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Pagellone sport italiano 2022: nuoto e volley da 10, calcio fallimentare, ciclismo a due facce

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Se nel 2021 lo sport italiano aveva raggiunto probabilmente l’apice massimo della sua storia, rinverdendo i fasti del 1982 e del 2006, anche l’anno 2022 non è stato tanto da meno. I 16 ori mondiali in specialità olimpiche (non contiamo quello di Massimo Stano, perché la 35 km individuale non farà parte del programma di Parigi 2024) la dicono lunga sul livello complessivo raggiunto dagli azzurri. Il processo di crescita non si ferma ed esistono i presupposti, tra un anno e mezzo, per provare a fare ancora meglio della già memorabile ed indelebile edizione a cinque cerchi nel Sol Levante.

Come da tradizione, vi proponiamo dunque il nostro storico pagellone, in cui passiamo in rassegna tutte le discipline dello sport italiano, tracciando un bilancio in base ai risultati conseguiti. Quest’anno il primato ex aequo va assegnato a nuoto e pallavolo, ma vanno segnalati degli incoraggianti tentativi di crescita anche in contesti storicamente in difficoltà (ad esempio il tennistavolo).

IL PAGELLONE DELLO SPORT ITALIANO NEL 2022

ARRAMPICATA SPORTIVA: 6. Una stagione di transizione per questa disciplina che, dopo aver esordito alle Olimpiadi e avere raddoppiato i titoli in palio ai prossimi Giochi (saranno ben quattro a Parigi 2024 contro i due di Tokyo), ha vissuto soprattutto in funzione degli Europei di Monaco e della sempre più lunga Coppa del Mondo. L’Italia non ha avuto particolari acuti nel corso di una stagione dove si è lavorato per mettere fieno in cascina in vista della prossima rassegna a cinque cerchi.
Da evidenziare le buone prove offerte da Flip Schenk, 22enne che ha sfiorato il podio nella combinata in occasione degli Europei di Monaco. Un giovane emergente alla pari della talentuosa Beatrice Colli, che ha dominato in campo giovanile e che sembra essere pronta per il salto di qualità tra le grandi. Le stelle del movimento sono sempre Laura Rogora, Stefano Ghisolfi e Ludovico Fossali: qualche podio in Coppa del Mondo, ma li aspettiamo ancora più performanti in un 2023 che lancerà la volata verso le sempre più vicine Olimpiadi.

ATLETICA LEGGERA: 7,5. L’Italia si è resa protagonista dei migliori Mondiali degli ultimi 19 anni: due medaglie (l’oro di Massimo Stano nella 35 km di marcia, il bronzo di Elena Vallortigara nel salto in alto), 19mo posto nel medagliere e 12ma piazza nella classifica a punti (non vanno dimenticati i quarti posti di Gianmarco Tamberi, Sara Fantini, Andrea Dallavalle). Un ritorno sulla terra dopo i surreali cinque ori delle Olimpiadi di Tokyo 2020, ma che è sinonimo di un movimento in ottima salute e in grado di essere protagonista a livello internazionale. Anche perché a Eugene sono pesati i problemi fisici di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, oltre all’assenza di Antonella Palmisano (e stiamo parlando di fenomeni capaci di conquistare i titoli a cinque cerchi dodici mesi prima).
L’Italia ha poi convinto in maniera importante agli Europei, con il terzo posto nella classifica a punti e la settima posizione nel medagliere. A Monaco hanno brillato le due grandi stelle dell’atletica tricolore: Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, capaci di laurearsi Campioni d’Europa dopo l’apoteosi a cinque cerchi (rispettivamente sui 100 metri e nel salto in alto). Il terzo titolo continentale è giunto per mano di Yeman Crippa sui 10.000 metri, ormai splendida realtà di fondo-mezzofondo, primo italiano a essere sceso sotto l’ora sulla mezza maratona e pronto a debuttare sui 42,195 km. A corollario anche due argenti (splendido quello di Andrea Dallavalle nel salto triplo) e cinque bronzi, per dieci medaglie complessive che hanno scaldato l’estate degli appassionati.
Da ricordare il memorabile ruggito di Marcell Jacobs sui 60 metri ai Mondiali Indoor: il velocista lombardo ha firmato il nuovo record europeo (6.41) ed è riuscito a battere gli statunitensi Christian Coleman e Marvin Bracy su una distanza non propriamente congeniale al Messia dell’atletica italiana. A Belgrado è arrivato anche il bronzo di Gianmarco Tamberi, che non aveva mai gareggiato al coperto per tutto l’inverno e ha piazzato la stoccata improvvisa nell’appuntamento più importante. Attenzione anche al settore giovanile, con l’esplosione di Mattia Furlani (dominatore tra alto e lungo), una sempre più convincente Rachele Mori (Campionessa del Mondo under 20 nel lancio del martello) e il sigillo di Nadia Battocletti agli Europei di cross tra le under 23.

BADMINTON: 5. Il progetto giovani 2024 inizia a mostrare i primi risultati, ma, come dimostrato nelle qualificazioni agli Europei a squadre miste, l’élite continentale è ancora lontana, mentre quella mondiale dista anni luce. Non vanno però dimenticati i due bronzi raccolti ai Giochi del Mediterraneo, così come le buone prestazioni mostrate agli Europei. Qualche passo in avanti è certificato anche dal ranking mondiale, con due doppi femminili costantemente tra i primi 100 al mondo e qualcosa che inizia a muoversi anche a livello di singolare. A maggio 2023 sarà tempo di iniziare la corsa verso Parigi 2024 e, stando così le cose, di spazio per la qualificazione olimpica degli azzurri ce n’è davvero poco, purtroppo.

BASEBALL: 6. Di Italia si può parlare soltanto in riferimento all’Haarlem Week, che è andata in maniera un po’ strana per la Nazionale azzurra. Partita con la sconfitta contro l’Olanda, ha proseguito perdendo (prevedibilmente) con USA e Giappone, vincendo però con Curaçao e soprattutto Cuba. Quest’ultima, però, si è presa la rivincita relegando gli azzurri al sesto posto. In attesa di ciò che sarà il World Baseball Classic del prossimo marzo, resta il buon impatto avuto dalle italiane nelle Coppe europee, e in questo senso non si può non sottolineare Parma che non solo non lascia, ma raddoppia per tenersi il titolo di Campione d’Europa.

BASKET 3X3: 5. Poca l’attività delle due Nazionali. Per gli uomini è tutto presto detto: mancata qualificazione agli Europei. E anche le donne stavolta non ce l’hanno fatta, e se è vero che gli impegni di A1 hanno condizionato le presenze a roster, è altrettanto vero che non era certo impossibile staccare il pass. Qualcosa di buono s’è comunque visto dalle Women’s Series, nelle rare tappe in cui quest’anno l’Italia ha partecipato (tre, con secondo posto a Bucarest). E non fa di sicuro male il bronzo femminile ai Giochi del Mediterraneo, che non può però far dimenticare come questo 2022 non sia proprio stato rose e fiori.

BEACH VOLLEY: 7. Doveva essere l’anno zero, è senza dubbio una delle stagioni più vincenti della storia del beach volley italiano. Paolo Nicolai e Samuele Cottafava, al primo anno assieme, sono tornati a portare l’Italia sul gradino più alto del podio in un torneo di primo livello e sono entrati nell’elite del circuito mondiale. Anche Menegatti/Gottardi, al primo anno assieme, sono arrivate ai quarti del Mondiale e dell’Europeo, conquistando l’accesso nel tabellone principale dell’Elite16 e lasciando capire che per la qualificazione olimpica ci sono anche loro. Il rimescolamento di carte fra le altre coppie azzurre, con il risultato della doppia coppia Lupo/Rossi e Ranghieri/Carambula, ha portato alla prima finale tutta italiana nel World Tour e ad un secondo posto in un Elite16 a fine stagione. In più ci sono le vittorie di Benzi/Bonifazi, Manni/Vanni, Bianchin/Scampoli nei Future e il quarto posto di Armellini/Acerbi al Mondiale under 19 a confermare una crescita generale del movimento. Peccato per la mancanza di un risultato di eccellenza in campo maschile nel Mondiale in casa e anche all’Europeo.

CALCIO MASCHILE: 2. Due come le mancate qualificazioni ai Mondiali consecutive, potremmo fermarci qui per giustificare questa valutazione. L’Italia, che si era regalata il sogno di vincere gli Europei a 53 anni di distanza dall’ultima volta, si è sciolta come neve al sole più per proprie paure che per le qualità degli avversari affrontati. La sconfitta incredibile nel playoff contro la Macedonia del Nord del 24 marzo a Palermo ha proprio queste caratteristiche. Un fallimento su tutta linea senza se e senza ma e il pass alla Final Four di Nations League non può certo mitigare la portata della controprestazione descritta. Tutti hanno sbagliato e l’aspetto più preoccupante è che non si intravede discontinuità. La sensazione è sempre la stessa: si è in attesa di una nuova anomalia positiva perché il calcio italiano continua essere afflitto dalle stesse problematiche. Ci si affida a Roberto Mancini e alla voglia di lanciare giovani che in Serie A giocano poco o mai per oggettive incapacità o per prezzi dei cartellini troppo alti, ma si può andare avanti così?

CALCIO FEMMINILE: 5. Le aspettative erano ben altre. Il percorso del movimento del “Pallone in rosa” è in un momento importante: l’inizio del professionismo e la presenza di club in Serie A che in ambito maschile hanno fatto la storia. Tuttavia, i riflessi sulla Nazionale italiana di Milena Bertolini non si vedono. L’uscita di scena nella fase gironi degli Europei, raccogliendo un solo punto in tre partite contro Francia, Islanda e Belgio, è stata decisamente deludente. Giusto valutarla come una chiara bocciatura. Certo, è arrivata la qualificazione per i Mondiali 2023 in Australia e in Nuova Zelanda, ma se la squadra nostrana non cambierà registro il percorso in territorio oceanico sarà decisamente breve. Bertolini probabilmente deve anche allargare la propria visione di insieme, coinvolgendo giocatrici giovani interessanti che hanno fatto vedere qualità importanti, piuttosto che puntare sull’usato sicuro per riconoscenza.

CANOA SLALOM: 7,5. Brillano l’oro europeo di Stefanie Horn e gli argenti, continentale ed iridato, di Giovanni De Gennaro, con l’azzurro sul podio poi anche in Coppa del Mondo, ma ottimi segnali sono giunti anche dal settore giovanile, con i titoli iridati di Ivrea di Elena Borghi e Lucia Pistoni. Buona costanza di rendimento dell’Italia nella canadese, ma con meno picchi, bene nel corso della stagione nell’extreme slalom soprattutto Zeno Ivaldi e Giovanni De Gennaro, segno che la nuova specialità olimpica potrebbe anche riservare delle belle soddisfazioni agli azzurri a Parigi 2024. Il prossimo anno le attenzioni saranno tutte rivolte ai Mondiali, che assegneranno i primi pass per le Olimpiadi.

CANOA VELOCITÀ: 5,5. L’Italia soffre i cambiamenti apportati al quadro delle specialità olimpiche: i Mondiali non hanno confermato le soddisfazioni che gli azzurri si erano tolti nella rassegna iridata post-olimpica, ed è proprio il kayak italiano a patire maggiormente le variazioni verso Parigi 2024. La canadese azzurra, infatti, qualche piccolo segnale, quantomeno a livello continentale l’ha dato, anche se la concorrenza nelle nuove specialità olimpiche è cresciuta di livello negli ultimi dodici mesi. Settore femminile del kayak in difficoltà, mentre la canadese è praticamente inesistente. Occorre resettare tutto in vista di Mondiali ed Europei del prossimo anno, in cui saranno in palio i pass olimpici. Comunque sono in arrivo ragazze interessanti su cui investire, soprattutto in vista del quadriennio successivo.

CANOTTAGGIO: 7. L’Italia ha selezionato pochi eventi in questo 2022 preferendo continuare a costruire gli equipaggi che al prossimo Mondiale andranno a giocarsi i pass per le Olimpiadi: buono l’esordio in Coppa del Mondo a Lucerna, poi nelle specialità olimpiche agli Europei è arrivato l’oro del quattro di coppia maschile, accompagnato dai podi del doppio femminile, nonché dell’otto maschile, oltre alle medaglie dei doppi pesi leggeri, sempre una certezza. Leggermente più sottotono la rassegna iridata, alla quale però l’Italia è giunta con qualche acciacco fisico di troppo. La speranza è che gli azzurri giungano al meglio alla prossima rassegna iridata, per conquistare il maggior numero possibile di carte olimpiche.

CICLISMO SU STRADA MASCHILE: 4,5. Vincenzo Nibali si è ritirato quest’anno, al termine di una carriera da sogno. Ha dovuto appendere la bicicletta al chiudo anche Sonny Colbrelli visto l’incubo vissuto. Il Bel Paese al maschile è rimasto privo di stelle, sia per i Grandi Giri sia per le Classiche Monumento. In aggiunta neanche Filippo Ganna è riuscito a salvare il salvabile. Non esaltanti le performance del piemontese, di bronzo agli Europei a cronometro, molto lontano dal podio ai Mondiali. Forse la performance migliore dell’Italia è arrivata nel momento inaspettato: un Mondiale a Wollongong eccellente per gli azzurri di Daniele Bennati con Matteo Trentin quinto. C’è del materiale su cui lavorare per ripartire (Bettiol e Moscon i più pronti, Piccolo, Baroncini e Tiberi per il futuro), ma al momento il mondo corre veloce con i vari Evenepoel, Pogacar, Van Aert e van der Poel, mentre il Bel Paese è fermo.

CICLISMO SU STRADA FEMMINILE: 8. È mancata la perla, quella che era arrivata nel 2021 con il clamoroso titolo iridato di Elisa Balsamo, ma sono maturate grandi prestazioni in giro per l’Europa. La piemontese si è disimpegnata al meglio con la maglia iridata e ha agguantato nove vittorie (Trofeo Alfredo Binda su tutti), con anche l’argento europeo a Monaco (terza Rachele Barbieri). La certezza è sempre Elisa Longo Borghini: l’atleta della Trek-Segafredo si è tolta la soddisfazione di trionfare in maniera strepitosa nella Parigi-Roubaix, inserendo un altro successo di lusso nella sua bacheca già memorabile. Poi è esplosa alla grande Marta Cavalli: accoppiata Freccia Vallone e Amstel Gold Race per l’atleta della FDJ. Nella compagine transalpina c’è anche Vittoria Guazzini: titolo iridato under 23 a cronometro e quarta piazza tra le senior. Tra Giro, Tour e Vuelta poi è venuta fuori una eccezionale Silvia Persico, addirittura bronzo iridato in quel di Wollongong: altra atleta di qualità pronta a dar spettacolo nel 2023. Da sottolineare anche le qualità in volata di Chiara Consonni, vincitrice di una tappa al Giro Donne.

CICLISMO SU PISTA: 7,5. Altra stagione da ricordare, la prima con Marco Villa a gestire sia la squadra maschile che quella al femminile e da subito si sono visti i risultati. Agli Europei di Monaco sono state preservate alcune delle stelle, ma ad esaltarsi è stata una spettacolare Rachele Barbieri, oro sia nell’omnium che nell’americana assieme a Silvia Zanardi. Titolo anche per Elia Viviani che trova la doppietta iridata e continentale nell’eliminazione, mentre da segnalare anche la crescita nella velocità al maschile, con diversi giovani di qualità (Matteo Bianchi argento nel chilometro da fermo) pronti al salto tra i big. Ai Mondiali poi benissimo Filippo Ganna e Jonathan Milan nell’inseguimento individuale e nell’inseguimento a squadre (argento dietro la Gran Bretagna), mentre il capolavoro lo fanno Martina Fidanza nello scratch e soprattutto il quartetto al femminile, oro mostruoso in Francia.

BMX: 5,5. Parlando della specialità olimpica della Race, azzurri ancora lontani dalla vetta a livello internazionale, i risultati soprattutto nelle competizioni di primo piano vengono a mancare. Però c’è molto fermento dietro: Giacomo Gargaglia, Marco Radaelli e Leonardo Cantiero sono attesissimi al definitivo salto di qualità. Mentre nel trial e nel freestyle il Bel Paese è ancora distantissimo dal vertice.

MOUNTAIN BIKE: 6,5. Finalmente l’Italia è tornata a recitare un ruolo nel panorama della mountain bike, quanto meno nella disciplina olimpica del cross country. Il settore maschile ha vissuto un vero e proprio “rinascimento”, affidato interamente ad un sorprendente Luca Braidot. Nei mesi estivi il goriziano è stato in assoluto tra i migliori al mondo, vincendo la sua prima gara di Coppa del Mondo, bissandola sette giorni dopo. La medaglia di bronzo mondiale è la ciliegina su una torta dolcissima per un atleta che difficilmente ci si aspettava a questi livelli. Il buon momento del settore maschile è stato confermato dalla maglia iridata conquistata da Simone Avondetto tra gli U23, due mesi dopo essersi preso anche il titolo europeo, confermandosi l’atleta del futuro azzurro. Ad un settore uomini da voto alto in classifica fa purtroppo da contraltare quello femminile che invece ha faticato ancora. Giada Specia e Martina Berta hanno mostrato miglioramenti, ma il gap dalle migliori sembra ancora importante. In ottica futura hanno confermato le buone impressioni Sara Cortinovis e, soprattutto, Valentina Corvi.

CICLOCROSS: 5,5. Il 2022 del ciclocross azzurro è prima di ogni altra cosa l’anno in cui è tornata in Italia una medaglia mondiale elite. A centrarla è stata Silvia Persico che, anche approfittando dell’assenza delle giovanissime neerlandesi, è riuscita a salire sul podio ad 8 anni di distanza da quell’argento di Eva Lechner. Bisogna però essere onesti, oltre quella splendida gara di Fayetteville, l’Italia non ha raccolto molto nel 2022. Non pervenuto il settore maschile: lontanissimi tra gli elite, sostanzialmente inesistenti tra gli U23, l’unico che ha dato segnali è stato Luca Paletti, passato quest’anno agli U23. Continuano a crescere invece le due junior Valentina Corvi e Federica Venturelli, apparse non così distanti dalle parietà neerlandesi e britanniche.

GINNASTICA ARTISTICA: 8,5. Le Fate hanno riportato l’Italia sul trono d’Europa, vincendo la gara a squadre continentale a distanza di 16 anni dalla prima e unica volta. Le ragazze del DT Enrico Casella sono state semplicemente magistrali a Monaco, riuscendo a fare saltare il banco dall’alto di un tasso tecnico decisamente elevato e che rappresenta ormai un punto di riferimento per tutti gli altri Paesi. Asia D’Amato è riuscita a conquistare il titolo nel concorso generale individuale (impresa riuscita soltanto a Vanessa Ferrari in passato) ed è stata affiancata sul podio da Martina Maggio (splendido bronzo sul giro completo, prima volta di un’accoppiata tricolore nella gara che premia la ginnasta più completa).
Senza dimenticarsi delle medaglie di specialità portate a casa da Alice D’Amato, Martina Maggio e Angela Andreoli, ben supportate da Giorgia Villa. Questa Nazionale, che ha dominato anche i Giochi del Mediterraneo, ha tutte le carte in regola per sognare in grande e avrebbe potuto anche consacrarsi ai Mondiali, ma le assenze pesanti delle infortunate Asia D’Amato e Angela Andreoli, accompagnate da cinque cadute di squadra (fatto episodico e mai successo in precedenza) hanno relegato le azzurre al quinto posto. Senza errori e con la formazione tipo, questa Italia non deve avere paura di nessuna (nemmeno degli USA)
Il movimento maschile è risorto dalle sue ceneri e ha ottenuto il miglior risultato a livello di squadra agli Europei: un argento semplicemente sublime per Nicola Bartolini e compagni, capace di lasciarsi alle spalle corazzate sulla carta più quotate. Il DT Giuseppe Cocciaro ha lavorato duramente per amalgamare questo gruppo e creare una squadra coesa, magari senza particolari picchi su determinati attrezzi ma con una costanza di rendimento e un livello medio che permettessero di fare la differenza. Ai Mondiali si è andati a un soffio da un podio che sarebbe stato leggendario, sfumato soltanto a causa di una caduta nell’ultimo esercizio. Permane il rebus degli specialisti: qualcuno riuscirà a inserirsi in squadra anche in vista delle Olimpiadi? Peccato non aver raccolto podi individuali (Bartolini è stato sfortunato al corpo libero tra Europei e Mondiali).

GINNASTICA RITMICA: 8,5. Sofia Raffaeli ha squarciato la tela della grande bellezza ed è entrata nell’empireo delle sportive italiane più grandi di tutti i tempi. Non è un’esagerazione: l’Italia non aveva mai conquistato una medaglia d’oro iridata con un’individualista, la 18enne marchigiana ha saputo laurearsi Campionessa del Mondo nel concorso generale individuale (la gara che premia la ginnasta più completa). Ha piantato la bandiera in un universo inesplorato e che sembrava non poter essere nemmeno scrutato dal Bel Paese.
L’apoteosi totale della nuova Reginetta a Sòfia, accompagnata anche da tre titoli nelle finali di specialità (prove non olimpiche), resterà per sempre nella memoria di tutti gli appassionati. Sofia Raffaeli ha saputo anche vincere la Coppa del Mondo all-around (impresa mai riuscita a un’italiana in passato) e a mettersi al collo medaglie anche agli Europei, dove purtroppo qualche sbavatura le ha impedito di firmare il successo sul giro completo.
Le Farfalle partivano con tutti i favori del pronostico per vincere la medaglia d’oro ai Mondiali, ma nell’all-around hanno commesso degli errori e sono rimaste addirittura giù dal podio, rinviando anche il discorso per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Alessia Maurelli e compagne, che agli Europei hanno subito un clamoroso furto (avrebbero meritato la vittoria nell’all-around, ma sono state defraudate da Israele, padrone di casa), sono però state brave a riscattarsi in occasione delle finali di specialità, trionfando brillantemente con i cinque cerchi e conquistando l’argento nel misto. Da non dimenticare che l’Italia ha vinto il team event ai Mondiali (è la combinata dei risultati individuali e di quelli di squadra).

TRAMPOLINO ELASTICO: 5,5. Qualcosa si inizia a muovere dopo anni di buio totale (eravamo costantemente tra il 2 e il 3 come voto nel pagellone di fine anno). Nella stagione del ritiro dell’icona Flavio Cannone, caposaldo del movimento che ha partecipato a tre Olimpiadi, emerge il talento di Simone Patisso Colonna, capace di sfiorare la qualificazione alla finale individuale dei Mondiali (unica prova presente anche ai Giochi).
In occasione della rassegna iridata lo stesso Patisso Colonna e Marco Lavino hanno staccato il biglietto per l’atto conclusivo nel syncro (disciplina non olimpica), ottenendo un risultato inedito per il movimento tricolore. Attenzione al settore giovanile, perché si sono affacciati talenti che potrebbero regalaci soddisfazioni al piano superiore: Silvia Coluzzi si è laureata Campionessa del Mondo e d’Europa tra le juniores, mentre Letizia Radaelli ha conquistato il titolo iridato nella categoria aperta a ragazze di 13-14 anni: trionfi mai visti in passato alle nostre latitudini e che lasciano ben sperare.

GOLF: 5,5. L’Italia, dopo due anni, è tornata finalmente a vincere un torneo sul DP World Tour (ex European Tour). Dopo le tante beffe del 2021, Guido Migliozzi ha estratto un grande coniglio dal proprio cilindro alla buca 18 dell’Open di Francia per farlo suo. Il tutto in un anno paradossale, perché è uscito dalla top 100 in virtù di una prima metà di 2022 che ha messo in difficoltà molti azzurri. Note positive da Francesco Molinari, che è occasionalmente tornato a esprimersi su bei livelli portando a casa tre top ten sul PGA Tour e il nono posto a Wentworth. Suo fratello Edoardo si è distinto con otto piazzamenti tra i primi dieci sul DP World Tour. Altre note positive: la scalata di Gregorio De Leo dall’Alps Tour e soprattutto la Silver Medal conquistata a St. Andrews da Filippo Celli. Si segnalano, però, anche le perdite delle carte piene per il circuito continentale da parte di Renato Paratore e Francesco Laporta. In conclusione di 2022 è arrivata una bella notizia dal settore femminile: Roberta Liti ha conquistato la carta per il tour LPGA e lo giocherà nel 2023.

HOCKEY PRATO: 6. L’annata è terminata con l’ottimo risultato della Nazionale al femminile nella Nations Cup di Valencia: azzurre di Robert Justus che sono giunte quinte, ma hanno trovato confortanti performance contro squadre di altissimo ranking in classifica. Da sottolineare anche il ritorno nella Pool A europea, con il pass ottenuto a Vilnius. Le premesse, verso il futuro, sono ottime. Diverso il discorso per gli uomini, che restano nella seconda serie: azzurri ancora distanti anni luce dai migliori al mondo.

JUDO: 8. 2022 da record per l’Italia, che ha cominciato col botto il nuovo ciclo olimpico verso Parigi 2024 grazie ad una Nazionale sempre più profonda e competitiva ai massimi livelli. 25 podi e 5 vittorie stagionali tra Grand Prix e Grand Slam rappresentano un bottino davvero notevole per il movimento azzurro, che ha saputo raccogliere risultati pesanti anche nei tre appuntamenti più importanti del calendario. Degne di nota nello specifico le due medaglie mondiali (argento di Christian Parlati e bronzo di Assunta Scutto) e le quattro europee (1 argento e 3 bronzi), oltre ad un fantastico Masters in cui è arrivato lo storico trionfo di Alice Bellandi insieme ad altri due podi firmati da Assunta Scutto e Odette Giuffrida. Risultati senza precedenti che si riflettono nei ranking olimpici, con il Bel Paese che sembra poter provare ad ottenere il pass a cinque cerchi in almeno 12 categorie su 14. C’è fermento anche nelle categorie giovanili, come dimostrano le 19 medaglie raccolte complessivamente nelle rassegne continentali e iridate tra juniores (12 podi, 2 ori) e cadetti (7 podi, 1 oro). Il ricambio generazionale all’interno della squadra senior sta funzionando e c’è la sensazione di poter alzare ulteriormente l’asticella da qui ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024, con alcune garanzie e tanti ragazzi di talento pronti ad effettuare l’ultimo step verso il vertice della disciplina.

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KARATE: 6,5. Stagione importante per i colori azzurri. Tante manifestazioni e medaglie che sono arrivate con buona frequenza. Agli Europei di Gaziantep l’Italia chiude con un oro, 2 argenti e 5 bronzi. Ai Giochi del Mediterraneo arrivano altri 2 argenti e 3 bronzi, mentre ai World Games si è chiuso con un oro e un bronzo. Silvia Semeraro e Angelo Crescenzo hanno disputato 12 mesi di altissimo livello con grande costanza, mentre alle loro spalle crescono bene diversi elementi. Danilo Greco illumina nei -60kg, Alessandra Mangiacapra ha centrato l’oro nella Premier League di Fujarah, mentre arrivano conferme importanti per Luca Maresca, Michele Martina e Aurora Graziosi.

LOTTA: 6. Annata agrodolce in casa Italia all’inizio del nuovo ciclo olimpico verso Parigi 2024. Frank Chamizo, per continuità nei tornei più importanti della stagione, è stato il migliore degli azzurri con un bronzo mondiale ed un argento europeo, confermando però un leggero calo rispetto alla sua versione più brillante. Medaglie pesanti a livello senior anche per la new-entry Danila Sotnikov (argento continentale nei 130 kg greco-romana) e per Enrica Rinaldi (bronzo continentale nei 76 kg), mentre non sono riusciti a salire sul podio tra Europei e Mondiali alcuni big del movimento come Abraham Conyedo (rallentato da problemi fisici nella sua nuova categoria 125 kg) e Nikoloz Kakhelashvili. La lotta olimpica tricolore può comunque sorridere in prospettiva per alcuni risultati di rilievo a livello giovanile, come dimostrano le 4 medaglie complessive agli Europei Under 20 (1 oro con Simone Piroddu, 1 argento con Aurora Russo e 2 bronzi con Raul Caso ed Immacolata Danise) ed i due podi ottenuti ai Mondiali Under 17 (argento di Raul Caso e bronzo di Fabiana Rinella).

NUOTO: 10. Un 2022 che rimarrà nel cuore e nel cervello. La Nazionale italiana guidata dal Direttore Tecnico, Cesare Butini, ha dimostrato quanto il Bel Paese sia tra le potenze di questa pratica. Il terzo posto nei medaglieri delle rassegne iridate in vasca lunga e corta di quest’anno e il dominio assoluto negli Europei di casa a Roma (piscina da 50 metri) non è giustificato solo dall’assenza di russi e bielorussi per le note vicende legate al conflitto in Ucraina. Il movimento natatorio nostrano è una realtà in continua crescita. Ciò è dimostrato dall’aggiornamento quasi costante alla voce “primati di podi e di ori vinti” nelle competizioni internazionali che si susseguono. La selezione tricolore non ha più le fattezze di quella dipendente dalle lune di pochi atleti, capaci di fare la differenza. In questo caso parliamo di una squadra, con tante punte e seconde linee di livello, motivate dai grandi risultati dei campioni tra le fila nostrane. In altre parole, si è creato un circolo virtuoso che non va disperso assolutamente per i problemi riguardanti gli impianti, a causa della crisi energetica. Per rimanere al top tutti i pezzi del puzzle devono essere al loro posto.

NUOTO DI FONDO: 9. La squadra dei caimani. Se in piscina si festeggia, nelle acque libere non si è da meno in casa Italia e l’anello di congiunzione si chiama Gregorio Paltrinieri. Il carpigiano è stato, senza dubbio, il punto di riferimento del movimento, in grado di trascinare anche i suoi compagni di squadra. Una compagine che ha primeggiato nella rassegna iridata di Budapest con 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi, con Paltrinieri in grado di conquistare l’oro nella 10 km (specialità olimpica), l’argento nella 5 km e il bronzo nel Team Event. Da notare, la doppietta oro-argento nella 10 km citata con Domenico Acerenza (argento) oltre che il sigillo nella 25 km di Dario Verani. Ancor più impressionante la prestazione agli Europei, nel mare agitato di Ostia. Il bilancio è stato 4 ori, 4 argenti e 3 bronzi. Un totale di 11 medaglie con Greg oro nella 5 km e nella prova a squadre e un super Acerenza, a segno nella 10 km e decisivo nella conquista del metallo più pregiato della staffetta mista. Vanno aggiunte poi le medaglie tanto discusse della 25 km, tra annullamenti e decisioni a distanza di tempo della LEN per le condizioni del mare, con un podio tutto italiano nella gara maschile (Sanzullo, Verani, Furlan) e il secondo e terzo posto di Barbara Pozzobon e di Veronica Santoni, alle spalle della francese Caroline Jouisse, nella prova femminile. Il tutto da corredare al primato di Paltrinieri nelle World Series.

NUOTO ARTISTICO: 8,5. Leggiadria e determinazione. La specialità della danza in vasca ha questi connotati e la squadra guidata da Patrizia Giallombardo ha fatto vedere esercizi di rilievo nei Mondiali di Budapest e negli Europei di Roma. Nella rassegna iridata il Bel Paese ha conquistato 5 medaglie, di cui 2 ori, 1 argento e 2 bronzi. I metalli pregiati portano le firme di Giorgio Minisini e Lucrezia Ruggiero, dominatori delle routine “tech” e “free” del duo misto. A corredo di ciò i podi nel programma tecnico della squadra, del libero combinato e degli Highlight in una rassegna storica per l’Italia, chiaramente condizionata dall’assenza della Russia per quanto è tristemente noto. A livello europeo, Roma ha dato ancor più conferma della grande stagione del nuoto artistico tricolore con 12 medaglie (4 ori, 6 argenti, 2 bronzi). Minisini è stato l’asso nella manica per il Bel Paese: il Golden Boy ha fatto sua la scena nel singolo tecnico e libero maschile, che per la prima volta ha fatto parte del programma di una competizione continentale seniores, confermandosi assoluta stella con Ruggiero nel duo misto (libero e tecnico). Una menzione particolare la merita anche Linda Cerruti, autentica stacanovista della vasca: due argenti nel singolo tecnico e libero, quattro secondi posti nelle routine delle prove a squadre e due bronzi nel doppio con Costanza Ferro. Chapeau.

BASKET MASCHILE: 7. A livello di Nazionale, l’Italia è sostanzialmente arrivata a un’inversione di fischio, più ancora che a due liberi, dalla semifinale europea. Un cammino pronosticato da pochi, quello degli uomini di Gianmarco Pozzecco, con la punta della spettacolare vittoria sulla Serbia. Con una squadra giocoforza un po’ diversa è arrivata anche l’anticipata qualificazione ai Mondiali del 2023. Il parco giocatori è ora importante: Simone Fontecchio è in NBA, Gabriele Procida e Matteo Spagnolo sono stati draftati e il livello Eurolega ce l’hanno in diversi, in attesa del recupero di Danilo Gallinari (cui vanno grandissimi auguri per la riabilitazione) e di capire cosa farà Paolo Banchero nel 2023. Per i club, importantissimo aver trovato nella Virtus Bologna, almeno per questa stagione, la seconda squadra in Eurolega, peraltro dimostrando di poterla giocare. Doppiamente sfortunata Milano, prima per gli infortuni nei quarti della stagione passata e poi per la crisi nell’inizio di questa. C’è però un problema nelle coppe FIBA, dove sia Sassari che Brindisi sono uscite subito. Soprattutto il caso dell’Happy Casa, in FIBA Europe Cup, qualche riflessione la deve destare.

BASKET FEMMINILE: 6. In verità, non si può dire granché sull’attività della Nazionale, perché questa si limita a due partite. Una è quella praticamente non agonistica con la Svizzera, l’altra è quella con la Slovacchia, indubbiamente più qualificata, che ha portato direttamente agli Europei 2023. Rimane ora da capire quale sarà la composizione del roster azzurro in Slovenia e Israele. Il capitolo club in Europa dice che Schio ha raggiunto i quarti nella scorsa Eurolega, Venezia la finale in EuroCup. Dice anche che la Reyer e Sassari giocheranno l’una contro l’altra nei playoff dell’EuroCup attuale, mentre Schio sta viaggiando a ottimi ritmi al piano superiore e la Virtus Bologna può recriminare per un paio di partite girate male. Il capitolo Nazionali giovanili ha portato in dote un bronzo europeo a livello Under 20, a prosecuzione di una tradizione ormai lunga. In estate, seppur per breve tempo, si è vista Lorela Cubaj in WNBA, prima del rientro a Venezia.

PALLAMANO: 5,5. È stato un anno di transizione per gli azzurri della pallamano che, fondamentalmente, si sono ritrovati a fronteggiare come unico torneo quello inserito all’interno dei Giochi del Mediterraneo 2022, concluso con sole sconfitte. A questa rassegna si aggiunge anche l’eliminazione di marzo dalle qualificazioni dei Mondiali del 2023 causata dalla debacle contro la Slovenia. Malgrado i risultati insufficienti però c’è fiducia nel lavoro di coach Trillini, il quale avrà il compito non semplice di trovare la quadra, andando a caccia del primo obiettivo disponibile per il 2023: la qualificazione ai Campionati Europei del 2024, iniziati in salita con la doppia sconfitta contro le temibili Polonia e Francia. Il potenziale c’è, servirà tempo e soprattutto pazienza. In campo femminile da segnalare il primo turno superato dalle azzurre nelle qualificazioni ai Mondiali 2023. Qualcosa inoltre si muove, in generale, anche in ambito giovanile.

PALLANUOTO MASCHILE: 8. Il Settebello in stagione ha messo in bacheca la World League, unico trofeo che mancava, ma va sottolineato l’argento iridato, che per un soffio non si è trasformato in uno splendido oro. Gli azzurri hanno cercato poi di ripetere l’impresa a livello continentale, ma il quarto posto non ha reso giustizia agli uomini di Sandro Campagna. L’Italia poi ha visto brillare nuovamente, a livello di club, la stella della Pro Recco, vincitrice per il secondo anno consecutivo della Champions League, poi affiancata, ancora una volta, dalla Supercoppa LEN. Il movimento azzurro è in salute e nel 2023 l’obiettivo è quello di staccare subito il pass olimpico per pianificare al meglio l’avvicinamento alle Olimpiadi.

PALLANUOTO FEMMINILE: 7. Il Setterosa cresce a vista d’occhio ed è già tornato in primo piano sulla scena internazionale, dapprima con un amaro quarto posto ai Mondiali e poi con un luccicante bronzo agli Europei. Il quinto posto in World League non è un passo indietro viste le attenuanti del caso, su tutte l’impossibilità per Carlo Silipo di disporre del gruppo per il tempo necessario a preparare una competizione così importante. Nel 2023 il Setterosa sarà chiamato a rimarginare quella ferita ancora aperta che la mancata qualificazione ai Giochi di Tokyo ha causato al movimento azzurro. A livello di club manca ancora qualcosa per primeggiare a livello internazionale, ma i top club continentali non distano molto.

VOLLEY MASCHILE: 10. L’Italia è tornata a vincere i Mondiali a distanza di ventiquattro anni dall’ultima volta. Dal tris della Generazione di Fenomeni al sigillo dei Giovani Ribelli, capaci di salire sul tetto del Pianeta dopo aver vinto gli Europei appena dodici mesi prima. Il CT Fefé De Giorgi ha imbastito una squadra giovane, pimpante, frizzantina, talentuosa e motivata, capace di mettersi in luce in qualsiasi contesto e di superare ogni ostacolo.
La cavalcata firmata durante la rassegna iridata è stata semplicemente monumentale ed è stata caratterizzata da due apici memorabili: la spettacolare vittoria contro la Francia ai quarti di finale, rimontando da 1-2 contro i Campioni Olimpici; la gigantesca affermazione in finale contro la Polonia, che aveva vinto le ultime due edizioni e si trovava in vantaggio per 1-0 di fronte al proprio pubblico di Katowice.
La regia maestosa del capitano Simone Giannelli (MVP del torneo), il talento innato di Alessandro Michieletto e Daniele Lavia, l’esperienza di Simone Anzani, la brillantezza di Gianluca Galassi, i recuperi repentini di Fabio Balaso, la forza dirompente di Yuri Romanò. La Nazionale di volley maschile, che è stata quarta in Nations League, è la miglior squadra della stagione e ora può guardare con ottimismo alle Olimpiadi di Parigi 2024.
A corollario vanno ricordati tutti i grandi trionfi dei settori giovanili, a dimostrazione di un movimento tricolore decisamente florido e in grado di regalare molteplici soddisfazioni al Bel Paese. Campioni d’Europa con Under 18, Under 20 e Under 22: en-plein già consegnato alla storia e che ci può fare sognare in vista del prossimo futuro, visto che sembra esserci ulteriore materiale per rinforzare la compagine maggiore.

VOLLEY FEMMINILE: 7. L’Italia ha conquistato la medaglia di bronzo ai Mondiali, salendo sul podio iridato per la terza volta nella storia dopo il titolo del 2002 e l’argento di quattro anni fa. Il risultato è decisamente rimarchevole, ma si è tornati a casa con un alloro al collo che lascia un po’ di amaro in bocca. La nostra Nazionale si era presentata all’appuntamento con l’obiettivo di fare saltare il banco e di cantare l’Inno di Mameli al termine della competizione, ma ha purtroppo sbattuto contro il muro del Brasile in una dolorosa semifinale.
La squadra non ha mai espresso il gioco di cui è capace durante la rassegna iridata, ha faticato in più occasioni a ingranare e ha mancato l’appuntamento con l’atto conclusivo. Sono emersi dei problemi all’interno dello spogliatoio, a kermesse conclusa è poi divampato il caso Egonu e le criticità da risolvere sono molteplici in vista dei prossimi impegni internazionali. E dire che l’Italia aveva vinto la Nations League (primo sigillo della storia) appena tre mesi prima di iniziare l’avventura ai Mondiali. Un enorme peccato considerando il talento di cui il CT Davide Mazzanti è a disposizione.
Il movimento è comunque in salute, come testimoniano i tanti trionfi ottenuti con il settore giovanile: Campionesse d’Europa con Under 17, Under 19 e Under 21. Il futuro appare decisamente roseo, a patto di continuare a lavorare con attenzione e meticolosità, gestendo al meglio le nuove leve e facendole crescere con l’intento di rinforzare prossimamente la Nazionale maggiore.

PENTATHLON MODERNO: 8. Il titolo mondiale di Elena Micheli ad Alessandria d’Egitto, l’argento europeo nella staffetta mista (specialità non olimpica), i quattro podi nelle tappe di Coppa del Mondo, con una vittoria (sempre ad opera di Elena Micheli) ed il riconoscimento dell’UIPM come miglior team dell’anno nelle staffette: il 2022 dell’Italia dello sport del soldato è da incorniciare e, soprattutto, gli azzurri hanno dimostrato di sapersi adattare alla grande al nuovo format in 90′ introdotto per i Giochi di Parigi 2024. L’Italia nel 2023 lavorerà non solo per essere al top ad Europei e Mondiali, qualificanti per le Olimpiadi, ma a livello giovanile si punterà sullo sviluppo della nuova disciplina ad ostacoli che andrà a sostituire l’equitazione dopo Parigi.

SOLLEVAMENTO PESI: 6,5. Bilancio moderatamente positivo nella prima stagione del nuovo ciclo olimpico, in cui due dei tre medagliati di Tokyo 2021 (Giorgia Bordignon si è ritirata) hanno dovuto cambiare categoria. Nino Pizzolato si è dimostrato subito competitivo tra i -89 kg, vincendo il terzo titolo europeo consecutivo e firmando il nuovo record del mondo prima di dover rinunciare al Mondiale (senza medaglie per il Bel Paese) per problemi fisici, mentre Mirko Zanni è ancora indietro nel processo di adattamento ai -73 kg e dovrà salire di colpi nel 2023. Gli altri componenti della squadra azzurra che hanno cominciato il percorso di qualificazione olimpica sono invece molto giovani e hanno già messo in mostra un potenziale interessante. Sergio Massidda è già tra i big globali dei 61 kg dopo il quarto posto iridato di Bogotà, mentre in campo femminile Giulia Imperio, Lucrezia Magistris e Giulia Miserendino rappresentano una certezza a livello continentale ma dovranno ancora crescere molto per poter ambire alle posizioni da podio in occasione di Mondiali o Giochi Olimpici. Buoni segnali anche nelle categorie giovanili, con alcuni talenti interessanti da coltivare in ottica Los Angeles 2028 (se la pesistica verrà confermata nel programma olimpico).

BOXE DILETTANTISTICA: 8. L’Italia ha mostrato i muscoli in maniera perentoria agli Europei conquistando addirittura sette medaglie con gli uomini. Aziz Abbes Mouhiidine ha ribadito di essere il miglior peso massimo a livello internazionale: dopo l’argento iridato della passata stagione (con qualche dubbio sull’esito di quella finale), il campano ha giganteggiato in campo continentale e si è imposto. Alfred Commey sembra essere esploso tra i mediomassimi, si è messo al collo l’argento e sembra avere margini di miglioramento davvero infiniti. Eccellenti i bronzi di Leonardo Esposito (48 kg), Federico Serra (51 kg), Manuel Cappai (54 kg), Michele Baldassi (57 kg) e Salvatore Cavallaro (75 kg).
Sul fronte femminile è stata la solita Irma Testa a dettare legge in maniera perentoria. La ribattezzata Butterfly si è laureata Campionessa d’Europa e ha conquistato l’argento ai Mondiali tra i pesi piuma, confermandosi costantemente sul podio dopo il bronzo olimpico. Bel bronzo iridato tra i pesi leggeri per Alessia Mesiano, mentre in campo continentale sono arrivate anche altre quattro medaglia: l’argento di Roberta Bonatti (48 kg), i bronzi di Giordana Sorrentino (50 kg), Olena Savchuk (52 kg), Melissa Gemini (70 kg).

BOXE PROFESSIONISTICA: 5. Michael Magnesi ha perso il titolo mondiale IBO (il titolo meno prestigioso) dei superpiuma, venendo sconfitto da Anthony Cacace a Manchester. Al momento non si intravedono altri italiani in grado di poter ambire alla disputa di un match valido per una cintura mondiale. La sconfitta di Fabio Turchi contro Richard Riakporhe tra i cruiser è pesantissima, Guido Vianello continua a combattere in maniera convincente tra i pesi massimi ma la chance di lusso non si materializza, Daniele Scardina si è fermato bruscamente tra i supermedi dopo il ko rimediato contro Giovanni De Carolis (gli concederà la rivincita a gennaio).
È vero che sette pugili italiani saranno chiamati a salire sul ring nei prossimi mesi per difendere o conquistare il titolo europeo nelle rispettive categorie di peso, ma appare decisamente troppo poco. Matteo Signani incrocerà il britannico Felix Cash per confermarsi sul trono dei pesi medi, Alessio Lorusso è il Campione d’Europa dei pesi gallo, chiamato al non semplice impegno con il rognoso Elie Konki. Emiliano Marsili proverà a sfilare la cintura a Denys Berinchyk tra i pesi leggeri, proprio come Giovanni De Carolis cercherà di fare contro il francese Kevin Lele Sadjo tra i supermedi.
Completano il quadro la sfida tra Catalin Ionescu e lo spagnolo Felix Gomez tra i superpiuma e il match tra Mauro Forte e Francesco Grandelli, che si contenderanno il titolo tra i pesi piuma. Arriverà una svolta importante nei prossimi dodici mesi oppure il settore continuerà a faticare in maniera importante?

RUGBY: 7. Dopo anni di delusioni nel 2022 abbiamo scoperto che c’è vita sul mondo ovale italiano. Il primo squillo è stato nel Sei Nazioni, con la prima storica vittoria contro il Galles a Cardiff a fermare una striscia infinita di sconfitte. E a novembre l’apoteosi, con la vittoria netta sulle Samoa e poi la prima vittoria di sempre contro la forte Australia. Se a ciò si aggiunge l’ottimo primo tempo contro il Sudafrica una settimana dopo si capisce che l’Italrugby può guardare con ottimismo al 2023. Ad abbassare il voto finale, però, la sconfitta estiva con la Georgia, una macchia che resta indelebile, nonostante tutto. Sette è anche il voto per l’Italia femminile di rugby, che ai Mondiali in Nuova Zelanda ha conquistato per la prima volta l’accesso di una nazionale azzurra alla fase playoff di un torneo iridato. Le azzurre sono ormai una certezza e nel 2023 vorranno confermarsi nonostante l’addio di Andrea di Giandomenico sulla panchina. Ecco, per lui un 9 pieno per i 13 anni alla guida dell’Italdonne.

RUGBY A 7: 3. Un altro anno, invece, di calma piatta per il rugby olimpico italiano. Il disinteresse della Federazione per il rugby seven si conferma ancora una volta, il passaggio da Gavazzi a Innocenti non ha certo aiutato la versione ridotta della palla ovale. Quest’anno pochissimi raduni, un torneo continentale estivo opaco, l’addio di Andy Vilk dalla panchina, preceduto da quello del team manager Orazio Arancio. Insomma, se non si sta sbaraccando tutto poco ci manca. Sognare Parigi 2024 resta un’utopia assurda, ma ogni anno che passa sembra chiaro che l’Italia del rugby alle Olimpiadi non ci andrà mai. E le donne? Non pervenute.

SCHERMA: 7,5. Il 2022 ha rappresentato certamente la rinascita della scherma azzurra, che arrivava dal flop di Tokyo, con la prima Olimpiade dopo 41 anni senza neanche una medaglia d’oro. Dopo i Giochi Olimpici c’è stata una vera e propria rivoluzione, con un cambiamento totale dello staff tecnico, segnato soprattutto dal ritorno di Stefano Cerioni, che ha ridato luce al fioretto. Tra Europei e Mondiali che si è rivisto finalmente il vero fioretto italiano. Doppio titolo a squadre in entrambe le manifestazioni, l’oro continentale di Daniele Garozzo e gli argenti iridati di Tommaso Marini ed Arianna Errigo (per lei anche quello europeo). Non solo il fioretto, perchè la scherma italiana aveva bisogno di un restyling completo. Anche nella spada e nella sciabola gli arrivi di Dario Chiadò e Nicola Zanotti hanno portato una nuova linfa all’interno di tutto il movimento, ma soprattutto hanno visto il ritorno alla vittoria in Coppa del Mondo e medaglia pesanti tra Europei e Mondiali. Le spadiste sono delle certezze, gli sciabolatori si sono confermati, sciabolatrici e spadisti hanno saputo ripartire e tornare in alto, proprio come quell’oro meraviglioso di Davide Di Veroli e compagni ad Antalya. Un 2023 che vedrà il Mondiale di Milano, tappa fondamentale verso il grande obiettivo di Parigi 2024.

SKATEBOARD: 4. I Mondiali street a Roma sono stati l’evento principale di questa stagione, ma purtroppo l’Italia non è riuscita a essere protagonista: Asia Lanzi è stata eliminata prematuramente, Agustin Lautaro Aquila si è fermato ai quarti di finale. Il cammino verso le Olimpiadi di Parigi 2024 è già incominciato: Agustin Aquila è buon 32mo nel ranking di street, mentre Giuseppe Cola e Andres Gramaglia Fusconi sono fuori dalla top-100; Asia Lanzi è 60ma sempre nello street; non ci sono azzurri posizionati nel park. Bisogna continuare a lavorare per cercare di essere più competitivi a livello internazionale.

SOFTBALL: 6. Il titolo europeo non è più nelle mani dell’Italia, e in questo senso una combinazione di assenze pesanti e la forza sia dell’Olanda che della Gran Bretagna (diventata tra le squadre da tenere d’occhio) hanno pesato. Poco fortunati anche i World Games, anche se una combinazione di avversarie forti e calendario sconvolto dalla pioggia non ha favorito in alcun modo la Nazionale guidata da Federico Pizzolini. Nel 2023 ci sarà la prima fase dei Mondiali in casa, in attesa di quella decisiva nel 2024, e per allora la speranza è di avere il gruppo ancora una volta competitivo. A livello di club la Premiere Cup ha visto Forlì e Bollate chiudere al 2° e 3° posto e Saronno vincere la Coppa delle Coppe, con Avigliana giunta fino alla finale dell’European Cup. Anno di passaggio? Si può dire.

EQUITAZIONE: 5. Stagione decisamente sottotono per i colori azzurri. Nel completo gli azzurri, nonostante abbiano avuto la possibilità di vivere in casa la rassegna iridata, non hanno ottenuto la qualificazione olimpica; stesso discorso per il salto ostacoli, con l’Italia che nella rassegna iridata in Danimarca ha fatto molta fatica finendo lontanissima dai pass per i Giochi. L’unica nota positiva riguarda il ritorno nella Division 1 europea di Nations Cup dell’Italia, che il prossimo anno avrà un’opportunità in più per andare alle Olimpiadi oltre agli Europei casalinghi. Praticamente assente dalla scena internazionale il dressage azzurro, con il rischio di non avere neppure un binomio come individualista ai prossimi Giochi.

SURF: 5. Un’annata di alti e bassi per la tavola tricolore. Leonardo Fioravanti ha fatto fatica nella prima parte di stagione del Championship Tour, venendo tagliato a metà del percorso del circuito internazionale, visto il regolamento volto a premiare i surfisti sulla base del ranking. L’azzurro, comunque, è riuscito a risalire la corrente e grazie a un percorso assolutamente convincente nelle Series previste ha ottenuto nuovamente la qualificazione al Tour. È chiaro che la valutazione della stagione sfiori solo la sufficienza per le aspettative che si possono nutrire su di lui e per quelli che sono i suoi obiettivi in futuro. Vedremo se il 2023 riserverà maggiori soddisfazioni a Fioravanti in un contesto nel quale paesi come Brasile e Australia, in particolare, sono il riferimento. Lo dimostrano i successi nelle WSL Finals di Filipe Toledo e della straordinaria Stephanie Gilmore, vincitrice dell’ottavo iride in carriera e diventando così la surfista più vincente di sempre, superando Layne Beachley con cui condivideva sette vittorie mondiali.

TAEKWONDO: 8,5. L’annata 2022 del taekwondo italiano non può che essere giudicata con un voto positivo: di per sé, basterebbe anche solo la medaglia d’oro conquistata ai Mondiali di Guadalajara 2022 da Vito Dell’Aquila (categoria -58 kg) per “giustificare” il voto alto, ma in realtà sono arrivati anche altri importanti risultati. Pensiamo a Simone Alessio, che per quanto abbia deluso alla rassegna iridata (purtroppo, va sottolineato), è stato premiato dalla World Taekwondo come miglior atleta maschile 2022: è vero, ai Mondiali non ha rispettato le aspettative, ma oltre a essere n.1 del ranking per la categoria olimpica -80 kg ha conquistato l’oro agli Europei, i Grand Prix di Roma, di Parigi, un secondo posto a Manchester (dove ha visto interrompersi la sua striscia di imbattibilità) e, per concludere in bellezza, successo alle GP Finals di Riyadh. Insomma, un anno quasi perfetto, senz’altro da ricordare. Non si può non approfondire il discorso relativo a Vito Dell’Aquila, precedentemente menzionato: n.1 del ranking tra i -58 kg, bronzo europeo, terzo posto al GP di Manchester e la medaglia d’oro ai Mondiali di Guadalajara (poco più di un anno dopo quella olimpica a Tokyo); anche in questo caso, stagione memorabile per il pugliese, che guarda con fiducia verso il 2023. Giusto menzionare anche Maristella Smiraglia, proprio per quanto appena affermato: terzo posto al GP di Roma e all’Albanian Open di Tirana, risultati che premiano gli sforzi dell’azzurra e trasmettono, per l’appunto, fiducia per la nuova stagione, con la speranza che il 2023 possa regalare (a tutti gli azzurri) numerose soddisfazioni.

TENNIS MASCHILE: 7. In tanti si aspettavano il bersaglio grosso, ma quest’anno la fortuna non ha certo dato una mano agli italiani di punta. Matteo Berrettini ha dovuto saltare due Slam su quattro (e, a Wimbledon, avrebbe avuto chance di finale), ma negli altri ha raggiunto semifinale e quarti. Jannik Sinner è arrivato ai quarti in tre tornei maggiori su quattro e al Roland Garros, senza l’infortunio (uno dei tantissimi del 2022), c’è da chiedersi dove sarebbe arrivato. Sono però tante le note di crescita: la scalata di Lorenzo Musetti è l’elemento principe, ma si possono scoprire anche i tanti giovani che navigano tra la centesima e la duecentesima posizione del ranking ATP. Basti elencare tutti quelli sotto i 22 anni: Francesco Passaro, Matteo Arnaldi, Luca Nardi, Mattia Bellucci, Giulio Zeppieri, Flavio Cobolli, Francesco Maestrelli (e altri ancora si stanno affacciando). In breve, il 2022, seppur con le sue difficoltà, potrebbe essersi trasformato in trampolino di lancio ideale per il 2023. Senza dimenticare che Lorenzo Sonego è nel pieno degli anni, nonostante una stagione spesso difficile, e Fabio Fognini qualche zampata può ancora piazzarla. Va preso un po’ a parte il capitolo Coppa Davis, considerate particolarità, situazione attuale e momento di svolgimento.

TENNIS FEMMINILE: 6,5. Qui siamo di fronte a una situazione particolare. Da una parte Martina Trevisan ha colto le tre settimane della vita, con vittoria a Rabat e soprattutto semifinale al Roland Garros, ma dall’altra la toscana non ha più ottenuto risultati di simile valore nell’anno. Dietro di lei, però, non c’è il vuoto, perché al netto dell’anno complesso di Camila Giorgi, i cui piani sono sempre e perennemente avvolti nel mistero dagli US Open, di note positive ce ne sono. Lucia Bronzetti ha confermato di poter crescere e, con il lavoro, rimanere vicina alle big, e l’estrema prossimità della top 50; Jasmine Paolini è passata tra alti e bassi, ma ha tenuto bene. Elisabetta Cocciaretto, poi, ha finalmente dimostrato che, senza guai fisici, la capacità di tenere il campo anche con le big ce l’ha eccome, ed è lei che ha potenziali grandi margini per il 2023. Quel che c’è dietro, però, non è molto: Lucrezia Stefanini ci sta provando, Matilde Paoletti e Lisa Pigato pure, ma il confronto primi 17 uomini-prime 17 donne non si pone neppure. Nota di merito a Sara Errani e alla continua voglia di lottare a ridosso delle 100: ci può ancora ritornare.

TENNISTAVOLO: 6. Sprazzi d’azzurro in un 2022 molto altalenante: a trascinare in qualche modo il movimento italiano è il settore femminile, con Giorgia Piccolin che sfiora la medaglia agli Europei e l’Italia che ai Mondiali a squadre manca di un soffio l’ingresso agli ottavi. Pochi sussulti dal settore maschile, e le difficoltà si notano tutte nel percorso di qualificazione agli Europei a squadre del 2023, dove le selezioni azzurre dovranno faticare ancora per staccare il pass. Non basta a salvare del tutto la stagione l’argento femminile a squadre ai Giochi del Mediterraneo, serve un cambio di passo per evitare di arrivare a Parigi con lo stesso contingente di Tokyo, ovvero con una sola azzurra qualificata in singolare grazie al ranking.

TIRO A SEGNO: 7. Il 2022 è partito nel segno di Danilo Dennis Sollazzo, vittorioso in Coppa del Mondo a fine febbraio nella carabina ad aria compressa 10 metri maschile, e così si è concluso, con l’azzurro che a metà ottobre ha conquistato il pass non nominale per le Olimpiadi grazie all’argento ottenuto ai Mondiali nella medesima specialità. Nel mezzo l’Italia ha portato a casa delle buone prestazioni ai Giochi del Mediterraneo ed in Coppa del Mondo, anche nella pistola, nella quale però al momento non sono ancora arrivate carte olimpiche. A chiudere al meglio una stagione comunque positiva per i colori azzurri è stato ancora una volta Danilo Dennis Sollazzo, secondo a dicembre, sempre nella carabina ad aria compressa 10 metri maschile, alla President’s Cup.

TIRO A VOLO: 7. La corsa verso Parigi 2024 è iniziata nel migliore dei modi per l’Italia: sono già tre i pass olimpici conquistati. Il trap femminile è stato il primo a gioire grazie all’oro continentale ottenuto a fine agosto da Silvana Stanco, poi è stata la volta dello skeet maschile grazie all’argento europeo centrato da Luigi Lodde ad inizio settembre, infine è toccato allo skeet femminile con l’oro iridato conquistato da Diana Bacosi ad ottobre. Purtroppo continua il momento poco felice dell’Italia nel trap maschile, ancora senza pass per i Giochi. In chiusura di stagione poi la ciliegina sulla torta è arrivata alla President’s Cup, con il trionfo di Jessica Rossi nel trap femminile, a cui si sono aggiunte le piazze d’onore di Martina Bartolomei e Luigi Lodde nello skeet.

TIRO CON L’ARCO: 7. Stagione di transizione abbastanza incoraggiante per l’Italia in vista di un biennio decisivo, tra qualificazioni olimpiche e Parigi 2024. Nota di merito soprattutto per il terzetto maschile composto da Mauro Nespoli, Federico Musolesi e Alessandro Paoli, capace di inanellare una striscia di tre finali consecutive centrando due secondi posti in Coppa del Mondo ed un fantastico oro europeo. Risultati importanti che proiettano il team azzurro addirittura in seconda posizione nel ranking mondiale di specialità alle spalle della corazzata Corea del Sud. L’unico altro podio stagionale del ricurvo in Coppa del Mondo è arrivato a Medellin grazie al solito Nespoli (2°), qualificatosi per la quinta volta in carriera alle Finali di World Cup. Settore femminile più in difficoltà (unico acuto il 4° posto del terzetto in Coppa del Mondo ad Antalya), sia nelle prove a squadre che nelle gare individuali, ma comunque in linea con il livello espresso mediamente nell’ultimo triennio da Lucilla Boari, Tatiana Andreoli e Chiara Rebagliati. Al di fuori del panorama olimpico, sono arrivate delle belle soddisfazioni ai World Games di Birmingham nel tiro di campagna con le medaglie d’oro individuali conquistate da Rebagliati (ricurvo) e da Cinzia Noziglia (arco nudo).

TRIATHLON: 6. Tutto sommato positivo il 2022 dell’Italia, che paga ancora un po’ di distanza dall’élite mondiale nelle World Championship Series, ma fa registrare ottimi risultati, con vittorie e podi, nelle tappe di World Cup. Se a tutto questo aggiungiamo dei buoni piazzamenti nelle gare riservate alla staffetta mista, ecco che il risultato che ne deriva è un posizionamento nel ranking olimpico che porterebbe a Parigi due uomini e due donne, con la possibilità dunque di essere al via nella gara a squadre. Il 2023 sarà una stagione cruciale per l’Italia, nella quale andranno confermati i piazzamenti ottenuti nel 2022 per consolidare lo status di qualificati ai Giochi. Un ulteriore step in avanti è richiesto però per avvicinare la testa del gruppo negli eventi più importanti.

TUFFI: 6,5 . Una pesante eredità. Il movimento del trampolino e della piattaforma è perfettamente consapevole di dover buttare giù nuove basi, visto quanto fatto per quasi un ventennio da Tania Cagnotto e in parte da Francesca Dallapè, considerando il percorso condiviso dalle due nel syncro. A livello mondiale l’unica medaglia ottenuta da Matteo Santoro e Chiara Pellacani, argento nel syncro mixed dai tre metri, porta alla considerazione che ci sia ancora da lavorare per potersi fare largo in ambito iridato. Un contesto, c’è da dire, molto difficile per via di una Cina disumana per prestazioni e costanza. In questo senso, gli Europei hanno rappresentato una boccata d’ossigeno, chiaramente anche per via delle assenze. Tuttavia, le 12 medaglie ottenute (4 ori, 3 argenti, 5 bronzi) non vanno affatto sottovalutate. Negli occhi si hanno le affermazioni di Elena Bertocchi dal metro, con Chiara Pellacani bronzo; l’oro proprio di Pellacani dai tre metri; il sigillo storico di Lorenzo Marsaglia dai tre metri, con bronzo a Giovanni Tocci. Un riscontro che non si verificava dai tempi di Klaus Dibiasi e di Giorgio Cagnotto. Da non dimenticare, poi, l’argento di Marsaglia e il bronzo di Tocci dal metro. In altre parole il fermento c’è, necessario continuare su questa strada anche sulla base dei risultati ottenuti a livello giovanile dal menzionato Matteo Santoro, grande talento dei tuffi internazionali.

VELA: 8,5. Conferma ad alti livelli per la vela olimpica azzurra, capace di vincere ben due titoli mondiali nell’anno solare 2022. La copertina in ogni caso è tutta per Ruggero Tita e Caterina Banti, protagonisti di una stagione forse irripetibile nel Nacra 17 in cui si sono imposti in 5 eventi su 5, centrando (da campioni olimpici in carica) il titolo europeo e quello iridato con una superiorità imbarazzante sul resto della concorrenza. La magica coppia volante tricolore si è anche tolta la soddisfazione di aggiudicarsi finalmente l’ambito premio del World Sailor of the Year. Catamarano volante che regala grandi soddisfazioni al Bel Paese anche grazie a Gianluigi Ugolini e Maria Giubilei, stabilmente nell’elite della specialità con all’attivo in stagione un argento mondiale ed un bronzo europeo. Italia che si è fatta trovare pronta nelle nuovi classi olimpiche introdotte verso Parigi 2024, come dimostra lo storico trionfo di Marta Maggetti ai Mondiali di windsurf (sulla nuova tavola volante iQFoil) e le quattro medaglie europee raccolte tra iQ Foil (argento di Nicolò Renna), Formula Kite (bronzo di Riccardo Pianosi) e 470 misto (bronzo di Giacomo Ferrari-Bianca Caruso). Da segnalare anche la crescita del giovane duo Germani-Bertuzzi, bronzo continentale nel 49erFX, e alcuni buoni piazzamenti nel singolo maschile (ILCA 7) e femminile (ILCA 6), mentre si fatica ad ingranare nel kite femminile e nel 49er.

FOOTBALL AMERICANO: 7,5. Dopo il titolo europeo del 2021, il Blue Team è sceso in campo in una sola occasione in questa anno, ma si trattava della importantissima sfida contro la Gran Bretagna. Successo per 28-23 e qualificazione alle semifinali degli Europei del 2023, laddove la compagine allenata dall’head coach Davide Giuliano andrà a difendere il proprio titolo. Il movimento è in grande salute, la squadra gioca sulle sue individualità e certezze a livello di roster ed un possibile bis continentale è tutt’altro che impossibile. L’Italia sfiderà l’Austria in semifinale ad agosto e, in caso di successo, se la dovrà vedere ad ottobre contro la vincente di Svezia-Finlandia. Da ricordare anche il prestigioso argento ai World Games nel flag football.

CALCIO A 5: 5,5. Da lavorare. Il 2022 del futsal italiano è stato quello del “working in progress” perché i traguardi ambiziosi non sono stati raggiunti. Il riferimento è agli Europei disputati nei Paesi Bassi in cui la formazione di Massimiliano Bellarte si è fermata nella fase a gironi senza ottenere vittorie e rimediando due pareggi: il 3-3 contro la Finlandia; il 2-2 contro la Slovenia. Una squadra in cui Bellarte ha cercato di trovare delle soluzioni, mixando un po’ esperienza e gioventù, ma non trovando quella magia necessaria per poter proseguire il percorso a livello continentale. Una situazione non facile per il CT che, un po’ come Roberto Mancini nel calcio a 11, è costretto a fare di necessità virtù in un contesto nostrano che non offre moltissimo. La speranza sarà quella di qualificarsi per la fase finale dei Mondiali 2024, ma soprattutto di trovare un gruppo di giocatori solido e qualificato per non recitare un ruolo di secondo livello. Vale lo stesso discorso anche per la selezione nazionale femminile di Francesca Salvatore, che ha mancato la qualificazione alla fase finale degli Europei, venendo sconfitta dalle vice-campionesse d’Europa del Portogallo nella Fase Elite e non ottenendo il pass per la Final Four. Un gruppo, comunque, interessante quello di Salvatore, come dimostrato dai risultati recenti in amichevole contro la Spagna, detentrice del titolo europeo. Un progetto da perseguire con convinzione perché il materiale c’è.

CRICKET: 5,5. Lo scorso anno il mancato passaggio del turno nelle Qualificazione Europee ai Mondiali T20 ha impoverito l’anno solare 2022 della Nazionale azzurra, che ha dovuto fare da spettatrice alla rassegna iridata. Aspettative dunque totalmente riposte sugli Europei, dove l’Italia si è spinta fino al girone unico della Championship Week, nel quale però la selezione azzurra ha chiuso al quinto ed ultimo posto al termine dei venti incontri che hanno determinato la graduatoria per l’accesso alla fase ad eliminazione diretta.

HOCKEY PISTA: 6,5. Il movimento è in crescita e la “riscossa” delle nazionali ai World Skate Games 2021 lo dimostra. L’argento della nazionale U19 e i due quarti posti della selezione maschile e della rappresentativa femminile lasciando ben sperare in vista dei prossimi appuntamenti internazionali, fra Europei e Mondiali. Cosa è mancato per una valutazione più alta? Un pizzico di esperienza e cinismo in determinate situazioni, anche se è vero che l’Italia si è sempre misurata con avversarie di altissimo livello in tutti e tre i suoi cammini iridati.

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Pagellone a cura della Redazione di OA Sport

Foto: Shutterstock.com

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