Storia
Il dialetto siciliano è davvero patrimonio dell’umanità secondo l’UNESCO
Spesso, celebrando il meraviglioso dialetto siciliano (o per meglio dire, la LINGUA siciliana), si tende ad inserire questo tra i patrimoni dell’umanità selezionati dall’UNESCO. Questo accade molto frequentemente anche per quel che riguarda il dialetto napoletano. Si tratta di una convinzione diffusa e, purtroppo, non corretta. Vediamo da dove nasce il fraintendimento in cui cadono molti.
La bellezza della lingua siciliana
Senza alcun dubbio il dialetto siciliano è uno dei più celebrati, non solo all’interno della nostra penisola, ma in tutto il mondo. È sufficiente ricordare la magistrale interpretazione di Marlon Brando, ne “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, che ha messo sotto i riflettori la lingua siciliana e ne ha consegnato alla storia l’iconicità.
Anche sul versante videoludico sono tantissimi i riferimenti che celebrano le bellezze e le particolarità dell’isola italiana. Basta pensare a Sicilian Sun, una delle tante slot machine a tema siciliano presente su piattaforme di gioco online come Starcasinò, considerato il miglior casino online emergente in Italia.
Proprio perché si tratta di un dialetto così particolare, ricco di inflessioni singolari e di regole piuttosto rigide, parliamo di lingua siciliana. Non a caso, negli anni sono state realizzate anche delle grammatiche sistematiche della lingua siciliana, le quali hanno lo scopo di schematizzare le principali regole che caratterizzano l’idioma.
E così è nata anche la poesia e la canzone in siciliano, le opere teatrali di Luigi Pirandello e le esibizioni spettacolari del leggendario Nino Martoglio. La lingua siciliana, insomma, racchiude in sé un mondo intero, ed è in grado di evocare all’orecchio di chi lo ascolta tradizioni e sensazioni che paiono venire da un passato antichissimo.
Il siciliano patrimonio dell’umanità?
Dopo questa breve e, concedetecelo, obbligatoria premessa sulla meravigliosa cultura siciliana, eccoci giunti alla domanda che dà il titolo a questo articolo: ma il dialetto siciliano è davvero patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco? E risponderemo in maniera telegrafica con un secco: no!
È vero. Spesso si legge sul web o si sente in giro da strenui e patriottici difensori della Sicilia che l’Unesco avrebbe inserito la lingua siciliana all’interno della lista dei “patrimoni immateriali e orali dell’umanità”. L’errore nasce dal fatto che in realtà l’Unesco riconosce alla lingua siciliana lo status di lingua ufficiale.
L’organizzazione internazionale, in effetti, riconosce l’estrema particolarità dell’insieme dei dialetti siciliani, che perdipiù vengono definiti come dialetti a rischio di estinzione. La lingua madre siciliana fa quindi parte del patrimonio identitario della sua terra e si è evoluta nel corso degli anni subendo diverse contaminazioni dovute all’incontro tra popoli, culture e linguaggi molto diversi tra loro.
Il popolo siciliano, nel lungo corso della storia, è entrato in contatto con il popolo greco, quello arabo, quello francese, tedesco e persino portoghese. Tali contaminazioni sono state rese possibili sicuramente dallo sbocco sul mare di cui la terra siciliana è in possesso, che ha favorito l’incontro con mercanti e popolazioni vicine. L’incontro tra culture così differenti ha dato luogo, dunque, a un linguaggio che fonde tantissimi elementi provenienti da tutta l’Europa, e che vede nella Sicilia il fortunato epicentro.
Perché è a rischio di estinzione?
Il progresso è quasi sempre foriero di innovazioni e comodità assolutamente gradite dal genere umano. Eppure è proprio l’andare avanti degli anni che mette a rischio lo sgretolamento culturale che rischia di destinare all’oblio la lingua madre siciliana.
A partire dall’unità italiana, infatti, la lingua siciliana è divenuta sempre meno vitale e necessaria, e di conseguenza sempre più dimenticata e ignorata dalle nuove generazioni.
L’aspetto positivo della faccenda è che finalmente i cittadini italiani riescono a riconoscersi come un popolo unitario e che condivide linguaggi e culture comuni; tuttavia le tradizioni di cui è depositaria ogni area del nostro stivale dovrebbero essere custodite e celebrate fin quando possibile, proprio perché all’interno di queste tradizioni risiede l’identità di ognuno di noi.
Sono tantissime, infatti, le associazioni culturali e gli intellettuali di fama internazionale che tentano di mantenere vivo l’interesse sulla lingua madre siciliana, affinché questa possa essere ricordata, studiata, o quantomeno conosciuta dagli abitanti dell’isola italiana. A questo scopo è nata una versione della celebre enciclopedia online “Wikipedia” completamente redatta in lingua siciliana.
Vogliamo condividere con voi un’altra chicca che forse conoscono in pochi. Se cercate su Google, o su qualsiasi altro motore di ricerca con cui avete familiarità, potete trovare un traduttore simultaneo che vi consente di scrivere una frase in italiano e di vederla riportata automaticamente in siciliano.
Questo strumento si chiama “U tradutturi” e funziona esattamente come Google Translate. Con un recente aggiornamento è possibile tradurre un testo siciliano anche utilizzando la popolarissima app Google Lens. Tutto questo solo per farvi comprendere quanto ancora sia vivo, da parte di alcuni, l’interesse verso questa meravigliosa e misteriosa lingua.
Quali sono i patrimoni dell’Unesco?
Come abbiamo visto, il siciliano (così come anche il napoletano) non è mai stato inserito tra i patrimoni immateriali o orali dell’umanità. Vi starete, quindi, chiedendo: ma quali sono i patrimoni immateriali selezionati e tutelati dall’organizzazione internazionale?
In parole povere si tratta di usanze, pratiche, espressioni o addirittura abilità che sono caratteristiche di un popolo e di una comunità.
Parliamo di pratiche sociali, danze, canti tradizionali e lavori di artigianato locale. Tra i beni immateriali patrimonio dell’umanità è possibile, ad esempio, ritrovare la tradizione del teatro No giapponese, i canti hudhud degli Ifugao nelle Filippine, Il rito reale degli antenati e il rituale del tempio di Jongmyo in Corea del Sud, la cucina messicana o il flamenco ispanico.
I beni riconosciuti come patrimonio dell’Unesco in Italia sono ben 14. Tra questi è possibile trovare, ad esempio: i canti tradizionali dei pastori sardi, l’opera dei pupi siciliana, la lavorazione della pizza napoletana o ancora il rituale della “Perdonanza Celestiniana” che si tiene annualmente a L’Aquila ogni 28 e 29 di agosto.
Il siciliano è patrimonio identitario
Tutti quelli che, in buona fede, inseriscono la lingua siciliana all’interno della lista dei beni immateriali patrimonio dell’umanità quindi sono in errore. È però più che corretto dire che il siciliano è patrimonio identitario, dal momento che all’interno di questo dialetto vive la storia di una terra con una storia e un passato da far venire la pelle d’oca.