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Tennis, Paolo Bertolucci: “Sinner e Berrettini devono fare delle scelte. In Coppa Davis sarà dura con gli USA”
Tirare una riga e prendere delle decisioni. Siamo nelle battute conclusive della stagione del tennis, ma di eventi da seguire di un certo peso ce ne sono non pochi: in questi giorni, il Masters1000 di Parigi-Bercy e le WTA Finals e a seguire le ATP Finals di Torino e le Finali di Coppa Davis a Malaga.
In sostanza, di carne al fuoco ancora ce n’è. L’Italtennis ha vissuto un 2022 molto particolare perché i suoi due migliori rappresentanti, Jannik Sinner e Matteo Berrettini, sono stati afflitti da tantissimi infortuni e ciò ha impedito loro di avere la giusta continuità di rendimento. Di contro, Lorenzo Musetti ha innalzato il proprio livello e si sta proponendo come qualcosa di più di un’alternativa, specialmente in ottica Davis.
Per parlare di tutto questo ci siamo rivolti a Paolo Bertolucci, ex tennista e commentatore tecnico di Sky Sport, che ha espresso idee e pensieri sugli argomenti citati.
ATP Parigi-Bercy, tabellone da brividi per Lorenzo Musetti. Ruud agli ottavi, poi Djokovic e Nadal?
Bertolucci, per come sta evolvendo la situazione, sembra che Musetti stia salendo così tanto di colpi rispetto a Berrettini e a Sinner che potrebbe essere lui ad avere una carriera migliore. E’ presto per dirlo?
“Sicuramente sì. In primis, sono tre anni che si parla di Musetti e non è una sorpresa affatto che ora stiano arrivando certe prestazioni. Sinceramente, a me questi discorsi piacciono poco perché a mio avviso noi abbiamo la fortuna di avere tennisti di alto livello e come tali questi sono. Non si può sapere chi possa fare meglio in prospettiva anche perché Sinner e Berrettini in questo 2022 sono stati troppo condizionati dagli infortuni ed esprimere il 100% quando c’è la necessità di fermarsi continuamente è un problema“.
A proposito di infortuni, come possiamo giudicare il momento di Sinner? La sconfitta contro Alcaraz gli è rimasta in testa e quindi questa può originare anche dei problemi di natura fisica?
“Qualche scoria c’è stata, ma io non credo che lui sia rimasto a quella partita altrimenti dovrebbe cambiare sport. Sinner, come anche Berrettini, deve fare dei ragionamenti sulla propria programmazione anche se mi rendo conto che con il calendario così strutturato è molto difficile. Tuttavia, io penso che quando si gioca non al meglio, poi il rischio dei problemi fisici a catena sia dietro l’angolo“.
Restando al tema infortuni, Berrettini corre il rischio di essere il Del Potro italiano?
“Come detto, si devono fare delle scelte e rendersi conto che non si può fare tutto se si ha un fisico particolarmente delicato. Berrettini e il suo staff sono perfettamente consapevoli della situazione ed è chiaro che una sequenza di infortuni di questo genere debba far pensare sul programma, onde evitare ricadute o nuovi problemi“.
Per questo motivo l’Italia arriva Malaga per le Finali di Davis acciaccata. Che cosa si aspetta?
“Anzitutto mi auguro che questi 20 giorni siano sufficienti per consentire a Sinner e a Berrettini di recuperare a pieno dai propri guai. Siamo tra le squadre favorite, ma affrontiamo già con gli Stati Uniti avversari molto difficili, anche perché il doppio vale il 33%. Per carità, Fognini e Bolelli sono una coppia competitiva, ma quella americana lo è di più. Di conseguenza, può accadere che l’Italia possa vincere con i singolari, ma anche perdere per un doppio inferiore. Le variabili sono tante anche perché non è detto che chi sia in super forma adesso lo sarà a Malaga. Vedremo, ma sarà difficile“.
Foto: Olycom LaPresse