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Pagelle Croazia-Giappone 1-1 (4-2 d.c.r.), voti Mondiali 2022: Livakovic imbattibile dal dischetto, Perisic moto perpetuo

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PAGELLE CROAZIA-GIAPPONE 1-1 (4-2 d.c.r.)

Croazia

Livakovic 7: per oltre mezz’ora è spettatore non pagante, poi arriva la sfuriata del Giappone nel finale di primo tempo. Non può nulla sul gol di Maeda, poi diventa protagonista nella lotteria dei rigori parandone tre su quattro.

Juranovic 5: Kamada lo punta in più di un’occasione, avrà ancora il mal di testa dopo l’azione del giapponese al minuto 41. E quando si parla di attaccare, la sua faccia è la copertina di Chi l’ha visto.

Lovren 6: un piede malandrino tiene in gioco Taniguchi in occasione del vantaggio giapponese, ma nella seconda frazione è lui a propiziare il pari con un cross alla Modric per il colpo di testa vincente di Perisic.

Gvardiol 6,5: si sgancia volentieri in avanti grazie alla sua falcata e alla sua qualità in palleggio, dalle sue parti non si passa praticamente mai. Giocatore che ormai ambisce ad un passo in più a livello europeo.

Barisic 6: in assenza di Borna Sosa, è lui il titolare sulla sinistra. Non si sgancia molto, perché Doan lo fa soffrire in più di un’occasione nel primo tempo. La prestazione migliora con il passare dei minuti, con il suo dirimpettaio che diventa mano mano sempre più evanescente.

Modric 5,5: tecnica e classe mai in discussione, ma fatica ad accendersi. Il numero 10 prova  ad illuminare la manovra con un paio di tocchi dei suoi, ma senza successo. Nel secondo tempo sfiora il gol con una conclusione di controbalzo messa in angolo da Gonda, ma è l’unico lampo della sua partita. (Al 99′ Majer 6: si mette a fare il play al posto di Modric, come potrebbe succedere nel prossimo futuro. Ha l’occasione migliore dei supplementari ma il suo destro da fuori area finisce largo.)

Brozovic 5,5: al piccolo trotto, nel giropalla croato sembra avere la situazione sotto controllo ma alla fine si limita perlopiù al compitino: non arrivano acuti da parte sua. Freddo al momento del rigore.

Kovacic 6: prova a fare il centrocampista box to box dando una mano in avanti e sradicando più palloni possibili. Non riesce però a far valere la sua tecnica superiore. (Al 99′ Vlasic 6: nella Croazia sbilanciata in avanti non riesce a creare quella superiorità numerica che si aspetta dal giocatore del Torino. Tira bene il suo rigore)

Kramaric 5: non rende per nulla. Sembra costantemente fuori dagli schemi, senza dare un minimo apporto alla fase offensiva croata. (Al 68′ Pasalic 6: cerca di essere più frizzante del suo compagno con i suoi inserimenti senza palla, ma non trova mai lo spiraglio giusto. Segna però il rigore che manda i suoi ai quarti.)

Petkovic 5: preferito a Livaja, il centravanti della Dinamo Zagabria non fa sentire il suo peso. Dopo 25 minuti trova il varco giusto, buttando però la chance passando la sfera nella terra di nessuno. Impalpabile. (Dal 62′ Budimir 5,5: sfiora subito il gol di testa, poi replica la prestazione del suo dirimpettaio, uscendo addirittura a fine primo tempo supplementare.) (Al 106′ Livaja 5,5: tanto pressing sui portatori di palla avversari e poco altro, tira il suo rigore con enorme sufficienza con il pallone che si stampa sul palo.)

Perisic 7 : un primo tempo disastroso, tra l’erroraccio avanti a Gonda e la perdita di marcatura sul gol di Maeda. Si fa però perdonare al minuto 55 con la zuccata valida per il pari, da lì è una vera e propria spina nel fianco per il Giappone. (Al 106′ Orsic 6: la mossa di Dalic per dare brio alla manovra nel secondo supplementare non sortisce molti effetti. Non si fa vedere molto.)

All. Dalic 6: la squadra che mette in campo appare supponente e troppo sicura di sé. E nel primo tempo paga le conseguenze. La manovra appare comunque senza troppi sbocchi e la partita si trascina fino ai rigori: se la Croazia è ai quarti deve ringraziare un Livakovic cinque stelle extralusso.

Giappone

Gonda 6: pronto e reattivo su un paio di occasioni della Croazia, in particolare sul tiro da fuori di Modric, ma ha qualche responsabilità sul gol del pari, dove parte con una frazione di secondo di ritardo. Può nulla sui rigori.

Tomiyasu 6: rischia la frittata suprema dopo otto minuti, facendosi scavalcare in maniera un po’ elementare dal pallone quando Perisic sfiora il gol, ma sale di tono con il passare del tempo, riuscendo a diventare un fattore.

Yoshida 5,5: quando si tratta di difendere e sgomitare in mezzo all’area è un vero samurai, facendo più volte da schermo umano per la propria porta. Se viene preso in velocità sono dolori: nel primo tempo Petkovic lo grazia, nel secondo Tomiyasu ci mette una pezza deviando la conclusione di Perisic. Da capitano va a battere il quarto rigore, ma Livakovic è un muro.

Taniguchi 6: meno appariscente del compagno di reparto, ha il merito di toccare quel tanto che basta il cross di Doan per la zampata di Maeda dell’1-0. Per il resto non soffre molto quando gli avversari attaccano.

Nagatomo 6: Kramaric non lo impensierisce molto dalla sua parte, e per questo può sganciarsi spesso per aiutare la manovra offensiva. (Al 64′ Mitoma 6: entra per dare ancor più spinta sulla sinistra, va vicino al gol con una conclusione da fuori nel finale di tempo supplementare. Si fa ipnotizzare da Livakovic dal dischetto)

Ito J. 6: il suo piede caldo non si riesce ad attendere quest’oggi, viene dunque chiamato ad un lavoro più difensivo che altro rispetto a quanto aveva fatto vedere durante la fase a gironi.

Endo 6: chiamato a dare manforte a metà campo, fa il suo lavoro senza strafare e allargando il gioco appena può. Non tocca molti palloni, ma contribuisce a mettere sabbia negli ingranaggi croati.

Kamada 6: fa tante volte la ‘navetta’ avanti e indietro su quella fascia sinistra. Il talento c’è, ha la chance per sbloccare la sfida ma manda la sfera alta sopra la traversa. Rimane l’unica vera occasione della sua partita. (Al 75′ Sakai 6: si piazza a sinistra per mettere argine alle scorribande di Perisic, ci riesce con alterne fortune.)

Morita 6,5: il centrocampo del Giappone è questo: poca qualità, tanta sostanza. Morita ricopre il suo ruolo con enorme diligenza. Esce stremato. (Al 106′ Kamada 6: dentro per irrobustire il centrocampo, tiene bene botta portando forze fresche agli asiatici.)

Doan 6,5: oramai è l’uomo in più di questa squadra, quando calcia nasce sempre qualcosa. Come il cross dalla destra in cui arriva il gol dei Samurai Blu, ma le sue accelerazioni fanno sempre male. Si sgonfia nella seconda frazione. (Dall’86’ Minamino 5: entra per dare brio alla manovra, ma non tocca molti palloni. E oltretutto tira malissimo il primo calcio di rigore.)

Maeda 7: impalpabile per lungo tempo, poi diventa il protagonista che non ti aspetti con una zampata in mischia. Rimane l’unica chance della sua partita, ma si sacrifica enormemente per la squadra. (Al 64′ Asano 5: entra e non la vede mai, ma davvero mai. Segna almeno il suo rigore, probabilmente l’unico pallone che tocca durante la sua partita.)

All. Moriyasu 6,5: opta per una netta inversione a U rispetto al match con la Spagna, scegliendo il 4-3-3 e lasciando spazio di manovra a Doan e Kamada. Riesce ad imbrigliare l’enorme talento avversario senza soffrire troppo nel corso dei 120 minuti, la sua squadra si inchina solo ad un monumentale Livakovic ai rigori.

Foto: LaPresse

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