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Salto con gli sci, l’Italia maschile punta sul “BIC” (Bresadola, Insam, Cecon). Senza russi più spazio in zona punti

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Giovanni Bresadola

L’Italia del salto con gli sci inizia la stagione 2022-23 rinnovata rispetto al recente passato, sia per quanto riguarda gli atleti, sia in termini di staff tecnico. Cominciamo dai saltatori in attività che, ormai, a livello senior si possono contare sulle dita di una mano. Ne sono rimasti quattro, ovverosia Giovanni Bresadola, Alex Insam, Francesco Cecon e Andrea Campregher. Difatti, usciti dall’età junior, Daniel Moroder e Mattia Galiani hanno saggiamente deciso di concludere la propria attività agonistica, preferendo dedicarsi ad altro, anziché vivacchiare senza successo nei circuiti minori. Bravi, hanno avuto la lucidità di effettuare una non banale scelta di vita.

Alla voce tecnici, invece, si è conclusa senza particolare clamore la collaborazione con Andreas Felder, grande nome giunto in Italia dopo PyeongChang 2018. La squadra maschile è ora seguita da David Jiroutek, fratello di quel Jakub che guidò gli azzurri qualche tempo fa. Durante l’estate si sono intravisti segnali incoraggianti, ma generare aspettative esagerate sarebbe un errore. Il Bel Paese è oggettivamente un’entità marginale nel panorama del salto con gli sci, dunque deve porsi obiettivi in linea con la propria dimensione.

L’uomo di punta sarà, nuovamente, Giovanni Bresadola, che ha già dimostrato di valere la zona punti in Coppa del Mondo, soprattutto nei contesti in cui l’aerodinamica la fa da padrona (dunque trampolini di grandi dimensioni, o gare in cui spira vento frontale). L’obiettivo del ventunenne trentino, oltre a proseguire nella propria maturazione agonistica con relativo aumento della competitività, sarà quello di fare capolino tra i primi 30 quante più volte possibile,  sperando, se le circostanze dovessero essere favorevoli, di firmare qualche exploit (che nel suo caso significherebbe piazzamento nella top-20).

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Nei mesi estivi sono giunti segnali di vita anche dal pianeta Alex Insam. Riuscirà il venticinquenne gardenese a tornare sui livelli del 2017, quando alcuni lampi gli garantirono popolarità addirittura a livello nazionale? Nell’attuale salto con gli sci, l’età non è una discriminante (citofonare Manuel Fettner per informazioni al riguardo). C’è dunque tempo e modo di recuperare un livello perduto, se non addirittura di migliorare rispetto a quanto mai fatto in precedenza. Nel caso dell’altoatesino, la strada per tornare quello di un lustro fa è ancora lunga. Al momento, la prospettiva più plausibile è rappresentata dall’ambire a superare con regolarità le qualificazioni, provando a inserirsi saltuariamente in zona punti.

Discorso diverso per Francesco Cecon, terzo violino della squadra. Il friulano è saltatore ancora inespresso, poiché gli vengono unanimemente riconosciute qualità naturali che potrebbero consentirgli di essere competitivo con discreta regolarità nel circuito maggiore, soprattutto quando si tratta di far valere l’istinto e l’esplosività. Purtroppo il ventunenne figlio d’arte fatica ancora a mettere a frutto tutto il suo potenziale. Questo è l’aspetto su cui bisogna lavorare maggiormente, allo scopo di avere un atleta capace di qualificarsi alle gare con relativa costanza.

Infine, il solo altro italiano attualmente spendibile a livello internazionale è Andrea Campregher, ventunenne tarvisiano ancora privo dell’eleggibilità in Coppa del Mondo. La sua stagione si dipanerà tra Continental Cup e Fis Cup, con il sogno di marcare i primi punti a livello cadetto, in maniera tale da guadagnare accesso alle liste di partenza del circuito maggiore.

Foto: La Presse

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