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Tennis, Benjamin Bonzi sulla questione scommesse: “Riceviamo decine di messaggi con insulti e minacce di morte”
“Uccideremo la tua famiglia”. Una minaccia terribile, purtroppo solo una delle tante che stanno travolgendo il mondo del tennis. L’ultimo in ordine di tempo a scoperchiare questo tremendo pentolone è stato il francese Benjamin Bonzi. Il tennista numero 62 del ranking mondiale ha fatto tornare in auge un argomento che, troppo spesso, ronza attorno al mondo del tennis: le scommesse.
Sia ben chiaro, la “puntata” in sé non comporta nessun problema, ci mancherebbe. Ma, quando questo mondo prende una direzione particolare, diventa davvero uno scenario spinoso. Questo sport, poi, sta vedendo una crescita notevole in fatto di scommettitori, visti i numerosi tornei durante la stagione. Le puntate, quindi, non mancano, tantomeno quelle “live”, talvolta direttamente dagli spalti del match in questione. Come un circolo vizioso, dalla scommessa si passa, molto spesso, alla mancata vincita. Soldi spesi, nessun incasso. La rabbia di questi “elementi” allora deflagra, con i social networks spesso a fare da megafono. Come ben sappiamo, trovarsi dietro ad uno schermo sembra legalizzare gli insulti, fino alle minacce. Qualcosa di inaccettabile.
Molti tennisti sono vittime di queste situazioni e, come detto, Benjamin Bonzi ha deciso di raccontare il suo caso. Le sue parole riportate da TennisWorldItalia: “Ricevo dieci, venti, trenta, fino a cinquanta messaggi di questo tenore dopo una partita. Non capisco come la stupidità umana possa arrivare così lontano. Più visibilità hai, più grandi partite giochi, più questo malcostume si intensifica. Succede anche quando vinco, perché magari ho fatto perdere la scommessa a una persona”.
Il transalpino svela che non si tratta di una “moda” recente: “È iniziato tutto durante un Futures, avevo conquistato i primi punti ATP. Avevo 17, 18 anni. All’epoca la presi come un attacco personale. Mi augurano che mi spezzi le gambe o che non giochi mai più. Ti dicono che ti troveranno e uccideranno la tua famiglia. Alcuni non si sforzano nemmeno di scrivere qualcosa che tu capirai, ma sai bene che si tratta di insulti e minacce”.
Foto: LaPresse