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Biathlon, Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer in modalità copia-incolla. Tommaso Giacomel sta crescendo e maturando

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La prima parte della Coppa del Mondo di biathlon è andata in archivio con la tappa di Le Grand Bornand, disputata in condizioni singolari. L’appuntamento francese aveva già proposto competizioni talvolta anomale, ma quanto visto sabato 17 dicembre è stato unico. In ogni caso, andiamo ad analizzare gli accadimenti d’oltralpe nel complesso dei quattro giorni andati da giovedì a domenica.

“CTRL+C -> CTRL+V” PER VITTOZZI E WIERER

Riguardo Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer non ci sono grandi novità. Entrambe si sono espresse sulla falsariga di Kontiolahti e Hochfilzen.

Porgendo orecchio alla sappadina, per la verità, si ode qualche scricchiolio nel poligono a terra, causato da tre sessioni consecutive chiuse con 2 errori fra l’inseguimento e la partenza in linea. Segnale preoccupante di un ritorno dei fantasmi? No. Suonare il campanello d’allarme sarebbe prematuro, il campione è troppo ridotto per evincere una tendenza negativa. Di certo c’è che la ventisettenne friulana d’adozione è terza in classifica generale, dunque non ci si può certo inquietare per le sue prestazioni.

Classifica Coppa del Mondo femminile biathlon 2022-2023: Lisa Vittozzi terza a -98 da Julia Simon

In merito alla trentaduenne altoatesina, si può invece scomodare la sequenza “Ctrl+C e Ctrl+V”. Nulla è cambiato, nella sostanza, rispetto alla tappa finlandese e a quella austriaca. Indi per cui sarebbe inutile ripetere per la terza volta gli stessi concetti. Tuttavia, i temi proposti dal rendimento delle due punte della squadra femminile meritano di essere approfonditi con dovizia di particolari in una monografia di cui potrete leggere nei prossimi giorni. In questa sede, ci si occupa esclusivamente di Le Grand Bornand.

Per quanto riguarda le seconde linee, ci può essere moderata soddisfazione per l’esito dell’esordio stagionale di Hannah Auchenthaller. Qualcuno potrà essere sorpreso da tale affermazione, poiché la ventunenne altoatesina non è entrata in zona punti nonostante una prestazione pulita al poligono, attestandosi poi al cinquantesimo posto nel successivo inseguimento. Cionondimeno, ogni performance va cucita addosso al profilo dell’atleta. In tal senso, si è evinta una crescita di competitività in relazione al 2021-2022, indipendentemente dalle dinamiche legate all’embargo nei confronti di russe e bielorusse.

Chiaramente siamo lontani da livelli d’eccellenza, ma non si può certo pretendere di avere per le mani cinque Vittozzi o cinque Wierer. Auchenthaller ha dimostrato di essere dotata di una solida base su cui lavorare nel corso del tempo, in maniera tale da costruire una biathleta interessante in futuro. Samuela Comola docet.

A proposito di quest’ultima, niente di nuovo sul fronte occidentale (dell’arco alpino). La ventiquattrenne valdostana ha ribadito di saper galleggiare nella zona di classifica corrispondente alla seconda metà della zona punti. Va bene così, poiché nella terza tappa ha ripetuto quanto già realizzato nella prima e nella seconda. Copy-paste, appunto.

Non si può dire altrettanto per Rebecca Passler, incappata in un passaggio a vuoto, ma fa parte del gioco. Fra Kontiolahti e la sprint di Hochfilzen l’azzurra ha tenuto percentuali a terra superiori alla sua media. Il “2” di venerdì può essere considerato fisiologico. Non ci sono ragioni per metterla in discussione o per gettarle la croce addosso, il progresso sugli sci è comunque certificato e la nipote d’arte rimane senza dubbio alcuno la numero quattro del movimento.

GIACOMEL SI SCOPRE STABILE

Nell’ambito della narrativa sportiva esiste un detto. “Se affermarsi è difficile, confermarsi lo è ancora di più”. Un panegirico per mettere in parole la legge delle probabilità. È ovvio come un evento abbia meno possibilità di verificarsi due volte di quante ne abbia di accadere una sola. Tuttavia, se non ci si ferma alla frase fatta, si può apprezzare un concetto condivisibile. L’exploit è alla portata di tanti, ma ripeterlo significa che non si tratta di un episodio, bensì della testimonianza di come si sia raggiunto un determinato livello.

Ebbene, nella sprint e nell’inseguimento francesi, Tommaso Giacomel ha prodotto una fotocopia della performance già stampata a Hochfilzen, un piazzamento in zona 20° posto nella prova su due poligoni, seguito dall’ingresso nella top-10 nel pursuit. Dopodiché nella mass start si è attestato in 13ma posizione. Significa aver concluso cinque gare consecutive tra la nona e la ventunesima piazza.

Evidentemente, quel determinato livello di cui sopra è rappresentato dalla zona di classifica che va dal decimo al ventesimo posto, con le normali fluttuazioni dovute alle differenti dinamiche di ogni prova. Si tratta di una gradita novità nei connotati del ventiduenne trentino, al quale in passato era sempre mancata costanza di rendimento. Stabilità, invece, ora maturata. Giungerà anche il picco del podio, prima o poi. Le qualità del ragazzo sono sotto gli occhi di tutti e solo chi è miope o in malafede potrebbe metterle in discussione.

A proposito di conferme, va guardata con favore anche la prestazione di Daniele Fauner. Come detto, in Tirolo il ventitreenne sappadino aveva dimostrato di poter ambire alla qualificazione all’inseguimento. Obiettivo centrato in Alta Savoia. Va bene così, valere le prime 60 posizioni in una sprint è il requisito minimo per avere diritto di cittadinanza in Coppa del Mondo. Non è poco per un esordiente assoluto.

L’accesso al pursuit è invece stato mancato da uno spento Didier Bionaz e da un David Zingerle per l’occasione troppo falloso al poligono. In entrambi i casi, l’appuntamento transalpino si è risolto in una toccata e fuga da lasciarsi rapidamente alle spalle in vista degli appuntamenti di gennaio. Su di loro, così come su tutti i giovani, si tornerà dettagliatamente in un’altra monografia in uscita nei prossimi giorni.

Foto: LaPresse

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