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Pagelle Olanda-Argentina 5-6, voti Mondiali calcio 2022: Emiliano Martinez super ai rigori, Lautaro Martinez decisivo

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PAGELLE OLANDA-ARGENTINA 2-2 (5-6 d.c.r.)

Olanda

Noppert, 6: rischia tantissimo con i piedi in avvio di partita, quando il suo passaggio viene sfiorato da Julian Alvarez. Sul primo gol argentino è incolpevole, non riesce a replicare la magia di Szczesny sul tiro dal dischetto di Messi. Non para neanche un rigore nella serie finale, con l’unico errore argentino che arriva con Enzo Fernandez che non centra lo specchio della porta.

Timber, 6: si pensava ad un possibile ritorno dal 1′ minuto per De Ligt, Van Gaal però decide di dare ancora fiducia al giocatore dell’Ajax che lo ripaga con una partita priva di sbavature. Eccezionale negli anticipi oltre la metà campo.

Van Dijk, 6: un gigante in difesa, sia a reparto schierato sia quando è lasciato solo contro Alvarez; per lui letture sempre perfette e grande lavoro anche in fase di costruzione. Prova senza successo il recupero disperato su Molina sul primo gol argentino, da quando passa a 4 dietro non soffre praticamente niente. Sbaglia il primo calcio di rigore.

Aké, 6.5: si trova più volte a marcare Messi, andando palesemente in difficoltà sulle qualità del fuoriclasse argentino. Sono poche le sue sortite offensive prima di diventare attaccante aggiunto nei minuti di recupero in cerca del gol del pareggio. E’ un diesel, andando in crescendo nel corso dei 120 minuti.

Dumfries, 5.5: dopo l’ottavo da assoluto protagonista gioca un primo tempo di spessore, non soffrendo in difesa e impegnando la retroguardia argentina allineandosi sulla linea degli attaccanti in fase di possesso. Nel secondo tempo poi commette fallo in maniera ingenua regalando all’Argentina il rigore del momentaneo 2-0.

De Jong, 6.5: il faro della manovra olandese; dopo aver visto la partita spettacolare di Luka Modric, il regista del Barcellona prova ad imitarlo, tutte le azioni pericolose passano da lui che non sbaglia un pallone. Professore in cattedra.

De Roon, 6: fare reparto con De Jong è semplice ma toglie anche un po’ di riflettori, il centrocampista dell’Atalanta fa tanta legna e cerca di mettere nelle migliori condizioni possibili i suoi compagni. Non rientra dagli spogliatoi nella staffetta tra giocatori bergamaschi (dal 46′ Koopmeiners, 6: anche lui non approccia benissimo, entrando in campo piuttosto mollo e perdendo quasi tutti i duelli fisici contro gli avversari. Si riscatta eseguendo alla perfezione lo schema sulla punizione che regala i supplementari all’Olanda).

Blind, 5: si perde colpevolmente Molina in occasione del gol del vantaggio argentino, primo tempo in cui prova a spingere in attacco, ma il suo errore dietro pesa parecchio. E’ costretto a lasciare il campo per infortunio dopo venti minuti della ripresa (dal 65′ L. De Jong, 6.5: anche dal suo ingresso passa la rimonta della nazionale europea, con i suoi centimetri e la sua altezza mette sempre in difficoltà i difensori argentini che sono completamente di un’altra taglia rispetto a lui).

Gakpo, 5.5: il mattatore della fase a gironi gioca un primo tempo sottotono, sono poche le sue accelerazioni e la sua pericolosità in attacco è quasi nulla. Nel secondo tempo Van Gaal toglie Bergwijn per farlo tornare nella sua posizione preferita, il giocatore del PSV però non riesce mai ad iscriversi a questo quarto di finale, regala nel secondo tempo supplementare una punizione agli avversari. La rimonta olandese arriva anche senza il suo contributo (dal 114′ Lang).

Depay, 5: svaria molto sul fronte offensivo, trovandosi più di qualche volta contro Otamendi; il n.10 olandese questa sera non è in partita quanto nel turno precedente. Non si accende con il passare dei minuti, anzi cala vistosamente alla distanza fino a sparire completamente dalla partita (dal 79′ Weghorst, 9: neanche il tempo di entrare in campo che trova subito il gol al primo pallone toccato che riapre la partita, e non contento al decimo minuto di recupero diventa il salvatore della patria mandando l’Olanda ai tempi supplementari. Trasforma senza problemi il suo rigore, anche se si rivela inutile per l’Olanda).

Bergwijn, 6.5: la sorpresa iniziale di Van Gaal porta i suoi frutti, l’ala dell’Ajax non dà punti di riferimento alla retroguardia argentina, sempre in apprensione quando la palla è tra i suoi piedi. Esce a fine primo tempo per permettere l’avanzamento di Gakpo (dal 46′ Berghuis, 5.5: sfiora il gol del pareggio a cinque minuti dalla fine con una conclusione che termina sull’esterno della rete, prima di questo lampo si era visto poco. Sbaglia anche lui il rigore, il secondo in fila per l’Olanda).

CT Van Gaal, 7.5: Esce dal Mondiale che era sicuro di vincere alla lotteria di rigori dopo una partita al cardiopalma. Nei novanta minuti fa ancora vedere il suo tocco magico e azzecca tutte le scelte: toglie qualità e imprevedibilità all’attacco per inserire i centimetri delle punte e manda in tilt l’Argentina. Lezione tattica al suo avversario. Ai tempi supplementari ha ridisegnato la sua squadra con un 4-2-3-1 molto offensivo, provando anche a vincerla. Sarà la sua ultima panchina in carriera?

Argentina

E. Martinez, 9: due parate straordinarie ai rigori permettono all’Argentina di strappare il pass per la semifinale dopo una partita leggendaria, che ha visto passare davanti ai giocatori tutte le emozioni possibili. E’ il Mondiale dei portieri,

Romero, 6: si trova a suo agio come difensore di destra del terzetto del reparto arretrato, l’ex Atalanta ora in forza al Tottenham di Conte gioca 80 minuti privi di gravi errori, sempre in controllo della situazione (dal 78′ Pezzella, 5: è l’autore del fallo da cui scaturisce il gol del pareggio olandese, atterra Weghorst con un intervento che non ha senso).

Otamendi, 6: chiude più volte la porta in faccia a Depay, è il comandante della difesa sudamericana che regge bene fino all’ottantesimo. Errore di posizionamento di tutto il reparto sul gol olandese, da quel momento in poi va anche lui in calando commettendo diversi errori di lettura che portano a palle inattive molto pericolose.

L. Martinez, 5.5: prima partita da titolare per il difensore del Man United che si è guadagnato il posto con quel salvataggio all’ultimo minuto contro l’Australia; attento e preciso come braccetto di sinistra della difesa a tre. Troppi i centimetri di differenza con Weghorst che letteralmente lo sovrasta nel gol che riapre la partita (dal 111′ Di Maria s.v.).

Acuna, 7: una freccia a sinistra, dopo l’inizio un po’ in sordina l’esterno a tutta fascia acquisisce fiducia e diventa letteralmente immarcabile. La sua partita è però macchiata da un’ammonizione pesante per un fallo su Dumfries che lo costringerà a saltare un’eventuale semifinale (dal 78′ Tagliafico, 5.5: molta meno spinta e molta più difficoltà rispetto a colui che ha iniziato la partita, in un’eventuale semifinale dovrà scendere in campo con un atteggiamento diverso).

Fernandez, 6: il nuovo fenomeno che gioca nel Benfica e si è guadagnato il posto a suon di prestazioni, questa sera è meno protagonista e meno al centro della manovra argentina. Quando entra in campo Paredes si sposta in posizione di mezz’ala al posto di De Paul, alzando nettamente la sua pericolosità soprattutto nel secondo tempo supplementare. Clamorosi gli ultimi minuti della sua serata: prima prende il palo al 120′, poi sbaglia il primo match-ball dal dischetto (con Lautaro che trasforma il successivo).

De Paul, 6.5: sempre nel vivo della manovra albiceleste, abbina tanta corsa a tanta qualità; il centrocampista dell’Atletico Madrid sta disputando un buonissimo Mondiale. Non al meglio fisicamente cala nella ripresa e viene richiamato in panchina da Scaloni (dal 67′ Paredes, 6: entra in campo e si posiziona davanti alla difesa provando a dare ordine alla manovra della squadra di Scaloni, brutto il gesto del pallone scagliato con violenza verso la panchina olandese. Impeccabile sul suo calcio di rigore).

Mac Allister, 5.5: mezz’ala di corsa e di sacrificio riconquista anche stasera diversi palloni. In manovra fa più fatica, sbagliando diversi tocchi, alcuni anche elementari. Combina spesso con De Paul e gestisce male una ripartenza al 60esimo quando l’Argentina era 3 contro 2 e poteva chiudere il conto.

Molina, 7.5: un treno sulla fascia destra; lui e Acuna guadagnano grande libertà offensiva con lo schieramento decido da Scaloni, l’ex Udinese è autore di una partita molto intraprendente, condita anche da paio di break interessanti e soprattutto del gol del vantaggio sull’invenzione del n.10. Probabilmente è lui il migliore in campo tra gli argentini (dal 105′ Montiel, 6: non si vede molto nei 15 minuti giocati, si prende la scena segnando il terzo rigore dell’albiceleste).

Messi, 8.5: gol e assist per il trascinatore dell’Argentina. Nel primo tempo la partita si sblocca grazie a una sua invenzione, un assist no-look meraviglioso per Molina, nel secondo tempo prova a chiudere i conti trasformando in maniera perfetta il rigore procurato da Acuna. Si spegne anche lui dopo il secondo gol, prima di trovare una trasformazione impeccabile da dischetto.

Alvarez, 6: i suoi movimenti stasera non creano particolari problemi, con l’attaccante del City che viene letteralmente mangiato e detonato da Van Dijk. Serata di pausa per l’attaccante del City che per ora ha disputato un torneo eccezionale (dal 82′ Lautaro, 7: capitano a lui le migliori occasioni dei tempi supplementari: prima colpisce Van Dijk con una conclusione a colpo sicuro, poi trova la pronta risposta di Noppert a un minuto dalla fine sul tiro da fuori area. Segna lui il rigore decisivo che regala il passaggio del turno ai sudamericani).

CT Scaloni, 6: squadra che scende in campo concentrata e ben messa in campo con uno schieramento che esalta la qualità dei terzini di spinta e lascia carta bianca alle invenzione del fuoriclasse con il numero 10 sulle spalle. Dopo essere stata in vantaggio di due reti si spegne e si fa trascinare ai supplementari. Letteralmente schiacciato da Van Gaal con i cambi. Passa il turno ai rigori e in semifinale continuerà la corsa verso la Coppa contro la Croazia.

Foto: LaPresse

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