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Salto e combinata nordica. L’Italia “organizza le nozze con i fichi secchi” con le eccellenze di un bacino d’utenza esiguo

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In casa Italia, il weekend appena terminato è stato a suo modo trionfale per il settore salto con gli sci e combinata nordica. Annika Sieff è salita sul podio per la seconda volta in stagione e Giovanni Bresadola ha conquistato un favoloso posto. Sono arrivati anche piazzamenti meno appariscenti, ma comunque incoraggianti per Samuel Costa, Alessandro Pittin e Alex Insam. Infine Raffaele Buzzi e Francesco Cecon hanno eguagliato o migliorato il miglior risultato della carriera.

Insomma, l’Italia del trampolino “è viva e lotta assieme a noi”. Nei prossimi giorni ci sarà modo di approfondire il discorso relativo a quanto accaduto in Coppa del Mondo in una serie di monografie dedicate. Cionondimeno, proprio perché l’attenzione è più alta del solito grazie agli eventi di Ramsau ed Engelberg, in questa sede si vuole segnalare una situazione relativa all’ambito giovanile.

Senza secondi fini, solo pourparler, in maniera tale da evidenziare una dinamica sulla quale è doveroso essere edotti in ottica futura. A Seefeld, nel fine settimana appena passato agli archivi, si è disputata una tappa di OPA Cup, ovverosia il circuito giovanile riservato ai Paesi dell’Europa continentale. A esso possono partecipare i ragazzi e le ragazze in età junior.

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La località tirolese ha organizzato appuntamenti sia di salto con gli sci che di combinata nordica in ambo i sessi. Complessivamente, si sono presentati al via 186 atleti appartenenti a 7 diverse nazioni. Fra di essi si contano 43 austriaci, 43 tedeschi, 37 sloveni, 22 francesi, 15 cechi, 13 svizzeri e 13 italiani. Insomma, la rappresentativa azzurra era la più sparuta assieme a quella elvetica.

Questo per sottolineare come i numeri del movimento italiano non siano comparabili a quelli di diverse nazioni limitrofe (fatto risaputo e che non sorprende) e che dalle nostre parti si sia ormai abituati a “organizzare le nozze con i fichi secchi” in termini di materiale umano. Proprio per questa ragione è doveroso coltivare e preservare saltatori e combinatisti azzurri come se fossero degli autentici Ailuropoda melanoleuca, comunemente conosciuti come “Panda”, i famigerati orsi cinesi in via d’estinzione.

Lo spunto di riflessione che qui si vuole lanciare è il seguente. Davvero il numero di praticanti a livello giovanile, la “cantera” del trampolino azzurro, è destinata a rimanere quantitativamente esigua? Non c’è modo, nelle poche località in cui le discipline vengono portate avanti, di allargare il bacino d’utenza partendo dall’infanzia? La risposta a tali quesiti può essere data solamente da chi vive la realtà locale.

Di certo c’è che si può fare bene anche senza avere a disposizione il know-how dei Paesi di lingua tedesca, le risorse norvegesi o la quantità slovena. Praticare salto e combinata nordica in Italia non rappresenta un cul de sac sportivo, ma può regalare soddisfazioni e popolarità. Sieff e Bresadola, in questi giorni, lo stanno dimostrando. Se c’è la volontà di investire e si lavora nel modo migliore si può provare ad affrancarsi dal doversi perennemente affidare a qualche occasionale eccellenza, come accade più o meno da sempre. Molto probabilmente il pourparler rimarrà utopistico, ma se si ci fosse la possibilità, ci sarebbe davvero spazio per erigere un edificio all’interno dell’attuale impalcatura, sulla quale stanno venendo issati risultati sensazionali, considerate le premesse.

Foto: La Presse

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