Ciclismo
Ciclismo, Damiano Cunego: “Pogacar un po’ più costante di Evenepoel. C’è un italiano che può emergere nel 2023”
Damiano Cunego, veronese e classe 1981, soprannominato il “Piccolo Principe”, nel corso della sua carriera è stato capace di conquistare oltre 50 corse tra i professionisti. Oggi invece studia Scienze Motorie all’Università IUL, sta portando avanti la collaborazione con la palestra Golden Lab di Lugano dove segue la preparazione dei ciclisti e poi la preparazione atletica della Autozai Petrucci Contri squadra Juniores con base a Verona: “Tutto quello che sto facendo è un bel modo per crescere e imparare dai ragazzi giovani, sono molto ambizioso e ho voglia di imparare“.
Rebellin è stato uno dei tuoi grandi rivali: qual era il tuo rapporto con lui?
“Davide è stato un grande avversario soprattutto nelle Classiche, dove è stato un grande maestro, e uno dei miei compagni di riferimento quando eravamo in Nazionale. Io con Davide avevo un grande rapporto di stima, in corsa per me era come un faro, mi dava molta sicurezza. Con lui ho sempre parlato tanto in corsa, l’ultima volta che abbiamo fatto una lunga chiacchierata è stato nel 2017 in Cina dove ci siamo scambiati un po’ di opinioni tra colleghi tra un trasferimento e l’altro”.
Chi sono secondo te i giovani italiani che possono emergere nella prossima stagione?
“Filippo Zana secondo me è un ragazzo che nel 2023 può dire la sua”.
Quanto dovrà aspettare l’Italia per avere un corridore sul podio in un Grande Giro?
“Sinceramente non saprei, bisognerà avere pazienza un paio d’anni. È una questione di cicli”.
In generale secondo te è più forte Pogacar o Evenepoel?
“Pogacar secondo me è un po’ più costante, Evenepoel ha avuto l’infortunio al Lombardia che l’ha un po’ segnato, ma sta recuperando benissimo”.
Nei prossimi anni quanto il disegno dei Grandi Giri deciderà i vincitori? Evenepoel vorrà tanti km a cronometro, Pogacar meno…
“C’è una tendenza maggiore a fare meno km a cronometro e quindi sono percorsi che strizzano più l’occhio a Pogacar, ma magari tra qualche anno cambierà la formula, ma sicuramente arriverà un altro corridore fortissimo. Quando correvo io ad esempio nei Grandi Giri i km contro il tempo erano tantissimi, siamo arrivati anche a fare 60 km a cronometro”.
Rispetto a quando tu sei passato professionista, com’è cambiato oggi il ciclismo giovanile italiano?
“Un tempo con il fatto che c’erano molte squadre italiane di un certo livello davano la possibilità a tantissimi corridori Under23 di passare, oggi non è così. Se sei un corridore ‘mediocre’ fai fatica a passare nel professionismo e quindi non riesci ad esprimere le tue capacità. Oggi è un ciclismo più selettivo”.
Chi è il favorito per il Giro d’Italia 2023?
“Remco Evenepoel”.
Cosa ti aspetti da Ganna nella prossima stagione?
“Lui è un fenomeno nelle cronometro e su pista, a me piacerebbe vederlo cimentarsi in una Parigi-Roubaix. Può essere per lui una nuova sfida”.
Foto: Lapresse