Ciclismo
Ciclismo, Italia comparsa nelle Classiche 2022. I corridori (giovani e non) a cui affidarsi per un rilancio nel 2023
Dati alla mano la situazione è davvero preoccupante. Nella stagione che ha visto i ritiri di Vincenzo Nibali e Sonny Colbrelli (stop a causa dei problemi al cuore l’anno dopo il trionfo clamoroso alla Parigi-Roubaix), l’Italia del ciclismo al maschile ha recitato un ruolo assolutamente di comparsa nelle Classiche Monumento.
A parlare sono le statistiche: gli azzurri non sono riusciti a piazzare nemmeno una top-10 nelle cinque Classiche Monumento. Vincenzo Albanese 11mo alla Milano-Sanremo, Luca Mozzato 25mo al Giro delle Fiandre, Andrea Pasqualon 19mo alla Parigi-Roubaix, Diego Ulissi 22mo alla Liegi-Bastogne-Liegi, Andrea Piccolo 11mo al Giro di Lombardia.
Da chi e da cosa si deve ripartire per la prossima stagione? Le certezze sono davvero poche. Contemporaneamente al ritiro di Colbrelli sono arrivati anche i problemi fisici costanti per Gianni Moscon, che proprio nell’Inferno del Nord aveva fatto sognare e avrebbe le caratteristiche per essere al livello dei migliori al mondo nelle corse di un giorno.
Al Mondiale Alberto Bettiol ha dimostrato di avere le carte in regola per tenere il passo dei big: il toscano della EF però non sembra essere costante. Per lui la situazione appare quella di avere una cartuccia, o al massimo due, da sparare durante l’anno (come quando era riuscito a dominare il Giro delle Fiandre).
Andando a guardare i giovani l’unico che sembra essere pronto è il già citato Piccolo. Alla prima apparizione in una Monumento ha sfiorato la top-10, pur correndo da supporto ai compagni di squadra. Liegi e Lombardia sono percorsi ideali per lui, ma difficilmente lo vedremo già battagliare per il titolo in questa stagione.
Dietro Piccolo poco o nulla: il campione d’Italia Filippo Zana non ha ancora trovato lo status di big, discorso simile per Albanese, che sembra più un piazzato che un vincente.
Foto: Lapresse