Calcio

‘Maurizio racconta…’: la Francia teme psicologicamente l’Italia. Salviamo le nuove generazioni del nuoto

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LA FRANCIA TEME PSICOLOGICAMENTE L’ITALIA?

Dopo la conclusione del Mondiale di Calcio di Qatar 2022 e, ripercorrendo un po’ la storia delle grandi manifestazioni calcistiche (Europei e Mondiali), mi sorge una domanda spontanea: la Francia ci soffre in questi grandi eventi? La nostra presenza gli incute un timore inconscio? Hanno una sudditanza psicologica nei nostri confronti? Direi proprio di sì. Ma non lo dico io, lo indicano le statistiche che non mentono mai e pesano come macigni. Andiamo e vederle, almeno negli ultimi 44 anni. Dal 1978 (Mondiali in Argentina) la nostra nazionale ha mancato in quattro occasioni l’appuntamento con le fasi finali di Europei (1984 e 1992) e Mondiali (le ultime disastrose edizioni del 2018 e 2022). Ebbene, di queste quattro edizioni, i nostri cugini transalpini sono arrivati in ben tre finali (vincendone due), e solamente nel torneo continentale del 1992 (in Svezia) non hanno superato il girone iniziale (in quell’epoca solamente otto nazionali prendevano parte alla fase finale). A buon intenditor poche parole…
Analizziamo invece le edizioni dove abbiamo preso parte sia noi che loro alla fase finale. Qui invece cambia tutto radicalmente. Gli azzurri hanno battuto (ed eliminato) i galletti dalle manifestazioni del 1978, 2006 (nostro quarto titolo mondiale) e 2008, mentre i cugini d’Oltralpe ci hanno mortificato nei tornei del 1986, 1998 e 2000 (con il famoso golden goal di Trezeguet). Dunque una situazione abbastanza equilibrata: forse la partita chiave per i nostri rivali è stata quella del 1998, dove battendoci ai rigori si sbloccarono psicologicamente e vinsero il loro primo titolo iridato (se quel benedetto tiro sul palo di Roberto Baggio fosse entrato nei supplementari….). Da quel giorno una nuova consapevolezza è entrata nelle loro menti, molto simile a quello che è accaduta alla Spagna dopo averci battuto ai rigori ad Euro 2008. Ma, in conclusione, un dato di fatto è certo: siamo lo spauracchio della Francia, e quando non ci siamo loro tirano un sospiro di sollievo. Sanno che, con la nostra presenza, niente ci è precluso.

SALVIAMO LE NUOVE GENERAZIONI DEL NUOTO

Si sono appena conclusi i 16esimi Campionati mondiali di nuoto in vasca corta, disputati a Melbourne, con il miglior bottino azzurro della storia (e terzo posto nel medagliere). L’Italnuoto ha conquistato lo stesso numero di medaglie dell’edizione di Abu Dhabi 2021 (16), ma con un argento in più (5 – 6 – 5). In totale, 28 presenze in finale dei nostri nuotatori per numeri d’eccellenza, che fanno del nuoto uno dei cavalli di battaglia del nostro sport agonistico. Ma il movimento di base è a forte rischio ed il futuro è molto incerto. Colpa della sofferenza economica dei gestori delle piscine, a causa dei rincari energetici con costi quadruplicati. Dunque, dopo le misure di contenimento della pandemia che avevano già causato fortissimi disagi, ecco la notizia delle chiusure temporanee di molti impianti per poter superare l’inverno. Dunque, molti giovani sono costretti ad allenarsi con acqua non riscaldata o addirittura a stare a casa. Stiamo perdendo generazioni future? Rischiamo di non trovare i nuovi Paltrinieri, Miressi, Ceccon e Martinenghi a breve e medio termine? La situazione sembra essere davvero preoccupante. 

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’

Maurizio Contino

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