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Nuoto
Nuoto, Nicolò Martinenghi vince il duello con Adam Peaty, ma il terzo incomodo Nic Fink beffa entrambi
Tra i due litiganti il terzo gode, verrebbe da dire. Forse lo avrà pensato pure Nicolò Martinenghi quando, nella finale dei 100 rana ai Mondiali di nuoto in vasca corta in corso a Melbourne, ha toccato la piastra al secondo posto in 56.07 (26.36 ai 50 metri) alle spalle dello statunitense Nic Fink (55.88), ma prima dell’eterno rivale Adam Peaty (56.25), l’idolo britannico campione di tutto che è rientrato dopo un lungo e complesso infortunio.
La vasca da 25 metri non è quella da 50, è vero, ma dall’impianto del Melbourne Sport and Aquatics centre arrivano comunque indicazioni importanti in prospettiva futura. L’orizzonte del domani è Parigi 2024. L’Olimpiade è ancora temporalmente lontana, ma anche più vicina di quello che sembra, soprattutto nella testa degli atleti. E l’oro di Fink in questi Mondiali vuol dire che Tete non può certo “adagiarsi”, soprattutto quando dalle acque europee si passa a quelle iridate. Martinenghi è campione iridato ed europeo in carica (ma a Budapest e Roma Peaty non c’era) e anche oggi ha messo la mano davanti al britannico che però non è ancora in perfette condizioni. In Ungheria Tete aveva messo dietro Fink (terzo, mentre l’argento era andato all’olandese Kamminga), ma l’americano oggi ha dimostrato margini di crescita importanti.
A Melbourne stamattina (in Italia, la sera in Australia) Martinenghi era entrato in finale da favorito, ma è uscito dal conclave dei migliori otto come cardinale con un tempo leggermente peggiore di quello fatto il giorno precedente (56.01). Siamo lì comunque, anche perché con questo argento il 23enne di Varese conferma il secondo posto mondiale dello scorso anno a Doha.
L’allievo di Marco Pedoja all’Aniene ha nuotato sempre spalla a spalla con gli altri migliori segno che da qui a Parigi la lotta sarà lunga e serrata. Le idee più chiare si inizieranno ad avere a luglio prossimo, quando ai Mondiali in lunga di Fukuoka la top class della rana internazionale si ritroverà in acqua, fianco a fianco. Allora a Parigi mancherà più o meno un anno. E sarà già tutta un’altra storia.
FOTO: LAPRESSE