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Tennis, la generazione d’oro dell’Italia non ha ancora vinto niente. Sinner e Berrettini ad alto livello, ma non ancora vincenti

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Con la vittoria del Canada in Coppa Davis si è chiusa un’altra stagione tennistica. Un anno complicato per il tennis italiano, che ha sperato, però, di chiuderlo con il botto. Purtroppo l’Italia in quel di Malaga si è fermata ad un passo dalla finale, venendo sconfitta nel decisivo doppio proprio dai canadesi, che poi hanno dominato l’ultimo atto contro l’Australia. Una sconfitta amarissima, con l’infortunio di Simone Bolelli che ha complicato i piani di Filippo Volandri, obbligato a schierare un Matteo Berrettini chiaramente non in condizione.

Proprio gli infortuni sono stati un tema ricorrente in questo maledetto 2022. Berrettini si è fermato svariate volte e non è mai riuscito a trovare continuità, saltando prima il Roland Garros e poi soprattutto Wimbledon, quest’ultimo a causa della positività al Covid-19 dopo che aveva dominato la stagione dei tornei sull’erba e si presentava ai Championships con l’obiettivo di confermare almeno la finale dello scorso anno.

Il romano si è poi presentato sul cemento americano con l’obiettivo di provare a spazzare via i brutti mesi precedenti, ma si è arreso nei quarti di finale in tre set al norvegese Casper Ruud, successivamente finalista. Dopo New York, però, sono arrivati nuovi problemi e Matteo ed è giunto a Malaga davvero al limite della propria condizione fisica. Con coraggio ed orgoglio si è comunque presentato in doppio, ma fin da subito si è capito che era una bruttissima copia di quel giocatore che si era comunque ben comportato solo qualche mese prima alla Laver Cup con il team europeo (vittoria in singolare contro Auger-Aliassime e anche successo in doppio insieme a Djokovic).

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Anche per Jannik Sinner è stato un anno complicato. L’altoatesino è riuscito a partecipare a tutti gli Slam, raggiungendo i quarti di finale in Australia, a Wimbledon e agli US Open, perdendo a Londra e New York al quinto set contro Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, successivamente trionfatori. Al Roland Garros ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, con l’infortunio negli ottavi di finale contro Andrey Rublev ed il successivo ritiro nel corso del terzo set.

Nel complesso è stato un rendimento negli Slam positivo per Sinner se si leggono i risultati e soprattutto se si valuta con chi ha perso ed in che modo. Il però sula valutazione dell’anno di Jannik è dietro l’angolo ed infatti l’azzurro ha comunque vissuto una stagione difficile e davvero troppo altalenante, anche a causa dei tanti e troppi infortuni. L’ultimo quello ad una mano che gli ha privato della possibilità di essere a Malaga e giocare le finali di Coppa Davis.

Le vittorie in questi anni non sono mancate tra ATP 250 e 500, ma la sensazione è che alla generazione d’oro del tennis italiano manca ancora quel successo che può davvero far cambiare ogni prospettiva. A livello di Masters 1000 sono arrivate qualche finale, ma mai un titolo, mentre negli Slam è stato Berrettini a spingersi il più lontano possibile con la semifinale di New York e la finale a Wimbledon.

Purtroppo non è ancora arrivato il sigillo e sembra davvero esserci una maledizione sugli azzurri. Eppure nei Masters 1000 c’è stata molta varietà tra i vincitori, con anche tennisti che attualmente sono indietro in classifica rispetto agli azzurri, come Borna Corin e Pablo Carreno Busta o che gli precedono non di molto, come Taylor Fritz ed Holger Rune. Proprio il danese, da sempre considerato un futuro campione, senza citare un certo Carlos Alcaraz, mentre i nostri sono ancora fermi a zero, sempre in attesa di quella vittoria che proprio non vuole arrivare.

La Coppa Davis poteva essere il primo passo per cominciare a vincere qualcosa di veramente importante ed invece dal 2019 l’Italia non ha mai davvero avuto la squadra al completo. E’ sempre mancato qualcuno e qualcosa per arrivare fino in fondo e vincere il titolo. Quest’anno addirittura sia Berrettini sia Sinner infortunati, ma gli azzurri sono comunque arrivati vicini al traguardo, segnale di come l’impresa fosse possibile.

Una Coppa Davis che ha rimesso in luce Lorenzo Sonego, autentico mattatore delle giornate di Malaga, con le sue vittorie che provano a nascondere un anno da dimenticare per il tennista piemontese. In Spagna Filippo Volandri ha puntato moltissimo anche su Lorenzo Musetti, ma probabilmente il tennista toscano è arrivato stanchissimo all’evento con la nazionale dopo settimane di ottimi risultati anche sul cemento indoor e comunque ha affrontato due avversari del calibro di Taylor Fritz e Felix Auger-Aliassime. La prossima stagione potrebbe proprio essere quella di Musetti, che dovrà confermarsi a grandi livelli, cercando di alzare ulteriormente l’asticella sia nei 1000 sia negli Slam.

Il 2023 è ormai alle porte e la speranza è quella che finalmente i nostri tennisti possano sbloccarsi e vincere il loro primo Masters 1000 e magari anche il primo Slam. Rimanere sani e senza infortuni è ovviamente il fattore decisivo per un tennis italiano che continua a credere nella sua generazione d’oro e che vuole davvero raggiungere il tetto del mondo.

FOTO: LaPresse

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