Nuoto
Il nuoto è la disciplina regina dello sport italiano? Un 2022 che ha rasentato la perfezione
Il 2022 sarà ricordato come l’anno d’oro del nuoto azzurro. Le tre generazioni che si sono incrociate sulle vasche di tutto il mondo indossando la casacca azzurra hanno ottenuto risultati straordinari e non è solo una questione di medaglie, di contingenza con un livello che, per via di alcune assenze (alcune forzate, altre per scelta) potrebbe essersi abbassato: l’Italia detiene a oggi tre record del mondo in vasca lunga e due li ha appena stabiliti in vasca corta, una situazione che non si è mai verificata nella storia del nuoto.
Per il 2022 parlano i numeri, a partire dall’appuntamento più importante, il Mondiale di Budapest: cinque ori, due argenti e due bronzi, 24 posti in finale, uno in più rispetto a Gwangju 2019, per la spedizione azzurra della piscina. Il migliore di sempre e c’è da tenere conto che l’evento clou per i nuotatori italiani quest’anno era l’Europeo in casa per cui molti di loro non si sono concentrati sul Mondiale. In acque libere, poi, a Budapest sono arrivati 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi con Gregorio Paltrinieri a fare da mattatore.
A Roma è stato un vero e proprio trionfo, quello della squadra italiana che ha vissuto due settimane di delirio con numeri impressionanti. 13 ori, 13 argenti e 9 bronzi, en plein di finali conquistate in piscina e record di medaglie che sarà difficilmente battibile: il primato precedente era di 27 medaglie complessive e risaliva a Budapest 2021, in occasione del quale la squadra italiana aveva conquistato 5 ori, 9 argenti e 13 bronzi. Nel nuoto di fondo l’Italia, con la ratifica del risultato della 25 km giunta pochi giorni fa, ha conquistato 10 medaglie di cui quattro ori, quattro argenti e tre bronzi.
In chiusura di stagione, nel terzo grande appuntamento stagionale, il Mondiale in vasca corta di Melbourne dove l’Italia si è presentata a ranghi ridotti, gli azzurri sono comunque riusciti a battere il record di podi eguagliando il numero di medaglie conquistate lo scorso anno, 16 ma con un argento in più: 5 ori, 6 argenti e 5 bronzi.
Sono numeri impressionanti per un movimento che sembra davvero abbia trovato una dimensione di livello superiore e si stia posizionando in questa fase alle spalle delle grandi potenze mondiali, Stati Uniti e Australia, prendendo il posto per ora della Russia, in attesa che i russi possano tornare a gareggiare.
L’organizzazione, la capacità di giungere preparati al momento più importante, lo studio meticoloso dei particolari con ancora ampi margini di miglioramento, l’addio a quel complesso di inferiorità che ha accompagnato la storia del nuoto azzurro fino a un paio di decenni fa: sono tutti aspetti che hanno contribuito alla crescita di un movimento che oggi è la punta dell’iceberg dello sport italiano, mai così competitivo in una delle discipline più praticate al mondo.
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