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Ciclismo, Davide Piganzoli: “Correre per la Eolo-Kometa è un salto di qualità importante per la mia carriera”

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Determinazione e voglia di arrivare: con questo spirito che Davide Piganzoli vuol presentarsi in vista del 2023, stagione nella quale farà il grande salto nel professionismo del ciclismo. Il giovane classe 2002, nativo di Morbegno (Sondrio), è tra i prospetti più interessanti del Bel Paese.

Non è un caso che in questo 2022 abbia colto la top-10 al Giro d’Italia Under 23, vinto il campionato italiano a cronometro e chiuso quinto al Tour de l’Avenir. Un ragazzo che ha corso con la EOLO-Kometa U23, il team di Ivan Basso e di Alberto Contador, che sicuramente gli è stato utile per maturare velocemente e avere soprattutto l’opportunità di correre tra i grandi.

Un progetto in continua crescita quello di Basso e di Contador, con un un’anima un po’ italiana e un po’ spagnola, di cui il 20enne fa parte. “A mio modo di vedere Piganzoli è il corridore italiano più forte della sua generazione e non lo dico perché è un mio ragazzo. È cresciuto in realtà dove non gli è mai stato chiesto niente in particolare. Davide va forte in salita e a cronometro ed oggi non vedo italiani della sua età come lui”, si era pronunciato così Basso ai microfoni di OA Sport.

E dunque via alla nuova avventura in Eolo-Kometa per Piganzoli: “Finalmente è arrivata la notizia, è stato un anno impegnativo e ricco di soddisfazioni. Sono riuscito a firmare questo contratto con la Eolo-Kometa, una squadra che ha deciso di seguirmi per i prossimi tre anni. Sono molto soddisfatto. Ho avuto diverse offerte, ma ho preferito rimanere in casa visto che conoscevo già l’ambiente, tutto per fare il salto di qualità“, ha raccontato ai microfoni di InBici il nostro portacolori.

In merito al programma del 2023, il corridore ha precisato: “Non lo so ancora, abbiamo il ritiro a metà dicembre e parleremo di tutto e della prima parte di stagione“. E poi un pensiero sulla sicurezza stradale, tema tornato tristemente d’attualità per l’incidente mortale di Davide Rebellin: “E’ molto importante capire che la strada sia di tutti. Noi dobbiamo allenarci lì, come fosse la nostra palestra o ufficio. Dobbiamo assolutamente collaborare per fermare queste stragi“.

Foto: Photo LiveMedia/Luca Tedeschi

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