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Ciclismo, Riccardo Magrini: “4 italiani possono emergere nel 2023. Le società giovanili hanno un problema grave”

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Riccardo Magrini

Stagione conclusa. È tempo di bilanci e pronostici per il 2023. Ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con Riccardo Magrini, montecatinese doc, classe 1954 e nota voce di Eurosport, figura che conosce il ciclismo a 360°. Il “Magro” è stato corridore professionista dal 1977 al 1986, direttore sportivo, dirigente, poi passato alle telecronache per Eurosport nel 2005 al fianco di Andrea Berton prima, Salvo Aiello poi e dal 2018 insieme a Luca Gregorio: “Il 2022 è stato un anno di bel ciclismo, ci sono stati vincitori entusiasmanti e gare belle ricche di sorprese con grandi protagonisti come Hindley, Evenepoel, Vingegaard, Pogacar, Van der Poel e Van Aert per citarne alcuni. Non vedo l’ora della prossima stagione che sono certo che ci regalerà altre grandissime emozioni“.

Evenepoel e il Giro d’Italia…

“Remco sarà uno dei favoriti principali del Giro d’Italia, ma sarà una corsa aperta. Ci sono due cronometro importanti dove Evenepoel può prendere un vantaggio nei confronti degli altri uomini di classifica. Ci sono anche tante salite e la cronoscalata di Monte Lussari favorirà gli scalatori puri. Quindi non è così scontato che possa essere il favorito numero uno”. 

Chi pensi possa vincere il Tour de France?

“Tadej Pogacar”.

Alla Vuelta sarà l’anno di Ayuso?

“Ayuso è giovane e quindi credo sia ancora presto per lui”.

Van der Poel e Van Aert: chi è più forte? 

“Van Aert è più forte, Van der Poel è più improvvisatore”.

Chi saranno secondo te le possibili rivelazioni italiane del 2023?

“Direi Andrea Piccolo, Andrea Bagioli, Samuele Battistella e Alessandro Fancellu”.

La prossima stagione l’Italia riuscirà a vincere qualcosa? 

“Credo che con i nomi che ho detto in precedenza abbiamo buone speranze di poter figurare, così come con corridori di una certa esperienza. Matteo Trentin ha chiuso bene questa stagione e quindi può fare bene la prossima. Mi aspetto poi una conferma di Lorenzo Rota e penso che la prossima stagione per l’Italia sarà migliore di quella di quest’anno”. 

Secondo te nelle corse a tappe verrà fuori qualche italiano se non da podio, almeno da top10, Pozzovivo escluso?

“Secondo me sì, ad una top10 possiamo puntare nei Grandi Giri”.

Che differenze noti nella direzione della Nazionale tra Cassani e Bennati?

“Credo che Bennati stia continuando sulla traccia di Cassani”.

Vedi una volontà di cambiare le cose, o i problemi del ciclismo giovanile italiano sono sempre gli stessi?

“Secondo me sono peggiorati. C’è troppa esasperazione nelle categorie minori bruciando così i possibili talenti. Oggi non si dà tempo alla giusta maturazione dei corridori. Tutti pensano di avere dei piccoli Evenepoel o Pogacar e questo è il grande errore del nostro ciclismo giovanile”.

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