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Pattinaggio artistico, Finali Grand Prix Torino 2022: l’Italia chiude la rassegna da protagonista. E il meglio deve ancora venire

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Conti-Macii Valerio Origo

Una super Italia adesso è pronta a conquistare l’Europa. Non può che essere più che positivo il bilancio della spedizione azzurra a seguito delle Finali Grand Prix 2022 di pattinaggio artistico, evento svoltosi questa settimana al Pala Vela di Torino. Dei cinque rappresentati tricolore infatti ben tre hanno centrato una posizione sul podio, rendendosi artefici di programmi splendidi e importanti sul versante qualitativo.

Il piazzamento più inaspettato è stato, senza dubbio, quello di Sara Conti-Niccolò Macii, terzi classificati nelle coppie d’artistico superando non solo i temibili compagni di squadra Rebecca Ghilardi-Ambrosini, ma anche i più quotati canadesi Deanna Stellato Dudek-Maxim Deschamps. La ricetta dell’impresa storica? Una: la solidità. I pattinatori seguiti da Barbara Luoni infatti, cresciuti vistosamente di colpi nell’ultimo periodo, sono riusciti anche questa volta a limitare gli errori, lasciando pochi punti per strada e completando gli elementi di maggior valore con personalità, grande tecnica (spaventosa considerando comunque che si tratta di una coppia relativamente recente come formazione), intensità e soprattutto con un’affinità fuori dal comune.

Su queste pagine ne parliamo fin dalla stagione pandemica, annata in cui i nostri sono usciti prepotentemente dal guscio durante il Gran Premio Italia: Sara e Niccolò oggi si sono definitivamente consacrati, chiudendo una fase della loro carriera e aprendone immediatamente un’altra grazie a una gara che più una competizione è stata una vera e propria favola. Le attenzioni adesso saranno rivolte ai Campionati Europei, dove il sogno di una doppietta azzurra (perché Ghilardi-Ambrosini con due programmi puliti fanno paura) è tutto fuorché impossibile.

Pattinaggio artistico: Nikolaj, sei nella storia! Memola trionfa nel singolo maschile Junior alle Finali Grand Prix! Festa al Pala Vela

Una favola anche magistralmente confezionata da Nikolaj Memola, atleta che per la prima volta nella storia italiana ha vinto una Finale Junior del Grand Prix; traguardo raggiunto grazie a un libero bellissimo, eseguito con forza, scioltezza e qualità, senza correre alcun inutile rischio. Una vittoria che dà fiducia a un’altra, brillantissima gemma del movimento azzurro che dopo Grassl, Rizzo e Frangipani può contare su un nuovo profilo con prospettive di margine sconvolgenti: Nikolaj infatti, come documentato talvolta sul suo profilo Instagram, è già in grado di realizzare diversi salti quadrupli, fattore che rafforza sempre di più una scuola che, piano piano, sta diventando un vero e proprio spauracchio a livello internazionale.

Nella danza è poi arrivato un terzo posto (il secondo della carriera) per Charléne Guignard-Marco Fabbri, i quali hanno chiuso la gara con un punteggio non altissimo, 206.84, cedendo il passo sia ai leader Gilles-Poirier che a Chock-Bates, letteralmente rinati nella città della Mole. Un risultato finale in realtà non imprevedibile. Già dalla fase di qualificazione si era palesata la superiorità dei canadesi, quest’anno in lizza con due programmi costruiti benissimo, così come la preparazione precaria degli statunitensi, adesso a pieno regime da un punto di vista fisico e di rodaggio. La missione pertanto per i nostri ragazzi sarà quella di analizzare quanto successo al Pala Vela, andando a cercare l’escamotage perfetto per migliorare ancora soprattutto nella rhythm dance, affrontando nel migliore dei modi la rassegna continentale, dove potrebbe arrivare anche la prima medaglia d’oro.

Prosegue invece in campo senior il rapporto non idilliaco tra il Pala Vela e Daniel Grassl per mere questioni legate alla sorte. Se nel 2019, anno delle Finali Junior, l’altoatesino ha dovuto fronteggiare un incidente tecnico come la rottura del pattino, in questa edizione (la prima tra i i grandi) l’atleta ha dovuto fare i conti con una condizione di salute a dir poco precaria, dettata da uno stato febbrile che non gli ha concesso di performare al meglio delle sue possibilità.

Soprattutto per questo fattore quanto fatto dall’altoatesino assume un valore altissimo. Scendendo in pista dopo due programmi stratosferici firmati da Shun Sato e Ilia Malinin (poi terzo), Grassl ha dato ogni centimetro delle sue possibilità riuscendo a condurre una performance buona punita però da tre pesanti chiamate del pannello tecnico, arrivate per il filo d’ingresso non sufficientemente marcato nei lutz e da alcuni problemini di rotazione. L’importante però, per Daniel, era esserci. Adesso, archiviata la sesta piazza finale, dopo i Campionati Italiani che si svolgeranno la settimana prossima sarà tempo anche per lui di pensare agli Europei di Espoo, dove l’obiettivo sarà soltanto uno: vincere, per continuare a scrivere pagine indelebili della storia italiana. Il meglio deve ancora venire.

Foto: Valerio Origo

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