5.5: l’astro nascente del Real Madrid si vede poco in questa partita. Meno propenso alla fase offensiva rispetto al solito, si applica con dedizione al contenimento delle folate portoghesi nel primo tempo. Nei secondi 45 minuti prova qualche percussioni delle sue, senza avere particolare successo.

Vecino, 5.5: abbastanza impreciso il centrocampista della Lazio, brutta la palla persa che porta a una potenziale occasione pericolosa per i lusitani. In ombra per tutta la partita, infatti Alonso decide di farlo accomodare in panchina dopo 15 minuti della ripresa (dal 62′ de Arrascaeta, 6: entra e porta un po’ di vivacità alla corsia di destra dell’Uruguay, si mangia anche lui una delle tante occasioni per l’Uruguay optando per il tocco sotto a tu per tu con Diogo Costa, con il secondo palo completamente sguarnito).

Bentancur, 7: l’MVP dei suoi dopo un inizio nervoso di partita, appena 6′ trascorsi e ha già commesso due falli, di cui il secondo da ammonizione. Dopo aver rischiato addirittura l’espulsione, sale in cattedra e trascina l’Uruguay al coraggioso finale di primo tempo. Sbaglia un gol clamoroso alla mezz’ora dopo una sua azione personale spaziale in cui si ritrova a tu per tu con Diogo Costa. Crescita continua anche nella ripresa, in un centrocampo che senza di lui soccomberebbe.

Olivera, 5.5: è l’altro esterno del 3-5-2 schierato da Diego Alonso, il giocatore del Napoli non è particolarmente incisivo, come tutti i suoi compagni diligente in fase difensiva. Evitabilissimo il giallo preso a pochi minuti dalla fine del primo tempo, non cambia marcia nella ripresa. Impalpabile (dal 86′ Vina s.v.).

Nunez, 6: combatte mettendo in campo tanto cuore e tanta grinta, predica un po’ nel vuoto cercando di tenere il più possibile il pallone per permettere alla squadra di risalire (dal 75′ Maxi Gomez s.v. non incide per nulla nella partita).

Cavani, 5: non si vede quasi mai, El Matador un po’ in difficoltà nella morsa dei due difensori centrali portoghesi, ha poche palle giocabili, è vero, ma da uno con la sua classe ci si aspetta sempre che lasci il segno. Viene sostituito dal CT nel momento che decide di cambiare tutto l’attacco (dal 72′ Suarez, 5.5: si divora il gol del pareggio. Sugli sviluppi di un calcio di punizione la palla rimane sui piedi del pistolero, con il suo tiro che non centra lo specchio della porta. Per un attaccante come lui, errore imperdonabile. Rispetto a Cavani, più nel vivo dell’azione).

CT Diego Alonso, 5.5: dopo il pareggio con la Corea arriva la sconfitta con il Portogallo, 1 solo punto in due partite è bottino magro. Il suo Uruguay non gioca un brutto match, sbagliando anche 2 o 3 palle gol davvero clamorose. Ora un imperativo: battere il Ghana in una partita delicatissima e regalarsi il Brasile agli ottavi di finale.

Foto: LaPresse

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