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Nuoto, Cesare Butini poco fiducioso per il futuro: “Il movimento di base sta soffrendo la crisi”

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I Mondiali in vasca corta di Melbourne stanno per cominciare. Da martedì 13 dicembre il Melbourne Sports and Aquatic Centre ospiterà la sedicesima edizione della competizione iridata sulla distanza corta, dopo aver preso il posto della cittadina russa di Kazan. L’Italia, memore delle 16 medaglie lo scorso anno ed i grandi risultati del proprio movimento, si presenta ai nastri di partenza con molte ambizioni. Ma per il direttore tecnico Cesare Butini non è tutto rose e fiori.

Il tecnico romano infatti guarda oltre al risultato sportivo, ed è preoccupato dalla piega presa al momento dalle associazioni sportive e le società, con il passare del tempo molto meno attive: “Paltrinieri, Ceccon, Martinenghi, Pilato e gli altri non esisterebbero senza di loro. Anche loro sono stati bambini accompagnati in piscina da familiari per imparare a nuotare, solo poi sono diventati campioni. Se le famiglie avessero trovato le piscine chiuse e avessero dirottato l’interesse verso altri sport non esisterebbero tutte le loro medaglie e i successi che condividiamo con orgoglio“.

Butini prosegue nella sua arringa sul sito della Federnuovo: “Questo è il vero problema: la grave sofferenza economica che si riflette sulle attività dei gestori di impianti a causa dei rincari energetici con costi quadruplicati. Questi ulteriori aumenti seguono le misure di contenimento della pandemia, che avevano causato fortissimi disagi. Molte piscine stanno chiudendo temporaneamente per superare l’inverno, se non a data da festinarsi. Gli aiuti dello Stato e degli Enti locali non sono sufficienti“.

Il direttore tecnico non appare dunque fiducioso per il futuro, se dovessero continuare i problemi riguardante le strutture: “Ci sono giovani atleti costretti ad allenarsi con acqua non riscaldata abbastanza o a trasferirsi in altri impianti o addirittura a stare a casa. Stiamo perdendo generazioni future, stiamo rischiando di interrompere la virtuosa ciclicità che garantisce all’Italia del nuoto di restare leader del movimento internazionale, ma soprattutto stiamo rischiando di avere in un Paese peninsulare con 8.000 chilometri di coste meno persone che sanno nuotare e che svolgono attività fisica, insomma meno benessere. Quindi sì: Paltrinieri, Ceccon, Martinenghi e Pilato stanno bene, ma non si può dire lo stesso del movimento di base. Il presente è a rischio. Il futuro è molto incerto“.

Foto: LaPresse

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