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Basket, perché Olimpia Milano e Virtus Bologna stanno facendo così fatica in Eurolega

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Siamo quasi al giro di boa in Eurolega, con il girone d’andata prossimo alla conclusione (mancano sostanzialmente due partite). Più per l’Olimpia Milano che per la Virtus Bologna questa è risultata una prima parte di annata non facile da interpretare, per diverse ragioni tra infortuni, incertezze, periodi negativi e situazioni che avrebbero potuto girare diversamente.

Partiamo dal caso dell’EA7 Emporio Armani, che ha iniziato l’annata con l’obiettivo di disputare almeno i playoff, alias quarti di finale dal momento che è l’unico anello mancante tra il girone unico e le Final Four. La squadra di Ettore Messina ha effettivamente avuto una buona primissima parte, vincendo tre partite su quattro, ma dalla quinta in avanti è caduta in un burrone a un certo punto apparso senza uscita: sconfitte, infortuni, generale difficoltà anche ad approcciare i finali di gara quando questi venivano raggiunti in una situazione punto a punto. Lo stesso Messina, a un certo punto, ha paventato la possibilità di rimettere il proprio mandato da capo allenatore nelle mani di Armani e Dell’Orco, ma è un allarme presto rientrato.

Un punto di svolta l’ha rappresentato l’ingresso di Timothé Luwawu-Cabarrot, sicuro upgrade rispetto al Deshaun Thomas (non) visto finora a Milano. Arrivato da un momento mentale senz’altro migliore, ha contribuito a ridare linfa vitale al resto della squadra, ed è poi effettivamente arrivato il ritorno alla vittoria a Belgrado, contro la Stella Rossa. Di estrema importanza anche il successo di ieri contro l’AS Monaco di Mike James, una prova di orgoglio come non si vedeva da tempo al Forum, vista la rimonta da 58-70 a 79-71 negli ultimi quattro minuti con un Billy Baron trasformatosi nell’uomo infallibile. Adesso il record è di 5-10, equivalente al 16°-17° posto insieme al Bayern Monaco. Il recupero degli infortunati sarà importante, soprattutto perché si chiamano Pangos, Shields e Datome: a quel punto si potrà capire quanto davvero potrà arrivare lontano l’Olimpia a partire dall’attuale situazione, che peraltro recita 1-6 nelle partite in casa: è il peggior rendimento dell’Eurolega per il momento.

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Un po’ diversa la situazione della Virtus Bologna. La Segafredo di Sergio Scariolo è, allo stato attuale delle cose, quasi una debuttante al ballo delle grandi (e il quasi riguarda il passato del club bianconero). C’è stato, sì, qualche problema di natura fisica a condizionare qualche parte della stagione virtussina, ma a livelli ben più che gestibili per larga misura. Semmai, l’inizio di annata ha visto almeno tre partite che si sarebbero potute vincere andate invece in un altro modo. In sostanza, il problema è di saper chiudere le gare che possono essere portate a casa: gli esempi più lampanti sono l’ASVEL in casa e il Panathinaikos ad Atene.

Nonostante tutto, il record è di 6-9, cioè quello che balla tra il 12° e il 15° posto nonché a due vittorie di distanza dalla zona playoff. Un obiettivo, questo, che di fatto risulta fondamentale, in quanto garantirebbe almeno un altro anno in Eurolega in attesa di capire le intenzioni espansive di Bodiroga e Glickman. Rimane comunque la sensazione di una squadra davvero altalenante, perché assieme a vittorie di valore (spicca su tutte quella in trasferta contro il Real Madrid) ci sono anche sconfitte davvero roboanti (Partizan a Belgrado e Olympiacos al Pireo, anche se i rossi di Grecia si trovavano in un periodo molto buono). La priorità numero uno per le V nere è cominciare ad avere costanza tra le mura amiche, dove ha vinto 4 volte e perso 3, per costruire quella che è una dichiarata rincorsa all’ottavo posto o, comunque, almeno a raggiungere i quarti. Per roster Bologna ha tutti i mezzi che le consentono di farcela.

Credit: Ciamillo

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