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Salto con gli sci, Coppa del Mondo 2022-23: i favoriti. Ryoyu Kobayashi spezzerà la “Maledizione del back-to-back?”

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Il weekend oramai alle porte terrà a battesimo la XLIV edizione della Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci. Si comincia in deciso anticipo rispetto alle abitudini e alla stagione invernale stessa. Difatti, quanto vedremo nei prossimi giorni a Wisla (Polonia), non ha alcun precedente nella storia della disciplina. Per la prima volta si disputeranno delle cosiddette gare “ibride”, ovverosia competizioni che, pur tenendosi con binari di lancio ghiacciati, vedranno gli atleti atterrare sulla plastica e non sulla neve. Un’autentica via di mezzo tra condizioni invernali ed “estive”, nonché un vero e proprio esperimento.

D’altronde comincia un nuovo quadriennio olimpico e il salto con gli sci, diretto per il terzo anno consecutivo dall’italiano Sandro Pertile, è deciso a esplorare sentieri sinora mai battuti, allo scopo di capire se queste vie alternative possano condurre a una meta sensata. Pertanto, quanto vedremo da venerdì 4 a domenica 6 novembre deve essere preso come un test. Non sarà la sola novità della stagione 2022-23. Anzi, la più pregnante è rappresentata dal cambio di regolamento relativo alle tute.

La Fis ha capito l’escamotage utilizzato dalle nazioni di vertice per aggirare le regole senza infrangerle, in maniera tale da dotare alcuni atleti di un equipaggiamento palesemente fuori norma, che però risultava inattaccabile ai controlli. Di conseguenza la Federazione Internazionale ha optato per una modifica radicale nella concezione stessa delle tute, nonché delle misurazioni corporee effettuate sui saltatori. Nel dettaglio, le tute saranno leggermente più larghe, ma decisamente meno elastiche. L’obiettivo è quello di avere maggiore equità, nonché meno divario tra le superpotenze e le nazioni di seconda/terza fascia.

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Venendo all’aspetto agonistico, i riflettori sono puntati soprattutto su Ryoyu Kobayashi. Il fuoriclasse giapponese è reduce da una stagione in cui ha vinto la seconda Coppa del Mondo della carriera e, soprattutto, si è consacrato in un grande appuntamento, fregiandosi dell’oro olimpico nella gara su trampolino piccolo. Senza dubbio il ventiseienne nipponico vorrà arpionare anche il primo oro iridato della carriera, ma per lui il tema forte potrebbe essere un altro, ovvero se verrà nuovamente colpito dalla “Maledizione del back-to-back”.

Sono infatti ormai 17 inverni che un atleta non è in grado di conquistare due Sfere di cristallo consecutive. L’ultimo a esserci riuscito è Janne Ahonen, nell’oramai lontano biennio 2003-04 e 2004-05. Da allora, nessun vincitore della classifica generale è riuscito a confermarsi! Certo, in diversi hanno vinto più di una Coppa del Mondo, mai però consecutivamente. Kobayashi interromperà questa sequenza, oppure dovrà cedere lo scettro a qualche avversario?

Nel qual caso, gli uomini più accreditati per succedergli sono, almeno sulla carta, i soliti noti. In particolare attenzione ai norvegesi Halvor Egner Granerud e Marius Lindvik. Il primo, coetaneo dell’asiatico e vincitore della Sfera di cristallo 2020-21, ha senza dubbio i crismi per essere competitivo al massimo livello nell’arco di tutta l’annata agonistica. Questa caratteristica non è finora mai stata propria del secondo, di due anni più giovane, talvolta incappato in improvvisi periodi di difficoltà. Cionondimeno, quando è al top del proprio potenziale, Lindvik non teme confronti. Lo dimostra il fatto di aver vinto un oro olimpico e un titolo mondiale di volo. Lo scandinavo ha però vissuto un’estate complicata a causa di un fastidioso, quanto stupido, infortunio. Il ventiquattrenne nordico ha infatti perso svariate settimane di allenamento dopo essersi offeso il dito di un piede giocando a padel. La sua condizione, atletica e tecnica, è quindi un’incognita.

Altri due potenziali rivali di Kobayashi sul lungo periodo giungono dai Paesi di lingua tedesca. Parliamo dell’austriaco Stefan Kraft e del teutonico Karl Geiger, da tempo protagonisti assoluti del massimo circuito. Il salisburghese è una presenza fissa nei quartieri nobili delle classifiche da quasi un decennio, durante il quale si è tolto ampie soddisfazioni, costruendosi un palmares che gli può consentire di bussare alla porta del club dei più grandi di sempre (due Coppe del Mondo e tre ori iridati sono lì a dimostrarlo). Riguardo al bavarese c’è poco da aggiungere rispetto a quanto non si sappia già. Le caratteristiche del soggetto sono risapute, essendo un saltatore dotato di regolarità e sangue freddo impressionanti. Raramente il tedesco sbaglia un colpo, ma non è ancora riuscito a mettere le mani sulla Sfera di cristallo, attestandosi per due volte alla piazza d’onore, battuto in un caso da Kraft e nell’altro da Kobayashi. Di riffa o di raffa Eismann, l’uomo di ghiaccio, è però sempre lì dove conta e, verosimilmente, bisognerà fare i conti con lui in ogni gara.

Il microcosmo sloveno, dotato di una profondità di movimento senza eguali, ripone le proprie speranze maggiori in Anze Lanisek, altro esponente di quella classe 1996 che ha dato i natali a Kobayashi e Granerud. Il ventiseienne di Domžale è atleta completo, privo di punti deboli (i suoi progressi in fase di volo sono evidenti) e forte della continuità indispensabile per essere protagonisti sul lungo periodo. È lui il leader di una squadra foltissima, nella quale non mancano veterani in declino, ma ancora validissimi sulla giornata secca, o giovani tutt’ora acerbi, ma capaci di lampi abbaglianti.

A proposito di gente con esperienza, la Polonia si affiderà nuovamente al trio composto da Kamil Stoch, Dawid Kubacki e Piotr Zyla. Il primo e il terzo sono ormai più vicini alle quaranta primavere che alle trenta, mentre il secondo è prossimo all’età di Cristo. Proprio per questa ragione, è verosimile che ognuno di loro abbia già selezionato gli obiettivi per arrivare all’apice della forma al momento giusto. Difficile pensare possano essere un fattore sul lungo periodo, ma quando vorranno essere competitivi, sapranno certamente farsi valere. Comunque sia, occhio a Kubacki. A Zakopane e dintorni c’è chi è convinto possa disputare la miglior stagione di sempre, tanto da poter ambire alla conquista della Sfera di cristallo. Realtà o semplice infatuazione di chi lo segue da sempre? La risposta, ça va sans dire, arriverà solo tramite i risultati.

Il resto del mondo insegue da lontano, dovendosi accontentare di raccogliere qualche piazzamento di prestigio. In tal senso, occhio soprattutto agli svizzeri, mentre il bando della Russia è un delitto sportivo, poiché non solo priverà la Coppa del Mondo di atleti di valore assoluto quali Evgeny Klimov, ma anche dei giovanissimi Danil Sadreev e Ilya Mankov, i due teenager più interessanti nel panorama attuale della disciplina.

In generale, aspettiamoci sorprese, perché il salto con gli sci si presta a protagonisti inaspettati. D’altronde parliamo di uno sport in cui venti atleti possono salire sul podio in ogni gara. L’Esarchia composta da Norvegia, Germania, Austria, Slovenia, Polonia e Giappone è piena di saltatori in grado di imporsi sulla giornata secca, la cui età spazia dai 37 ai 20 anni. Tra i veterani merita attenzione l’austriaco Manuel Fettner. Fra i potenziali astri nascenti c’è grande curiosità attorno al giapponese Ren Nikaido. Nel novero di chi bussa all’anticamera dei grandi bisognerà prestare orecchio all’austriaco Jan Hörl. In seno all’ambito dei possibili “cavalli di ritorno” scalpitano il tedesco Andreas Wellinger e il norvegese Daniel-Andre Tande. L’elenco potrebbe andare avanti per una mezza dozzina di paragrafi, ma esistono logiche relative allo spazio concesso a ogni articolo. Tanti uomini di grido non sono stati citati, ma se qualcuno di loro dovesse trovare la proverbiale quadra del cerchio, non sarebbe peregrino vederlo protagonista dai prossimi giorni sino a inizio aprile, quando a Planica calerà il sipario sulla Coppa del Mondo 2022-23.

Foto: La Presse

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