Nuoto

Alessandro Miressi e una concorrenza sempre più feroce nei 100 sl. Un futuro sempre più da uomo staffetta?

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Alessandro Miressi nella storia del nuoto italiano c’è già per quantità e qualità di vittorie e di podi conquistati a livello internazionale. Il velocista torinese anche a Melbourne si è già messo al collo tre medaglie e non è finita qui. Il 100 stile libero di oggi ha detto che il livello si sta alzando sempre più e non c’era bisogno certo dei Mondiali di Melbourne per capirlo. Basti guardare la crescita di un fenomeno come Popovici che, sulla carta, è destinato a riscrivere la storia dello stile libero veloce (ma forse non solo) nel prossimo decennio.

Se si considera che Kyle Chalmers è tornato al massimo delle sue potenzialità dopo un periodo in cui addirittura aveva manifestato l’intenzione di lasciare l’attività agonistica e che Caeleb Dressel lo sta superando lo stesso periodo ma, dovesse tornare, lo farà sui suoi standard altissimi, si capisce bene quanto uno specialista dei 100 debba mirare in alto per potersi giocare qualcosa di importante negli eventi più importanti.

Alessandro Miressi ne è ben consapevole, sa che ha ancora margini di miglioramento, sta lavorando ogni giorno per crescere e le potenzialità per gareggiare alla pari con i giganti della “gara regina” le ha sicuramente. La voglia di primeggiare non gli manca e questa è una garanzia per il suo futuro ma la geografia a breve ma forse anche a lunga scadenza dei 100 stile dice che è bene tenere una seconda possibilità a disposizione e la seconda possibilità per Miressi che non ama i 50 e che vedremo difficilmente sui 200, si chiama staffetta.

Miressi è un uomo squadra, l’atleta per tutte le stagioni, capace di passare senza troppe difficoltà dalla frazione di apertura a quella di chiusura. Quello che spesso e volentieri mette con una prima frazione di altissima qualità i compagni di evitare di nuotare nelle onde e magari di gestire un buon vantaggio sui rivali ma anche quello in grado di mettersi alla rincorsa dell’avversario di turno, di gestire il vantaggio o di mettere la pezza al buco lasciato dal compagno.

E’ accaduto a Budapest, ad esempio, quando Miressi non era al meglio della condizione, si aggirava per gli spogliatoi e a bordo vasca con il musetto del cane appena sgridato, senza risparmiarsi in lamentele sul suo stato di forma ma che poi si è illuminato quando è stato il momento di dare il giusto impulso alle staffette, in particolare la 4×100 mista che ha guidato da ottimo finisseur al trionfo iridato. 

Non sarà un futuro solo da uomo staffetta, quello di Alessandro Miressi ma di sicuro sul velocista torinese si potrà contare per frazioni di altissima qualità in vista di Parigi 2024 e forse anche dopo.

Foto Lapresse

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