Biathlon
Biathlon, Ole Einar Bjørndalen su Stina Nilsson: “Scia incredibilmente piano, forse non è preparata fisicamente?”
Una delle principali delusioni della tappa inaugurale della Coppa del Mondo di biathlon è stata Stina Nilsson, attesa al vertice del circuito dopo la prepotente crescita evidenziata sul finire della passata stagione, quando era stata capace di issarsi sul podio. La svedese ha invece galleggiato fra 35° e 59° posto. A colpire in negativo è stato, soprattutto, il suo rendimento sugli sci, che ha attirato le critiche persino di Ole Einar Bjørndalen.
Il biathleta più vincente di tutti i tempi, oggi analista per il canale televisivo TV2, non ha usato mezzi termini. “Scia incredibilmente piano. Mi aspettavo di vedere Stina in cima alle classifiche, o almeno che si avvicinasse al miglior tempo nel fondo. Però non ci è andata neppure vicina. Non conosco bene il modo in cui si è allenata, ma deve essersi concentrata troppo sul tiro e non si è preparata a sufficienza sul piano fisico”. Parole dure, motivate però dal fatto che Nilsson, ex fondista di vertice, a Kontiolahti non sia mai risultata fra le venti donne più rapide sugli sci. Un po’ poco per chi ha saputo essere campionessa olimpica senza la carabina in spalla.
Dal canto suo, Nilsson non si è scomposta, dichiarando “che forse ho bisogno di tempo per adattarmi al nuovo sport. La transizione è molto difficile. Ho giorni buoni e altri meno, soprattutto al tiro. C’è una sessione in cui va tutto bene e un’altra dove mi va tutto storto. Passo rapidamente da un estremo all’altro, fatto che mi sta sorprendendo un po’”.
Chissà, forse la svedese credeva di avere vita più facile, soprattutto alla luce di quanto realizzato dall’ex rivale Denise Herrmann? Anche la tedesca ha abbandonato lo sci di fondo per imbracciare la carabina, ottenendo risultati eccellenti. Non a caso, l’ormai trentaquattrenne teutonica si è messa al collo medaglie d’oro olimpiche e iridate.
Nilsson sapeva bene come la sassone potesse al massimo “prendere la sua targa”. La svedese è stata fondista di rango decisamente superiore, avendo saputo dominare l’ambito sprint, mentre Herrmann ha “solo” raccolto qualche podio qua e là. Cionondimeno l’adattamento al biathlon è sinora stato molto diverso.
“Comunque non ho rimpianti. Sono molto orgogliosa di quanto ho realizzato nello sci d fondo e quella carriera non verrà mai cancellata. Quanto posso diventare forte come biathleta? Ormai ho capito che ci sono tanti alti e bassi, come mi è successo lo scorso inverno. Non ho idea di quanto sarò brava, ma proseguirò su questa strada e vedremo dove mi porterà” ha concluso Nilsson.
Il sogno di diventare la prima atleta, uomini o donne non fa differenza, a vincere un oro olimpico sia nel fondo che nel biathlon resta vivo. Il 2026 non è poi così lontano, ma fortunatamente neppure prossimo. La domanda è se Stina seguirà le orme di Magdalena Forsberg e Anna Carin Olofsson, oppure quelle di Sofia Domeij e Jörgen Brink.
Foto: La Presse